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ESCLUSIVA TG - Castellini: "Sirigu è più forte di me. Toro, ti manca poco"

di Alex Bembi

Intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it, "Il Giaguaro" Luciano Castellini, estremo difensore del Toro scudettato Anno 1976, ci ha raccontato il giaguaro-pensiero sulla stagione appena conclusa. Dopo una vita tra i pali, è passato a insegnare il mestiere ai ragazzi che amano tuffarsi in cerca di un pallone da parare, e da tantissimi anni è un affermato preparatore dei portieri. Nella sua Milano, più che altro quella interista, fino a lavorare per la Nazionale azzurra. Inevitabile però che la conversazione sia totalmente a tinte granata: siamo di fronte a un mostro sacro della storia del Toro, vincitore di una Coppa Italia oltre che dell’unico scudetto granata dopo Superga. Più di 200 presenze, e un significativo record di imbattibilità: 517 minuti senza subire reti in campionato, che ha resistito fino a poche settimane or sono. Dal 1977 a oggi sono passati 42 anni, e ci è voluto uno strepitoso Salvatore Sirigu, per cancellare il nome di Castellini da quella lavagna impolverata. Iniziamo da lì, dal suo erede. Luciano conferma di essere felice per il portiere del Toro e della Nazionale: “Lo conosco bene, è un ragazzo in gamba. Un buon portiere, ha fatto un’annata strepitosa”. Gli sottolinei quel “buon”, e lui subito si corregge, “No, in effetti buono è riduttivo, è un ottimo portiere. Più bravo di quanto fossi io”. Infatti il record non è più suo, ma Castellini se la cava con una battuta: “Mi deve ancora pagare una cena per avermi scalzato”. Ci sta, Il Giaguaro è sempre simpatico e disponibile: Sirigu prepari la carta di credito. Restiamo nella confort zone di Luciano, parlando di numeri uno in ottica azzurra. Con un baby prodigio come Donnarumma, Sirigu rischia tanta panchina, nonostante i meriti. “Mancini ha due titolari, non vedo conflittualità tra il granata e il rossonero per la porta dell’Italia”. Buon per Sirigu quindi. Al portierone sardo è andata sicuramente meglio che al Giaguaro, grande interprete del ruolo, ma fermo a una sola presenza azzurra. Zoff d’altronde non si poteva mettere da parte. “Sirigu è di sicuro affidamento, adesso giocherà per l’infortunio di Donnarumma. Comunque questa abbondanza non toglierà il sonno a Mancini. Meglio essere ben coperti, per un ruolo così delicato”.

Esaurito l’argomento portieri, si analizza la stagione generale del Toro, con l’Europa sfuggita per un soffio, nonostante una bellissima annata: “Non era semplice arrivare in Europa, e forse non era nemmeno preventivato”. C’è sempre l’altra sponda di Milano, quella rossonera però: “Aspettiamo cosa succederà al Milan. Certo, entrare in Europa in questo modo non sarebbe l'ideale, ma il Toro lo meriterebbe”. Si poteva fare di più, però: “Non critico nulla, sia chiaro. Da fuori sarebbe fin troppo facile farlo. Ma io non l’ho mai fatto con nessuno, figurarsi col Toro”. Il Presidente, poi, è un amico: “Conosco benissimo Cairo, credo che insieme a Mazzarri studieranno qualche innesto per farcela il prossimo anno. In effetti a questa rosa manca proprio poco”. E l’addio di Petrachi? “Non conosco bene il direttore, e non so nemmeno quali siano le dinamiche in atto in questo momento”. Si fa il nome di Bava. “Lo conosco, arriva dal settore giovanile”. Se è pronto per il salto tra i grandi, però, non sta al Giaguaro dirlo. “E poi il Presidente Cairo accentra molto, in casa granata il diesse segue le direttive della proprietà. Sarebbe un completamento dello staff dirigenziale, più che altro”. Si, Castellini conosce bene il presidente. Chiudiamo con i saluti e con la speranza per il futuro del Toro: “Manca davvero poco per una squadra competitiva. Il presidente e Mazzarri sanno cosa fare, continuino sulla linea tracciata”.


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