ESCLUSIVA TG – Valdifiori: “Al Torino serve fiducia. L’Empoli non è un avversario facile. Arnautovic potrebbe essere il sostituto ideale di Zapata”
Fonte: Elena Rossin
Mirko Valdifiori è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Vldifiori dal 2008 al 2015 ha indossato la maglia dell’Empoli e successivamente dal 2016 al 2018 quella del Torino. Attualmente è svincolato e non ha ancora deciso se smettere con il calcio giocato oppure no. Con lui abbiamo parlato della sfida che ci sarà domani sera fra queste sue ex squadre.
Domani sera c'è Empoli-Torino, una partita particolare soprattutto per i granata che arrivano da questo periodo difficile caratterizzato dal segnare poco e se anche ultimamente subisce meno gol le vittorie comunque latitano, l'ultima è stata contro il Como il 25 ottobre. L'Empoli invece sta facendo un discreto campionato. Lei come vede questa partita?
“Sono due squadre che in questo momento stanno vivendo un periodo di forma, soprattutto mentale, totalmente diverso. L'Empoli viene da una vittoria a Verona in campionato e tre giorni prima aveva vinto il derby in Coppa Italia ed aveva passato il turno contro la Fiorentina per cui in questo momento per loro c'è tanto entusiasmo e hanno tanti giovani che stanno facendo molto bene. In un contesto così quando per gli avversari arrivano i risultati e hanno giovani in forma non è mai semplice affrontarli. Dall'altra parte, come hai detto giustamente tu, c'è il Torino che dopo un grande inizio di campionato ha perso un po' di autostima perché quando non ti arrivano i risultati si perde un po' di fiducia. I granata hanno bisogno di ritrovare la vittoria per riprendere un po' di fiducia e di consapevolezza dopo l’infortunio di Zapata nella fase dell’iniziativa. Nelle ultime partite hanno trovato maggiore solidità di squadra infatti a livello difensivo subiscono un numero minore di gol, però mancano in questo momento le reti che ti possono permettere di vincere le partite”.
Dal punto di vista del gioco quali sono le caratteristiche principali dell’Empoli e del Torino in relazione al fatto che si affrontano?
“Come ho detto, a volte quando vivi momenti della stagione in cui vinci ti riesce tutto, anche le cose che provi in allenamento riescono bene perché i giocatori sono in fiducia. L’Empoli ha attaccanti molto veloci e capaci nell'uno contro uno quindi magari possono mettere più in difficoltà i giocatori del Torino che hanno più bisogno di trovare il risultato, magari anche giocando male o tramite episodi favorevoli o una partita vinta in modo fortunoso così dopo superi l’impasse a livello mentale e ti riesce un po' tutto. L'Empoli, come abbiamo visto anche con il Verona, è una squadra che dall’inizio del campionato non ha paura di affrontare nessun avversario poi alcune volte è andata bene e altre meno, però ha sempre avuto un’identità di gioco. Il Torino invece ultimamente sta un po' cambiando modulo, a volte ha giocato con la difesa 3 e altre in corso partita è passato a quella a 4 perché magari sta cercando di trovare quell'assetto giusto per ritrovare quella verve che aveva a inizio campionato”.
Nel Torino sta mancando un po' l'apporto che può dare il centrocampo, soprattutto in fase offensiva nelle giocate e Vanoli ripete spesso che bisogna mettere più palloni in area e anche che i centrocampisti devono arrivare al tiro. Lei da ex centrocampista che idea si è fatto dei centrocampisti del Torino?
”Quello che chiede Vanoli è forse un po' più d’intraprendenza perché magari in un momento così difficile l’iniziativa di qualche giocatore anche nell'uno contro uno oppure con gli inserimenti dei centrocampisti per creare situazioni che possono mettere nelle condizioni gli attaccanti di segnare. Rischiare qualche passaggio in più perché quando vivi questi momenti non è neanche semplice a livello mentale prendere iniziative. Il Torino deve cercare di sbloccarsi magari proprio tramite una maggiore intraprendenza, occorre voglia di voler uscire a tutti i costi da questo momento. Non deve esserci paura, ma la rabbia che in campo trasforma la paura e ti permette anche di fare quello che chiede Vanoli: un inserimento in più di un centrocampista o magari un cross più da fondo campo di un esterno di tutta la faccia. Sono cose che normalmente un allenatore normale chiede e poi sarà lui insieme alla squadra a cercare di preparare la partita al meglio per mettere tutti i giocatori nella condizione di esprimersi al meglio delle proprie qualità”.
Qual è il giocatore che in questo momento nell'Empoli può essere più pericoloso per il Torino?
“A livello di fiducia è Sebastiano Esposito. Viene da una settimana molto importante, è un giocatore che non è un vero e proprio attaccante, ma fa un po' la seconda punta e svaria molto sul fronte offensivo. Non è facile quindi marcarlo in queste settimane, però c’è anche Colombo che sta facendo molto bene. L’Empoli è un contesto organizzato nel quale sta girando tutto a meraviglia per il momento. Però se devo dire un nome di un giocatore da tenere d'occhio è sicuramente Esposito che sta vivendo un momento di forma sia mentale sia fisica importante”.
Domani sera qual è il giocatore del Torino che può fare la differenza?
“Ilic mi sembra che sia appena rientrato in gruppo dopo l’infortunio, ecco se giocherà lui è quel giocatore che, come abbiamo detto prima, può essere mancato nelle ultime partite al Torino, perché è un giocatore che può dare quel tasso di qualità maggiore che serve. E’ un centrocampista che può fare da raccordo tra il centrocampo e l'attacco grazie alla sua inventiva e con la sua personalità: può spostare un po' gli equilibri nel Torino. Se torna Ilic con le sue idee, con la sua inventiva e anche con il suo fiuto del gol, perché è un giocatore che qualche gol l’ha fatto, può essere molto utile visto che sappiamo tutti l'importanza che aveva Zapata in fase realizzativa e anche per quelli che giocano insieme a lui. Io Duvan l'ho avuto come compagno e anche quando non segnava gli attaccanti che giocavano vicino a beneficiavano del suo lavoro e realizzavano loro i gol. Zapata non potrà tornare per un bel po', ma magari Ilic potrebbe essere quel giocatore chiave utile a far risorgere un po' il Torino da questo momento difficile”.
Quindi secondo lei, la crisi che sta avendo Adams, di gioco e di gol, é dovuta all'assenza di Zapata?
“Non so se è proprio questo il motivo, non sono nessuno per dirlo, ma per quello che ho vissuto io posso dire che l’attaccante che giocava insieme a Zapata, e l'abbiamo visto in questi anni, hanno fatto sempre dei bei campionati perché Duvan è un giocatore che a volte con la sua fisicità lavora di sponda per il compagno di reparto oppure magari crea spazi con la sua forza fisica andando via appunto di forza a uno o due difensori e quindi mette gli altri attaccanti nelle condizioni di essere in una posizione idonea per segnare. E’ un dato di fatto che quando c'era Zapata Adams ha fatto delle grandi prestazioni e che da quando non c’è Duvan un po' tutto il Torino e anche Adams hanno reso un po' meno. Non so se è proprio questo il motivo però sicuramente Zapata è un attaccante che è difficile da sostituire a stagione in corso infatti sto leggendo che il Torino vuole a gennaio prendere subito un giocatore che possa avere un po’ le caratteristiche di Duvan”.
Sono accostati al Torino tanti attaccanti però molti non hanno le caratteristiche di Zapata. Lei ritiene che quindi a gennaio per il Torino sarebbe meglio prendere uno strutturato anche fisicamente e che abbia dentro di sé la capacità di fare gol esattamente come accadeva con Duvan?
“Cosa fare lo sanno meglio i dirigenti e lo sa sicuramente Vagnati e Cairo, sono due ottimi uomini di calcio, conoscono il calcio e quindi sapranno sicuramente, parlando con Vanoli, chi può essere l'attaccante giusto. Ho letto negli ultimi giorni di Arnautovic e mi pare che a livello di fisico potrebbe essere uno di quei giocatori un po' la Zapata: forti fisicamente, lottatori e soprattutto che oltre a fare gol sono anche giocatori di grande personalità. Arnautovic potrebbe essere un grande colpo però, ripeto, parlo da tifoso e leggo i giornali come fanno i tifosi del Torino. Come ho detto, c’è chi saprà scegliere il sostituto ideale per il bene del Torino”.
Pronostico per domani sera?
“Secondo me non sarà una partita dalle grandi occasioni perché il Torino magari baderà a non prendere gol e cercare di sfruttare al meglio le occasioni con Sanabria e Adams. Sarà quindi una partita un po' contratta inizialmente, ma un pronostico non lo so perché il calcio ci ha regalato sempre delle sorprese e gli episodi e tante altre cose incidono sul risultato di una partita: il Var, un millimetro in fuorigioco. Guarderemo la partita e alla fine vedremo chi ha vinto, non mi sento di fare un pronostico, magari un pareggio però non so se il pareggio andrebbe bene e forse non sarebbe gradito da nessuna delle due squadre. L'Empoli vuole continuare a vincere e il Torino ha bisogno della vittoria quindi un pari accontenterebbe pochi però magari … vedremo, vedremo”.
Parlando di lei, adesso non sta giocando perché è svincolato, ma ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo oppure non ancora?
“Ufficialmente non ancora, però sono in quella fase in cui sono qui a casa, abito vicino a Ravenna, e la famiglia non la sposto più. Ho sempre detto che se avessi trovavo una squadra qui in zona avrei continuato a giocare ancora per divertirmi fino ai 40 anni. Mi tengo allenato, faccio il papà, il marito e per il resto vediamo. L'età per smettere ci sarebbe perché 38 anni e nel calcio giocato non posso avere ancora tanto futuro, ma finché uno se la sente ancora di scendere in campo e si diverte e c’è la voglia allora mi sono detto che magari qualche anno qui vicino a casa potrei pensare ancora di farlo, ma per ora le uniche richieste sono venute per squadre a un po' troppi chilometri di distanza quindi, con il massimo rispetto, le ho declinate e ho preferito proseguire la mia vita familiare stando a casa”.
Ma per il futuro ha idea di continuare nel mondo del calcio?
“Ho già fatto il primo corso da allenatore, quello Uefa B e potrei entrare in qualche staff in Serie A o allenare in categorie minori, ma per fare step successivi si deve prima dare l'addio al calcio giocato ufficialmente. Io non l’ho ancora fatto perché per ora non ho ancora le idee chiare sullo smettere di giocare o continuare. Smettendo inizierebbe una nuova vita, vediamo. Adesso non mi voglio creare troppo stress o avere troppi pensieri legati al prendere per forza una decisione, lascio andare e poi vediamo quando sarà ora cosa mi dirà la mia testa. Se vai ad allenare i ragazzi giovani devi essere convinto perché avendo giocato qualche anno in Serie A per loro sei un esempio e quindi devi essere motivato nel cercare di insegnargli. Se non sono convinto della mia scelta gli trasmetterei poco e sarebbe poco rispettoso verso i ragazzi, quando uno intraprende quella carriera lì deve essere deciso per riuscire davvero a insegnare qualcosa a questi ragazzi”.