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Finire il campionato è la cosa migliore, se non fosse possibile va trovata una soluzione equa per tutti

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Stanno circolando ipotesi varie sulla fine del campionato ed è evidente che però al momento sia difficile anche solo propendere per una decisione anziché per un’altra poiché nessuno sa come evolverà l’emergenza dovuta al Coronavirus. Se ci saranno da recuperare un numero di partite non eccessivo è evidente che sarebbe meglio posticipare il termine del campionato al 31 maggio e cercare d’incastrare tutte le gare che non si sono potute disputare e che saranno rinviate con le rimanenti come già previsto dal calendario. E’ ovvio che si deve tenere conto sia delle competizioni europee che vedono impegnate le formazioni italiane sia che è in programma l’Europeo dal 15 giugno al 15 luglio e finora l’Uefa non si è pronunciata sull’eventuale rinvio dell’Europeo, mentre ha rinviato Siviglia-Roma e Inter-Getafe che si sarebbero dovute disputare domani senza, però, specificare quando si disputeranno e dicendo solo “Ulteriori decisioni sulle due partite saranno comunicate a tempo debito”.

Tornando al discorso iniziale sul terminare il campionato italiano, nel malaugurato caso che non sia possibile allora si dovrebbe scegliere l’opzione più equa per tutti in modo che accesso alle competizioni europee e retrocessioni non penalizzino nessuno. Cristallizzare l’attuale classifica e stabilire chi è il vincitore dello scudetto o non assegnarlo, ma comunque  comunicare quali sono le squadre che potranno accedere alle competizioni europee sarebbe anche fattibile se tutte le squadre avessero disputato lo stesso numero di partite, ma così non è perché Inter, Atalanta, Verona, Parma, Sassuolo, Cagliari, Torino e Sampdoria hanno giocato una partita in meno e non sarebbe del tutto equo anche se alcuni club in caso di vittoria o pareggio nella gara da recuperare non cambierebbero la loro attuale classifica, ma altri sì. Ad esempio, Verona e Parma che sono ottave vincendo scavalcherebbero il Milan che è settimo e poi la qualificazione all’Europa League dipende anche dall’esito della Coppa Italia che vede coinvolto il Milan che ha pareggiato l’andata della semifinale con la Juventus e se non si potrà terminare il campionato non si potrà neppure portare a termine la Coppa Italia, anche se dovendo disputare solo più tre partite, le due semifinali di ritorno e la finale, e non dodici turni più le quattro gare della 25ª giornata, magari passato il picco del Coronavirus si potrebbero giocare sia i match mancanti per portare a termine la Coppa Italia sia quelli per recuperare le quattro partite della 25ª giornata.

Altra ipotesi è assegnare il titolo e le retrocessioni tramite playoff e playout. Ma anche in questo caso prima di fare playoff e playout al fine della massima equità andrebbero giocati i recuperi della 25ª giornata in modo da partire da un numero uguale di patite giocate da tutti.

Dando per scontato che prima di tutto deve rientrare l’emergenza da Coronavirus, poi per campionato, Coppa Italia, coppe internazionali ed Europeo andrebbero prese le decisioni meno penalizzanti possibili per tutti e si può farlo solo se ci sarà la volontà di essere equi fino in fondo e non facendo prevalere logiche che di fatto favoriscono i club più potenti.