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Forza anima granata: riemergi!

di Elena Rossin

Anni di delusioni, speranze che puntualmente vengono disattese, dirigenti e giocatori che nulla hanno a che spartire con l’essenza del Toro hanno fatto si che, poco alla volta, nel cuore di ogni tifoso sprofondasse sempre più l’anima granata, giungendo a ricavarsi nel profondo una piccolissima nicchia nella quale rifugiarsi, in attesa che tempi migliori giungano permettendole così di riemergere. Ma gli anni sono passati e, anziché migliorare, la situazione è costantemente peggiorata fino al punto da non avere neanche più l’immaginazione che possano tornare tempi migliori. Rassegnazione e paura di morire sono i granitici macigni che tengono schiacciata l’anima granata al punto da impedirle persino di urlare il suo straziante dolore. Ma l’anima granata non è morta.

Il terzo anno consecutivo di serie B è così arrivato sui tifosi senza apparentemente aggiungere dolore, benché fosse dai più previsto anche se nessuno fino al secondo gol del Padova lo avrebbe mai ammesso, perché l’ammissione voleva dire accettazione e questa non è una caratteristica del tifoso del Toro. Qualcuno potrebbe obbiettare che chi si rassegna al peggio vuol dire che lo accetta. Assolutamente no, nulla di più sbagliato, almeno non è così per il vero tifoso granata. Rassegnato a vedere sempre più sprofondare la propria squadra in un anonimo limbo forse, ma che accetti questa lenta eutanasia mai. L’anima granata dal suo recondito cantuccio freme di fronte allo scempio, è dibattuta su cosa può fare affinché la situazione muti. Attenzione: non ha dubbi se agire o meno, ma su come agire. E’ tutt’altra cosa.

L’anima granata non è un’entità formata da tantissimi pezzettini che risiedono in ogni tifoso, me è una forza primordiale che unisce i singoli tifosi. Il degrado che negli ultimi anni ha colpito il Torino ha allontanato i tifosi gli uni dagli altri, in modo che si attestassero su posizioni differenti in merito a come vivere lo squallido presente, ma non ha scalfito l’anima granata. Si è giunti ad uno dei momenti fra i più critici della storia più che centenaria del Toro: rimanere ostaggi dalla paura di morire sapientemente orchestrata da chi non ha a cuore il Toro oppure coesistere tutti nell’anima granata e farla riemergere per ridare così finalmente vita al vero Toro.
 


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