Giampaolo a rischio, come il "sosia" Stannis Baratheon. Winter is coming?
Winter is coming. Difficile trovare una verità più evidente, sia letteralmente sia metaforicamente, rispetto allo stato in cui versa il Toro di Marco Giampaolo. Che rischia di rimanere un Re senza Regno, con un esercito che non funziona, armi spuntate, e le verdi vallate del terreno di gioco costantemente occupate dalle truppe avversarie.
Sovvenuta ieri a chi vi scrive, che ha poi scoperto esserci già arrivato Carlo Pellegatti, la somiglianza del tecnico granata con Stannis Baratheon (interpretato dall'attore britannico Stephen Dillane), uno degli aspiranti monarchi dei Sette Regni della popolare serie TV "Game of Thrones", è impressionante. Spot-on, affermerebbe la sua controparte d'Albione. Tra un Davide Vagnati, fino a questo momento, non dimostratosi finora un braccio destro all'altezza di Lord Davos Seaworth, e un Urbano Cairo eminenza grigia decisamente sottotono, rispetto alla capacità di far ascendere il suo protetto al potere propria di Lady Melisandre, non è bastato finora al tecnico-re ritrovare nel Gallo Belotti il suo Jon Snow.
Se un buon campionato alla guida del Toro, magari alla soglia della zona Europa League, rappresenta la conquista dei Sette Regni, o quanto meno del Nord di Winterfell, lo Stannis giuliese rischia di rimanere, proprio come la sua controparte sul piccolo schermo, senza corona, prima che la sua reggenza si esaurisca secondo i termini. Perché se le sue schiere si sono frantumate non certo contro potenze calcistiche che evochino i Lannister, né l'esercito orientale e i possenti draghi agli ordini di Daenerys Targaryen, ma contro un Crotone paragonabile a un piccolo e coraggioso villaggio, uno di quelli da espugnare in poco più d'una scaramuccia, ove si voglia credibilmente puntare ai Sette Regni, l'impressione è che la guerra rischi di essere già persa. Sette Regni o - al momento utopistico - settimo posto che dir si voglia.
Winter is coming, dunque. Quel metaforico inverno lungo il quale il Toro rischia di restare assiderato, tra i freddi ghiacci degli ultimi posti della classifica.