Gian Paolo Ormezzano: "Mi piace da matti tifare Toro quest'anno"
Fonte: Tuttomercatoweb.com
Abbiamo intervistato in esclusiva Gian Paolo Ormezzano, noto giornalista sportivo, e con lui parlato del Torino. La reazione del Torino con l’Empoli dopo la sconfitta con il Gubbio è da apprezzare. Ventura ha insegnato il rispetto per il possesso della palla. Solo Ogbonna riesce a rimediare alle situazioni più assurde. In B quest’anno si gioca un calcio migliore che in A. Torino a parte, la Juve Stabia, l’Empoli e il Gubbio sono squadre interessanti. Il Toro può arrivare in A.
Dopo la sconfitta con il Gubbio era importante vedere la reazione del Torino con l’Empoli, secondo lei c’è stata veramente?
“Io direi che non solo c’è stata veramente, ma è stata al di là di quello che pensavo perché mi aspettavo una certa reazione normale, convenzionale, canonica di una squadra compassata che oramai può permettersi di perdere anche due partite di seguito. Invece è stata una reazione disperata specie nel secondo tempo, pulsante, cattiva, balorda, neanche tanto bella dal punto di vista estetico, per fortuna perché ne avevo abbastanza di soggetti bellissimi. Mi ha un po’ consolato, è venuto fuori un altro Toro, magari un po’ più povero di quello che avevamo goduto nelle prime giornate, ma forse più utile per certe circostanze. E mi piace dire che hanno non dico deluso, per carità, ma hanno giocato meno bene del solito facendo anche degli errori molto comuni e molto banali proprio i due che erano stati finora i più bravi cioè Iori e Ogbonna e questo mi conforta insieme al fatto che Coppola sia il primo dei tre portieri. Ci sono delle cose ovvero le due trasferte consecutive, c’è l’incognita perenne, cosmica, cosmi-comica, certe volte cosmi-tragica che non sappiamo mai se il Torino è una squadra vera o un ectoplasma della nostra memoria o un prodotto della nemesi, prodotto talora sbilenco, talora picassiano, talora euclideo-geometrico. Però mi piace così, mi piace da matti stare con il Toro e tifare Toro quest’anno”.
Questo Toro è diversissimo da quello dell’anno scorso, ma è dovuto realmente all’effetto Ventura o è cambiata qualche altra cosa che ha permesso a questo gruppo di giocatori di diventare una squadra?
“Detto da uno che non crede assolutamente nell’importanza dell’allenatore, che evoca ancora la buonanima di Rocco quando mi diceva: “L’importante è che non faccia errori l’allenatore” e penso che l’allenatore sia una creatura mediatica utile ai club per la stampa e a noi giornalisti per sfrucugliarci sopra e per menare tutti i torroni di questo mondo, ecco detto da me Ventura ha insegnato qualche cosa. Anche qualche cosa a livello di calcetto, io sostengo che il Barcellona gioca il miglior calcetto di tutti i tempi e non il miglior calcio, certi passaggini sono quasi leziosi, però Ventura ha insegnato se non altro il rispetto per quella cosa che si chiama il possesso di palla e cioè che la palla non la si deve sciupare, non la si deve sprecare. Uno solo può permettersi atleticamente di non seguire questo concetto è Ogbonna, che ha un calcio tale che anche nelle situazioni più assurde riesce a rimediare, ma gli altri no. Il rispetto della palla. Io per il resto lascerei perdere tutte queste menate tattiche, centrocampo, baricentro alzato, però qualche cosa Ventura glielo ha insegnato e detto da uno, ripeto, che non crede che l’allenatore conti … Io non credo neanche al centrocampo, che viene sorvolato con lanci lunghi, per me l’ideale è il portiere che rinvia e un centravanti pivot sotto la porta avversaria che smista, non credo allo spogliatoio perché non ho mai visto gol fatti dallo spogliatoio, non ho creduto a nessun mister anche perché ne ho conosciuti da vicino, specie ai miei tempi, e devo dire che erano dei poveracci non come me, ma quasi come me. Ecco devo dire che Ventura ha insegnato qualche cosa, è dura per me ammetterlo, è doloroso”.
Tutti gli anni si dice che la serie B è di livello inferiore a quello della stagione precedente, quest’anno qual è il livello?
“Io dico un’eresia o una bestemmia, decida chi legge, per ragioni professionali - perché ogni tanto scoprono che so fare ancora qualche cosina nel giornalismo e mi fanno di nuovo lavorare - sto seguendo molto tutto il calcio di B e di A quest’anno, nei limiti della televisione e dei miei occhi di umano, e devo dire che si gioca meglio in B che in A, partite come Torino-Brescia in A non ne ho viste molte. La A è bella quando diventa selvaggia come la B, quando giocano male, fanno degli errori, delle cretinate e poi rimediano, si sputano addosso. In A quest’anno quel poco di sanguigno e di valido che c’è è quando è al livello della B, per il resto giocano malissimo tanto è vero che produciamo una Nazionale poverella, simpaticissima, ma comunque poverella. Mentre in B ho visto giocare belle partite, per me la squadra più bella che ho visto, a parte il Torino che a mio parere è la più bella anche se perde venticinque a zero contro la Scafatese, è la Juve Stabia. Non male l’Empoli e devo dire anche il Gubbio. Ma forse ha ragione Platini, che era un mio grande amico fuori dal calcio e credo che lo sia rimasto anche se non abbiamo più consuetudini strette, che mi diceva che il calcio a un certo livello professionale giocano tutti allo stesso modo e la differenza la fa: la fortuna, che lui chiamava con quella parola di quattro lettere che inizia per “c” che non è francese; l’arbitro; la prodezza individuale, ma che sia dell’attaccante o del portiere e che sia risolutiva perché del terzino o del centrocampista non frega niente a nessuno, e forse ci siamo e aveva ragione lui, però adesso è troppo importante, è troppo grosso e forse anche un po’ troppo grasso per chiedergli conferma”.
Ma per la sua esperienza il Torino dove può arrivare?
“In A. Io vorrei tanto che il Torino facesse come l’Atalanta anche con un po’ di soffietto, di fisarmonica fra la B e la A, ma con un bel vivaio. Infatti in uno dei miei ultimi deliri cartacei, perché adesso ho anche dei deliri elettronici quando scrivo online, come si dice, ho scritto come sarebbe stato bello se Cairo avesse preso Zeman e gli avesse detto hai quindici-vent’anni di lavoro e tirami su dei giovani e facci divertire, saremmo rimasti in B e andati in C e in A. Ecco una soluzione tipo Atalanta mi sarebbe andata bene andando su e giù tra A e B, vincendo delle partite importanti e perdendone altre, cercando però di non prendere i punti di penalizzazione come ha fatto l’Atalanta meravigliosa di quest’anno”.