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Gigi Lentini: "Segnare è duro se non lo si ha nel sangue"

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per Tuttomercatoweb.com

Abbiamo intervistato in esclusiva Gianluigi Lentini, cresciuto nelle giovanili del Torino dove poi ha giocato dall’86 all’88, dall’89 al ‘92 e infine dal ‘97 al 2000, ha indossato anche la maglia del Milan dal 1992 al ‘96. Con lui abbiamo parlato della partita di oggi pomeriggio fra le sue ex squadre.

Torino-Milan partita che può segnare, se vinta, la svolta positiva in classifica per entrambe le squadre?
“Sì in effetti è così, ci sono ancora tante partite da disputare però il Milan ha bisogno di vincere  per prolungare la striscia positiva e recuperare punti sulle squadre che lo precedono e il Toro anche, perché non deve permettere alle squadre che lo seguono in classifica di avvicinarsi o peggio ancora di superarlo. Sarà una gara difficile, ma bella”.

Per il Torino voltare pagina dopo la sconfitta nel derby è importante, come lo è provare a incrementare il numero di gol segnati, che è il tallone d’Achille di questa squadra.
“Il Toro a livello difensivo ha fatto e sta facendo molto bene e anche nel derby è dovuto rimanere in dieci per cominciare a subire in maniera decisa ed è vero che fa fatica a fare gol. Staremo a vedere … adesso nel mercato di gennaio se la società ritiene di aver bisogno di un attaccante qualcuno troverà”.

Nella sessione del calciomercato di gennaio non è facile però trovare giocatori validi e subito utilizzabili appena arrivati, infatti finora Ventura quasi sempre ha impiegato parecchio tempo prima di far utilizzare giocatori nuovi.
“In effetti servono giocatori da mandare subito in campo, ma vedremo cosa offrirà il mercato e se il caso qualcuno lo prenderanno, altrimenti andranno avanti con gli attuali giocatori e cercheranno di fare il maggior numero di gol possibile”.

Lei che spiegazione dà al fatto che giocatori come Bianchi, Cerci e gli altri attaccanti del Torino fanno così tanta fatica a segnare?
“Segnare non è facile e le squadre a livello difensivo sono sempre più organizzate. Fare gol se non lo si ha nel sangue è difficile soprattutto se non si ha il giusto amalgama per arrivare in zona tiro con frequenza e poi subentrano i complessi, quando non si segna da tempo diventa sempre più difficile farlo”.

Un pronostico per questa partita?
“Non so, mi auguro che sia una bella partita e che vinca il migliore”.

Cambiando argomento ma non troppo, suo figlio Nicholas si avvia a seguire le sue orme, è il portiere degli Allievi Nazionali granata ed è stato convocato in Nazionale. Contento della crescita professionale del pargolo?
“Per adesso si diverte ancora e sta facendo bene, fino a quando continuerà con questa passione e questa voglia non può che farmi piacere, poi chi vivrà vedrà”.