Giocatori e Ventura basta alibi. La società intervenga!
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Nove occasioni da gol non andate a buon fine compreso un rigore, 64% dei tiri errati, 46% di passaggi sbagliati nella metà campo avversaria, 95% di cross non andati a buon fine e primo cambio effettuato al 79’ quando gli avversari avevano già agguantato il pareggio (78’). Questi sono i dati del Torino con la Lazio. Si può solo dire che il pareggio a fine partita è tantissima roba, per fortuna dei granata la squadra di Pioli ha i suoi problemi e aveva in parte la testa alla partita d’Europa League di giovedì. Per quanto si voglia vedere positivo, e nel primo tempo il Torino ha sicuramente giocato meglio del suo avversario e avrebbe potuto segnare almeno un altro gol rendendo più difficile la rimonta della Lazio, non sì può fare passare sotto silenzio i dati sopra riportati.
Ventura e i giocatori devono trovare soluzioni per evitare che queste situazioni, viste e riviste in questa stagione, continuino a ripetersi. Il presidente Cairo e il direttore sportivo Petrachi hanno l’obbligo di farsi sentire in modo deciso pretendendo che i troppi evidenti errori siano contenuti. Le somme si tireranno a campionato concluso, ma rimangono da disputare ancora dieci partite e il trend deve cambiare, non è assolutamente accettabile che continui così. Se i giocatori sbagliano ripetutamente a tirare in porta, i passaggi e i cross tocca allo staff tecnico modificare gli allenamenti con esercizi specifici. Non esiste regolamento che imponga cambi solo nella seconda metà della ripresa, Pioli domenica al 40’ del primo tempo ha tolto Lulic e Cataldi per inserire Braafheid e Milinkovic-Savic. E poi nel secondo Keita per Klose (73’) e al senegalese sono serviti giusto quattro minuti per sfuggire a Benassi e farsi fare il fallo in area da Molinaro che ha portato al rigore e al gol del pareggio. A prescindere che certi giocatori piacciano oppure no a Ventura, se sono in rosa vanno utilizzati e non tenuti a scaldare i sedili della panchina, soprattutto se chi é in campo non ha più sufficienti forze per restarci e dare un accettabile contributo com’è successo a Benassi che ha chiesto la sostituzione come detto dal mister nel post-partita, Molinaro e Vives, che prima di ricevere un colpo al costato era già a corto di carburante.
Le colpe dei punti che a ogni partita immancabilmente sono gettati alle ortiche sono di tutti: da rivedere il giudizio sul mercato estivo e non ci sono scusanti per il mancato arrivo di un centrocampista, per altro promesso, a gennaio; il persistere con un gioco che non paga più come una volta; i troppi infortuni, l’involuzione di alcuni giocatori; i toppi errori individuali dei calciatori; il perdurare della fragilità psicologica porta a prestazioni non positive. Se un giocatore a inizio stagione non sbagliava i passaggi, i cross e inquadrava lo specchio della porta nei tiri finali vuole dire che non è un brocco, ma se dopo mesi commette tutti questi errori e non riesce a tonare quello di prima qualche motivo ci sarà. Non si vogliono esternare i reali problemi, libera scelta, ma vanno risolti all’interno dello spogliatoio e se persistono la società deve prendere provvedimenti.
Continuando così i giocatori che l’estate scorsa e anche a gennaio avevano quotazioni interessanti, ma non ritenute abbastanza congrue da Cairo finiranno per deprezzarsi, le plusvalenze saranno minori e chi è scontento della situazione, a torto o a ragione, in estate farà di tutto per andare via, contratto o non contratto che tenga. I sette punti che separano il Torino dal Frosinone terzultimo sono un buon margine anche perché in mezzo ci sono Sampdoria, Genoa, Atalanta, Udinese e Palermo e i granata devono ancora affrontare Genoa, Atalanta e Udinese e con Palermo e Frosinone hanno vinto sia all’andata sia al ritorno, quindi il discorso salvezza non è all’ordine del giorno, ma sarebbe allucinante se la discesa in classifica continuasse, anche solo di una o due posizioni.
Magari ci sono dei tifosi che si accontentano di questa stagione, ma c’è ne sono altri che non ne possono più e se stanno zitti o si limitano a qualche fischio potrebbe dire che si sono già allontanati da una squadra, un allenatore e una società che non riconoscono e che non li rappresenta più. Prima che sia troppo tardi va fatto qualche cosa.