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Giorgio Venturin: "Il Toro deve far leva sul suo carattere"

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per Tuttomercatoweb.com

Abbiamo intervistato in esclusiva Giorgio Venturin, ex centrocampista cresciuto nelle giovanili del Torino dove ha giocato a più riprese dal 1987 all’88, dall’89 al ‘90, dal ‘91 al ‘94 e dal 2000 al 2002. Da un paio di settimane Venturin è osservatore nel Lazio, Marche ed Abruzzo della Figc per le Nazionali giovanili dall’Under 15 all’Under 21, la rete di osservatori fa capo ad Arrigo Sacchi che ne è il responsabile e a Maurizio Viscidi che lo coadiuva nel ruolo di vice. Con Venturin abbiamo parlato della partita del Torino con il Padova e dell’affollamento ai vertici della classifica di serie B. Il Toro ha dimostrato con il Livorno che quando deve vincere ci riesce. Piazzarsi primi o secondi vuol dire comunque serie A diretta. Alla lunga vince chi prende meno gol. A fine stagione conta la lucidità mentale e lo star bene fisicamente di tutti i giocatori.

Il Torino affronterà il Padova sapendo che Pescara, Sassuolo e Verona hanno vinto e che il vertice della classifica è affollatissimo, questo obbliga i granata a vincere per riconquistare la vetta in solitario. Una tale pressione potrebbe danneggiarli o favorirli?
“Dipende dal carattere della squadra, però anche in occasione della vittoria con il Livorno la situazione del Torino era parecchio simile ed era obbligato a vincere per mantenere la testa della classifica e lo ha fatto, quindi penso che sia una squadra che può sopportare questo tipo di pressioni. Più che altro mi preoccuperei del Padova che è una signora squadra”.

Il precedente del blak out all’Euganeo e i punti dati e tolti e con un ricorso ancora non giudicato aggiunge a questa partita ulteriori motivazioni.
“Il Toro sia per tradizione sia per blasone è abbastanza abituato, almeno in serie B, a stare ai vertici della classifica, in più quest’anno sta disputando un ottimo campionato quindi deve continuare così e poi i conti li si faranno alla fine, perché arrivando primi o secondi in A si va comunque direttamente; di conseguenza, per assurdo, basterebbe arrivare secondi per centrare l’obiettivo”.

Delle quattro squadre che si contendono i primi due posti il Torino è quella che segna di meno con i 49 gol realizzati a fronte degli 84 del Pescara, dei 50 del Sassuolo e dei 55 del Verona, potrebbe essere questo un handicap per i granata?
“Io sono dell’opinione che vince chi prende meno gol e il Torino in questo è la miglior squadra della categoria avendo incassato solo venticinque retri mentre il Pescara ne ha subite 53, il Sassuolo 28 e il Verona 39. Parlando anche a livello statistico alla lunga le squadre che subiscono di meno sono quelle che ottengono i migliori risultati. E’ chiaro però che a prescindere dai gol fatti o subiti in questo momento tutte e quattro le squadre si stanno giocando la serie A”.

Il Torino oltretutto ha un calendario particolarmente ostico, in otto giorni affronterà il Padova, il Pescara e il Sassuolo per poi terminare la stagione con Modena e AlbinoLeffe. A difficoltà si aggiungono difficoltà.
“Bisognerà vedere come la squadra arriverà a questi appuntamenti a livello mentale, ma soprattutto fisico perché si sa che quando si arriva alla fine della stagione le squadre che ottengono i risultati sono quelle che fisicamente ci sono. La speranza è che in questi ultimi ventidue giorni i giocatori stiano tutti bene. Secondo me il Toro se la può giocare alla grande per l’organico che ha e comunque ci sono due posti in palio e diciamo che nella peggiore delle ipotesi c’è eventualmente anche la possibilità di arrivare in A tramite i playoff, è chiaro che l’obiettivo è la A diretta e su questo non si discute, ma bisogna ricordare che esiste anche quest’ultima possibilità che farebbe inevitabilmente soffrire un po’ di più”.


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