Giorni importanti: Petrachi dimissionario, Bava promosso e … il Milan
Fonte: Elena Rossin
Andando con ordine, Petrachi si è dimesso, anche se non ci sono conferme ufficiali, per il momento, da parte del Torino e adesso si vedrà se le sue dimissioni saranno accettate. Non é infatti automatico che lo siano. Per regolamento il presidente di una società di calcio quando riceve le dimissioni del direttore sportivo può liberarlo subito oppure decidere di trattenerlo fino alla fine del contratto che nel caso di Petrachi è il 30 giugno 2020. E’ difficile che ciò avvenga poiché non converrebbe a Cairo farlo in quanto dovrebbe continuare a pagare lo stipendio a Petrachi fino alla scadenza naturale del contratto senza che di fatto il direttore lavori, sarebbe strano che si occupasse del mercato dopo che ha dato le dimissioni che sono state congelate. E’ più probabile che Cairo pretenda una sorta di risarcimento da Petrachi e dalla Roma, perché è al club giallorosso che si accaserà Gianluca. Risarcimento per il fastidio, definiamolo così, legato al fatto che da tempo si parli di un avvicinamento del direttore sportivo alla Roma senza che prima sia stato risolto il rapporto con il Torino. Cairo potrebbe anche intraprendere vie legali poiché un tesserato, qual è Petrachi, non può avere contatti con un altro club essendo sotto contratto con quello granata. Questa via sarebbe lunga e burrascosa ed è per questo che la soluzione del risarcimento sarebbe la più facile da percorrere. Senza dimenticare che circolano voci che Petrachi andando via si porterà il suo fedele braccio destro Cavallo, il capo degli osservatori granata, e forse anche il segretario generale Pantaleo Longo. Risarcimento che potrebbe concretarsi con il passaggio di un giocatore di qualità utile a rinforzare la rosa a disposizione di Mazzarri o anche un giovane di grande talento. Si attendono sviluppi e sicuramente nei prossimi giorni ci saranno poiché questa situazione non può rimanere in sospeso a lungo senza che avvengano passi ufficiali, anche perché Petrachi potrebbe dopo le dimissioni chiedere alla Federazione il permesso di poter lavorare per la Roma nel caso ci fosse nel contratto che lo lega al Torino qualche clausola che le sue dimissioni abbiano effetto immediato una volta presentate.
Con Petrachi in uscita dal Torino si apre il fronte del sostituto. Il prescelto è Massimo Bava, l’attuale responsabile del settore giovanile che in questi anni, dal 2012, ha lavorato molto bene ottenendo risultati importanti basti pensare allo scudetto ottenuto dalla Primavera guidata da Moreno Longo e alla successiva Supercoppa italiana e alla Coppa Italia e la seconda Supercoppa Italiana sempre conquistate dalla Primavera di mister Federico Coppitelli. I giovani portati in prima squadra da Parigini a Edera, da Barreca, poi ceduto al Monaco con il contemporaneo arrivo di Meïté, a Bonifazi per giungere a Millico più tanti altri che sono di proprietà del Torino e che si stanno facendo le ossa altrove come i vari Zaccagno, Cucchietti, Buongiorno, Fiordaliso e De Luca, tanto per citarne alcuni. Bava ha poi messo grande impegno nella questione del Robaldo, il centro sportivo che ospiterà il settore giovanile. Proprio ieri sono state consegnate dal Comune di Torino le chiavi dell’impianto e appena saranno ottenuti gli ultimi permessi inizieranno i lavori di ristrutturazione in modo che le giovanili dalla Primavera all’Under 14 (in attesa di capire se si trasferirà lì anche la Scuola Calcio) dalla stagione 2020-2021 possano allenarsi in strada Castello di Mirafiori. Con Bava promosso a direttore sportivo è probabile che anche Rizzieri, che attualmente si occupa dello scouting delle giovanili, lo sia e possa prendere il posto di Bava.
Infine il Milan. Il Torino per piazzamento in campionato non ha più la possibilità di accedere all’Europa League perché se anche domenica pomeriggio battesse la Lazio e la Roma perdesse con il Parma la classifica avulsa sarebbe favorevole ai giallorossi, che hanno battuto i granata sia all’andata sia al ritorno, e la squadra di Mazzarri non accederebbe alla seconda delle coppe europee. Ma, già c’è un ma. Il Milan, ecco cosa c'entrano i rossoneri, se non dovesse riuscire a conquistare un posto utile per la Champions potrebbe rinunciare all’Europa League e di conseguenza il Torino, come avvenne nel 2014 per le allora vicissitudini del Parma, in Europa ci andrebbe. Ieri l’amministratore delegato del Milan Gazidis si è recato a Nyon nella sede dell’Uefa accompagnato dai legali che si occupano del caso e ha incontrato i rappresentanti del Club Finalcial Control Body. Fra pochi giorni, tra la fine di maggio e i primi di giugno, i commissari dell’Uefa si pronunceranno sul nuovo deferimento del Milan relativo al mancato rispetto del Fair Play finanziario per l’anno 2017-2018. Il Milan inoltre il 30 giugno chiuderà l’esercizio di bilancio della stagione 2018-2019 e si prevede un passivo di 80-90 milioni. E’ quindi prevedibile che il Milan cerchi di accordarsi con l’Uefa in vista del ricorso al Tas (Tribunale arbitrale dello Sport) di Losanna, ma ormai la Camera Giudicante avrà emesso il suo verdetto che potrebbe portare all’esclusione dalle coppe europee per la prossima stagione a causa dell’accumularsi del passivo, dopo quello già punito un anno fa. In questo caso se il Milan non si fosse qualificato per la Champions potrebbe accettare la sentenza e non fare ricorso al Tas per l’esclusione dalla prossima Europa League in vista dell’altro ricorso, sempre davanti al Tas, nel tentativo di trovare un accordo con l’Uefa relativo alla sentenza della Camera Giudicante che ha imposto nel dicembre scorso al club rossonero il pareggio di bilancio entro il 2021. Intricatissima vicenda quella del Milan, con il Torino che a distanza la segue con grande interesse.