Gli sforzi e l’impegno di Longo sono rimbalzati da una squadra avviluppata su se stessa
Fonte: Elena Rossin
E’ intervenuto per migliorare la condizione atletica della squadra, sta utilizzando i giocatori nei propri ruoli naturali per tirarne fuori il potenziale, gradualmente ha provato a dare un assetto diverso facendo giocare la squadra con due punte di ruolo, predica di continuo che ci vuole coraggio e determinazione, non nasconde che la situazione sia difficile e che bisogna entrare nell’ottica di lottare per salvarsi, fa da parafulmine a giocatori e società con la sua comprovata essenza granata. In ventotto giorni Moreno Longo di energie ne ha spese, ha profuso impegno e abnegazione eppure di risultati ne ha ottenuti ben pochi.
Qualcuno potrebbe dire che è arrivato in una situazione già molto difficile e che ha troppa poca esperienza della serie A per intervenire in modo efficace. Sul fatto che sia arrivato in un momento difficile non ci sono dubbi. E’ vero che non ha molta esperienza in serie A, ma Mazzarri l’aveva e non poca eppure, pur profondendo impegno e sforzandosi di trovare soluzioni, non era riuscito ad evitare che la squadra non solo entrasse in un buco nero, ma che si inoltrasse nei meandri perdendo la bussola utile a trovare l’uscita. Un altro allenatore avrebbe fatto meglio di Longo? Domanda che rimane sospesa e alla quale si possono dare risposte antitetiche.
La realtà è che il Torino è avviluppato su se stesso e pare non permeabile a cure, infatti, finora qualsiasi cosa tentata ha finito per rimbalzare e tornare indietro senza apportare modifiche utili. Ed è stata emblematica la partita con il Napoli. Inizio promettente con due fiammate, quella di Lukic e quella di De Silvestri, che hanno portato il Torino vicino al riuscire a segnare e poi dopo appena una decina di minuti, anche un po’ meno, tutto si è progressivamente dissolto. Il Napoli, che è squadra più forte e meglio attrezzata, senza sforzarsi è passa in vantaggio dopo diciannove minuti e avrebbe anche potuto in più di un’occasione raddoppiare, ma ha commesso qualche errore di troppo in fase di conclusione e così la partita è rimasta aperta fino all’82esimo quando è giunto il raddoppio dei partenopei. Solo allora il Torino si è un po’ scosso arrivando ad accorciare le distanze, ma ormai era troppo tardi visto che il gol di Edera è arrivato al 91esimo.
Che cosa avrebbe potuto e può fare di più Longo? I giocatori che ha a disposizione sono questi. Avrebbe potuto scegliere Lyanco e non Bremer in difesa? Sì, avrebbe potuto. Ha optato per due punte di ruolo Belotti e Zaza per dare maggiore peso all’attacco. Ha inserito un uomo in più a centrocampo in modo che le due fasi, attiva e passiva, ne traessero giovamento con una maggiore protezione per la difesa e giocatori come Baselli e Lukic che dessero il là alle azioni offensive e con gli esterni, Ansaldi e De Silvestri, rifornissero di più gli attaccanti con verticalizzazioni e cross. Ma gli intenti sono rimasti tali. Se si fosse presentato al cospetto del Napoli con il tridente a centrocampo ci sarebbe stato un uomo in meno e se già con uno in più la mediana è andata in difficoltà con uno in meno che avrebbe fatto? Avrebbe potuto far giocare Aina al posto di De Silvestri o di Ansaldi ? Sì, ma quando in precedenza su una delle due fasce c’è stato Aina non si sono avuti risultati migliori. In mezzo al campo avrebbe potuto schierare Meïté? Sì, ma quali migliori garanzie aveva dato quando era stato utilizzato? Per lui vale lo stesso discorso fatto per Aina. Visto che Zaza non incideva avrebbe potuto toglierlo prima inserendo Edera? Sì, ma va anche ricordato che Edera non è una punta di ruolo bensì più un esterno d’attacco o al più una seconda punta. Poteva far giocare Verdi titolare, sfruttando magari la sua voglia di rivalsa nei confronti del Napoli? Sì, ma allora non avrebbe potuto sperimentare le due punte di ruolo o avrebbe avuto un uomo in meno a centrocampo, senza contare che finora le performance di Verdi non sono state eccellenti. E se avesse fatto giocare Berenguer che era reduce da una forte lombalgia? Ci sarebbe stato lo stesso problema di conciliarlo con le due punte di ruolo o di giocare con un solo attaccante e due esterni. Allora forse avrebbe potuto schierare la squadra con il 4-4-2? Ad esempio, Sirigu, Izzo, Nkoulou, Lyanco, Bremer, De Silvestri, Rincon, uno fra Baselli e Lukic, Ansaldi, Zaza e Belotti, ma due soli uomini in mezzo al campo avrebbero retto?
Se i giocatori perdono palla, sbagliano passaggi, cross, tiri e leggono male le situazioni non dipende dall’allenatore. Che si chiami Longo, Mazzarri, Klopp o Guardiola. Poi, per carità, Longo ci metterà ancora più impegno e proverà a trovare altre soluzioni, ma sta ai giocatori dargli una mano nel far sì che si rivelino efficaci.