Glik: “Con il Pescara c’è in palio il passaggio del turno di Coppa Italia”
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Il capitano ha parlato del primo vero impegno stagionale. Concentrazione sul nuovo modulo e cercare di migliorare partita dopo partita per ottenere a fine stagione un risultato superiore a quello dello scorso anno, senza però porsi obiettivi specifici.
Si è alla vigilia di una partita e lei sta quasi facendo le veci di Ventura, che non ha ancora parlato in conferenza stampa dall’inizio del ritiro. Voi giocatori avete ricevuto delle indicazioni particolari per affrontare il Pescara?
“Non abbiamo ancora analizzato bene il Pescara e abbiamo visto solo qualche immagine della gara precedente disputata dagli abruzzesi con il Pordenone. Noi dobbiamo guardare a noi stessi, concentrarci sul modulo nuovo e cercare di migliorarci in modo da dimostrare che quest’anno possiamo fare bene”.
Poiché si tratta di una gara di Coppa Italia è un impegno un po’ minore rispetto a quello che vi attenderà la prossima settimana alla prima di campionato?
“Quella di domani sera sarà una partita ufficiale e quindi è importante poiché in palio c’è il passaggio del turno, non è come un’amichevole perché si gioca sul serio per i tre punti. Noi scenderemo in campo concentrati e con l’obiettivo di vincere in modo da presentarci subito bene al cospetto dei nostri tifosi”.
Gli impegni con le nazionali, suoi e di altri tre compagni, hanno forse condizionato in parte la preparazione della gara di Coppa Italia?
“No, almeno non me personalmente. Ci sono tanti giocatori anche di altre squadre che sono impegnati con le nazionali. Il lavoro che dovevamo fare è stato svolto prima e questi pochi giorni di assenza di alcuni di noi a livello tattico non credo che abbia cambiato qualche cosa”.
A furor di popolo è diventato il capitano, sente questa come una responsabilità in più?
“Essere il capitano è importante e fa piacere e per certe cose rappresenta un po’ di responsabilità in più. Vorrei dimostrare di valere quello che sono e che ho iniziato a fare due stagioni fa quando sono arrivato al Torino. In questo gruppo ci sono venti capitani, io e tutti gli altri daremo il massimo dentro lo spogliatoio e fuori sul campo”.
Quest’anno avete cambiato modulo e la disposizione del reparto difensivo è differente, sono stati inseriti giocatori nuovi e alle vostre spalle non c’è più Gillet, ma Padelli. Tutte queste novità sono già state assimilate?
“Nel calcio ci sono questo tipo di situazioni e i giocatori cambiano da una stagione all’altra, ma in questo mese di ritiro si è lavorato bene e anche Padelli ha rispolverato le nozioni e i movimenti relativi al modulo che aveva appreso quando giocava nel Bari ed era allenato da Ventura. Chiaramente con la difesa a cinque tutti dobbiamo imparare movimenti nuovi sia in fase offensiva sia in fase difensiva, ma il lavoro fin qui svolto è stato positivo”.
Il gioco di Ventura si basa molto sul giro palla, con il 5-3-2 e con un uomo piazzato davanti alla difesa cambia qualcosa per voi nel far circolare la sfera?
“Non è cambiato molto, ma è chiaro che in fase offensiva certe situazioni sono mutate. Dipende anche da come si schiera l’avversario, però noi cerchiamo di prepararci nel modo migliore e abbiamo incamerato nuove soluzioni di gioco”.
Il papà-calciatore Glik che regalo vuole fare alla sua bimba che sta per nascere? Che cosa le può promettere?
“(Ride, ndr) Per il momento non penso di farle dei regali, ma credo che cercare con il resto della squadra di risalire il più possibile la classifica sarebbe un bell’obiettivo, comunque dobbiamo fare un passo alla volta partita per partita senza porci dei traguardi specifici”.
I tifosi però si aspettano qualche cosa in più rispetto al quint’ultimo posto dello scorso campionato, senza arrivare a promettere il decimo, ma un traguardo che non sia la mera salvezza nelle ultime giornate è possibile?
“Certo, ma anche noi giocatori vogliamo arrivare più lontano rispetto alla scorsa stagione. E’ normale che i tifosi vogliano che arriviamo fra i primi dieci e anche per me è un obiettivo, ma è meglio se ci concentriamo partita per partita e ad aprile-maggio vediamo dove potremmo arrivare”.
Alla fine del campionato ci sarà il Mondiale, quindi per chi come lei gioca in nazionale la mole di lavoro sarà maggiore. Conquistarsi un posto per il Brasile renderà diverso il vostro impegno?
“No, la maggior parte delle squadre ha giocatori impegnati in nazionale e fisicamente siamo preparati bene di conseguenza non cambierà nulla”.
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