Granata molli e imprecisi e l'Empoli si prende tre punti d'oro
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Quinta battuta d’arresto per il Torino che mantiene la vetta della classifica e il vantaggio di tre lunghezze sulla coppia delle prime inseguitrici, Sassuolo e Verona, grazie al pareggio degli emiliani a Grosseto e alla sconfitta del Pescara con il Bari. Granata indubbiamente colpevoli di aver affrontato una squadra che aveva ben trentacinque punti in meno senza quella determinazione che dovrebbe essere la norma per una squadra che ha come unico obiettivo quello di vincere il campionato per tornare dopo tre anni in serie A. Come più volte nell’arco di questo campionato si è stati costretti a constatare il Torino ha creato occasioni da gol, ma non le ha sfruttate a dovere, l’imprecisione nel tiro in porta resta il tallone d’Achille di questi giocatori.
Qualcuno potrà obiettare che si è a fine stagione e nella rosa del Torino alcuni giocatori sono stanchi per aver già dato molto e in più che ci sono i primi caldi. Tutto vero, ma questo vale anche per gli avversari quindi non fa granché testo. Altra possibile obiezione è che gli avversari si chiudono in difesa e quindi gli spazi per arrivare al tiro sono molto pochi. Nessuno può negarlo, però questo varrebbe se il Torino non riuscisse a creare occasioni da gol invece ne crea, quindi vuol dire che appena gli si presenta un varco riesce a sfruttarlo, ma poi manca il guizzo vincente finale. Con l’Empoli nel primo tempo Antenucci e Di Cesare, prima del gol partita di Maccarone, hanno avuto l’opportunità di freddare Dossena e poi Guberti ed anche Meggiorini, ben quattro occasioni: una limpidissima, quella di Antenucci, altre due molto chiare, quelle di Di Cesare e Guberti, ed infine una parecchio buona, quella di Meggiorini, e tutte nel primo tempo. Anche nella ripresa almeno altre quattro volte il Torino avrebbe potuto pareggiare con Antenucci, Pasquato in un paio di occasioni e Bianchi. Per carità in campo ci sono anche gli avversari e quindi non risulta tutto facile, ma resta molto forte l’impressione che con un po’ più di sana cattiveria agonistica e di determinazione il pareggio, per non dir altro, era agguantabile.
Venerdì sera ci sarà la Reggina e il Torino avrà l’occasione di voltar subito pagina, anche se i calabresi, soprattutto se dovessero uscire vincenti dal posticipo di lunedì con il Brescia, andranno all’Olimpico con la bava alla bocca perché si troverebbero a nove giornate dalla fine a tre punti di distanza dall’ultimo posto utile per i playoff, occupato dal Varese oggi sconfitto dalla Juve Stabia. I granata con la sconfitta odierna per fortuna non hanno compromesso nulla, ma continuano a gettare al vento tutte le occasioni che hanno per allungare, questo è uno spunto di riflessione non secondario che porta a pensare che questi giocatori pecchino in fatto di personalità e che quindi il gran lavoro che li ha fatti diventare una squadra non è ancora terminato. La serie A è a un passo, le potenzialità per raggiungere l’obiettivo ci sono, mollare adesso sarebbe un peccato capitale. Il Torino è a un crocevia: una strada porta in paradiso, l’altra all’inferno, stringendo i denti e mettendoci un po’ di grinta la salita può essere affrontata, le porte del Paradiso sono già dischiuse: ogni gol che verrà segnato renderà più breve la strada e contribuirà a spalancarle.