Ha ragione Mazzarri quando dice che troppi elogi al Torino sarebbero sbagliati
Fonte: Elena Rossin
Le Rondinelle non hanno volato, Grosso non ha dato quella scossa emotiva che si spera sempre che dia il cambio di allenatore, i biancazzurri hanno giocato in dieci dal minuto 41 e Balotelli è stato impalpabile per cui il quattro a zero rifilato dal Torino al Brescia non può essere considerato un risultato esaltante, ma solo un risultato dovuto.
E’ positivo che i granata abbiano dato continuità alla prestazione fatta nel derby, ma l’essere ritornati in campo dopo l’intervallo parendo il tentativo di rimettere in piedi la partita, dettato da un moto d’orgoglio del Brescia, è fatto negativo, tanto più che rientra in quei cali di tensione che capitano troppo spesso. E come al solito in questi casi a metterci una pezza è stato san Salvatore Sirigu che ha fatto tre interventi determinati, uno doppio su Ayé e Spalek (56’) e poi un altro su Bisoli (60’), per mantenere la sua porta inviolata e far sì che il Brescia non riaprisse la partita che era stata incanalata sui giusti binari dai due gol, segnati entrambi su calcio di rigore, da Belotti (17’ e 26’). Solo dopo Berenguer ha chiuso la partita con una doppietta (75’ e 81’).
L’inizio della ripresa deve essere un monito perché se anziché il Brescia, ultimo in classifica, ci fosse stato un avversario più qualitativo, con tutto il rispetto per i biancazzurri, la probabilità che il Torino rimanesse in vantaggio di sue gol sarebbe stata molto bassa e una volta subito gol la partita sarebbe potuta virare con i granata di nuovo attanagliati da paure che più volte lo spesso Mazzarri ha sottolineato. Nessun tono trionfalistico per questo quattro a zero, per il bene del Torino perché ci sarà tempo e modo di esaltarsi se e quando i granata non si lasceranno più andare a pericolosi cali di tensione.