I giocatori passano, il Torino resta
A fronte dei tanti (e inevitabili) rumors di mercato sui vari Glik, Darmian, Maksimovic e Bruno Peres, il popolo granata è giustamente un po' preoccupato. Anche perché, al tempo stesso, consapevole che con ogni probabilità qualcuno dei calciatori sopracitati partirà. Non per esigenze di bilancio (il Torino è una delle poche società italiane ad avere i conti apposto) o per mera decisione di chi comanda (Cairo lo ha detto più volte che fosse per lui tratterebbe tutti. E gli crediamo, considerando anche che lo scorso anno fece di tutto per non far andar via Cerci), ma perché è così, questo è il calcio. I giocatori vanno e vengono, talvolta perché vogliono giocare in club più importanti, talvolta perché vogliono contratti più importanti. Quello che conta è che il Torino resta, la maglia resta, il cuore Toro resta così come la passione di tifosi che sono legati da qualcosa di più profondo che dal semplice tifo per la stessa squadra. Esser granata, infatti, vuol dire essere speciali.
Per il momento a Cairo non è pervenuta alcuna offerta, che però arriverà sicuramente nelle prossime settimane. Glik piace al Tottenham e a diversi club tedeschi, Darmian a tutti (nessuno escluso!), Maksimovic al Porto con anche l'Arsenal che ha preso informazioni e Bruno Peres alla Roma. Chiusa parentesi, perché questo non è il tema principale del nostro discorso. Quello che conta più che altro è saper reperire i sostituti giusti. E sotto questo punto di vista i tifosi granata possono davvero stare tranquilli: Gianluca Petrachi con le sue profonde conoscenze calcistiche e non è una garanzia. Basta pensare alla scorsa estate! Quando sono partiti Cerci e Immobili ed è arrivata gente come Martinez e Bruno Peres, ad esempio, tutti (o quasi...) erano preoccupati. Preferivano un nome ad effetto, uno conosciuto. E, invece, a pochi mesi di distanza, Martinez è apprezzato da mezza Italia e Peres è finito nel mirino delle big. Ma lo stesso discorso si può fare per i vari Maksimovic, Darmian, Glik. Tutte scommesse vinte da Petrachi. L'altra garanzia per i tifosi granata si chiama Giampiero Ventura, detto anche Re Mida. Tutto ciò che tocca diventa oro. Guaritore, mago, rigeneratore, psicologo. Un factotum che sarebbe capace di far giocare in maniera dignitosa anche il sottoscritto (ed è compito assai arduo!).
Il dispiacere quando parte un giocatore a cui ti affezioni c'è sempre. Ma si tifa la maglia, non il giocatore. E, quindi, non resta che stare sereni e confidare in chi, mettendo a tacere tutte le malelingue e gli scettici, ha dimostrato di saperci fare. Il Toro non deve rimpiangere nessuno, semmai sono i calciatori che se ne sono andati a dover rimpiangere il Toro (lo chiediamo alla coppia magica?). Con una certezza, che chiunque ci sia in campo, il Toro vivrà ancora altre cento, mille notti come quella di Bilbao o dell'Olimpico contro lo Zenit. Perché il Toro è grande.
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