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I limiti del Torino derivano dal mercato, come ha messo in evidenza la sconfitta con la Juventus

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Delusione Torino

Perdere un derby brucia sempre, se poi la sconfitta arriva per un gol subito all’86esimo e con un primo tempo giocato mettendo in difficoltà l’avversario e creando più di un’occasione da gol brucia ancora di più. Il Torino dopo un avvio non senza aver corso qualche pericolo, Kean (3’) e McKennie (5’ e 8’), si è ripreso e ha fatto pressing alto, possesso palla, intensità di gioco, velocità d’azione e ripartenze creando così non pochi problemi alla Juventus. Però nonostante tutto i granata non son riusciti a segnare pur andandoci vicini con Lukic (22’), Mandragora (39’) e Sanabria (42’). E già qui si è evidenziato che manca un bomber. L’assenza per infortunio di Belotti pesa e se a lui si aggiungono anche Pjaca e Zaza e pure quello di Edera oltre a Praet si comprende facilmente perché il Torino non sia riuscito ad assestare la zampata vincente.

Nella ripresa poi la Juventus si è scossa e l’inserimento, finito l’intervallo, di Cuadrado al posto di Kean è servito per dare maggior peso specifico ai bianconeri, anche perché al contempo il Torino è calato molto permettendo agli avversari di gestire il gioco con il possesso palla. Ma nonostante tutto la squadra granata bene o male ha retto fino a quattro minuti dalla fine quando Locatelli ha piazzato il colpo vincente e in pieno recupero il palo preso da Kulusevski ha impedito che la beffa fosse ancora maggiore. Però in precedenza Milinkovic-Savic aveva già dovuto effettuare due parate importanti su Alex Sandro (53’) e Cuadrado (55’). E c’era stato anche l’intervento salvifico di Ansaldi in anticipo su Chiesa (82’).   

Juric che con i cambi in altre partite era riuscito a fare la differenza questa volta si è trovato senza sufficiente materia prima di qualità a differenza del suo collega Allegri. Infatti il tecnico croato ha potuto fare un buon cambio solo con Ansaldi entrato al posto di Aina (65’), ma Linetty per Lukic (65’), già utilizzato fuori ruolo da trequartista, non ha spostato gli equilibri così come Baselli per Sanabria (76’) e Rincon per Brekalo (84’). Mentre quelli fatti da Allegri di Cuadrado per Kean (46’) e di Kulusevski per Bernardeschi (80’), ininfluente quello di Kaio Jorge per Chiesa (89’), sono stati utili. Juric ha dovuto fare con i giocatori che aveva a disposizione, Verdi era in panchina, ma nella rifinitura della mattina aveva accusato un fastidio al flessore che lo aveva già tenuto fermo e così l’allenatore non si è sentito di mandarlo in campo. E con partite ravvicinate probabilmente Linetty aveva bisogno di rifiatare ed è partito dalla panchina. Warming evidentemente non è ancora pronto per affrontare la Serie A e magari se al suo posto fosse stato preso in estate anche solo un attaccante proveniente dalla Serie B sarebbe servito di più stante gli infortuni di Belotti, Zaza. Pjaca (risentimento distrattivo al polpaccio destro) e Praet (interessamento distrattivo al bicipite femorale della coscia sinistra) sono due giocatori di qualità, ma hanno alle spalle infortuni che ne hanno condizionato l’utilizzo già in passato e infatti sono già finiti anche in questa stagione in infermeria. Allegri non disponeva di Dybala, Morata e Ramsey, però in estate gli sono stati presi fra gli altri Locatelli, Chiesa, Kean e Kaio Jorge e in particolare i primi due ieri sera il loro lo hanno fatto eccome. Le scelte di mercato incidono e tanto sui risultati della squadra e Juric i miracoli non li può fare, al più alzando la voce sul finire del mercato era riuscito a farsi dare almeno Pobega, Zima, Praet e Brekalo perché prima, a ritiro già quasi finito, gli era arrivato solo Pjaca e in precedenza Berisha e Warming e di tutti questi nessuno era una sua prima scelta.


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