I malumori rischiano di ripercuotersi su stagione e mercato
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Il calciomercato di gennaio è già di per sé molto difficile perché non si muovono i giocatori che rendono bene e si sono intergrati nelle squadre di appartenenza, salvo che non vengano comprati a cifre elevate, e poi ancora poiché è improbabile che si ceda un calciatore utile se non si è masochisti o talmente legati al denaro che si preferisce incassare piuttosto che disputare un campionato senza affanni, e che gli ingaggi lievitino in modo consistente. A gennaio di solito cambiano maglia quei giocatori che non trovano spazio per motivi tattici, caratteriali o perché reduci da infortuni e la squadra dove militano non può concedere loro tempo e sufficiente spazio per il pieno recupero. Quindi il fatto che al Torino quasi la metà dei giocatori viene poco o nulla utilizzata di per sé renderebbe la squadra granata interessante come luogo di approdo, però allo stesso tempo mette sul chi va là procuratori e giocatori perché finire in una formazione che lotta per salvarsi e dove non è facile ritagliarsi uno spazio non è la meta più ambita.
Il Torino, che ha l’impellente bisogno di integrare il parco giocatori se vuole salvarsi, deve prima di tutto risolvere in modo netto e trasparente le crescenti tensioni che in questi mesi si sono create. Minimizzare i problemi erigendo una facciata dove tutto sembra essersi ricomposto con pseudo-dichiarazioni fatte trapelare ad hoc è fumo che si getta negli occhi dei tifosi, ma che non inganna nessuno men che meno gli addetti ai lavori. Allo stesso modo cucire le bocche di chi è scontento con la minaccia di multe o mettendolo ai margini della rosa non serve a nulla, perché dissentire su metodi di lavoro e tattiche di gioco, se fatto in modo civile e diretto, non è un remare contro, anzi può essere costruttivo. Anche il celare gli allenamenti agli occhi dei tifosi rinchiudendo la squadra all’interno del centro sportivo non serve a rendere l’ambiente sereno, anzi, dà adito a illazioni e fornisce terreno fertile a chi vuole ingigantire i problemi.
Il momento in casa granata non è semplice e se non sarà gestito al meglio rischia di compromettere la stagione. Molto dipenderà dalla volontà di tutti di mettere un po’ da parte il proprio io e agire per il bene comune. Tanto dipenderà anche dal non trovare capri espiatori che siano giocatori, allenatore o dirigenti perché tutti hanno colpe e tutti hanno una parte di ragione, alcuni di più altri meno, però il torto non è mai solo di qualcuno. Esprimere come ha fatto Cairo piena e incondizionata fiducia nell’allenatore è giusto, pretendere il massimo impegno da parte di tutti è sacrosanto, però è altrettanto fondamentale che non si tengano a languire calciatori che non rientrano nei piani tecnici facendo di tutto per agevolarli nel trovare un'altra squadra, com’è indispensabile fornire a Ventura solo i giocatori che gli servono e non altri con caratteristiche differenti e presi perché non si è riusciti ad arrivare a quelli indicati dall’allenatore. Il tempo è galantuomo, ma il campo smaschera sempre e in modo palese tutti i bluff.