I piani di Longo stravolti dal Coronavirus: per il mister lo stop è un problema in più
Fonte: Elena Rossin
La salute collettiva prima di tutto, ci mancherebbe. Ma non si può dire che lo stop al campionato a causa del diffondersi del Coronavirus e persino agli allenamenti collettivi non abbia stravolto i piani di mister Moreno Longo. Se da una parte il rinvio di una o due partite poteva essere un vantaggio per il Torino perché così i giocatori che avevano avuto infortuni anche lunghi si trovavano a poter usufruire di maggior tempo per riacquistare il top della forma e, soprattutto, la squadra in generale che era in carenza d’ossigeno ed aveva bisogno di incrementare la condizione atletica aveva a disposizione il tempo per farlo. Senza dimenticare che così i giocatori potevano anche assimilare meglio l’idea di gioco di Longo che era arrivato a sostituire Mazzarri in panchina il 4 febbraio. Dall’altra, però, il successivo stop al campionato e in particolare agli allenamenti collettivi ha impedito che proseguisse il piano di lavoro studiato per far risalire il Torino dal buco nero in cui era finito e che lo aveva fatto precipitare molto vicino alle posizioni che conducono alla retrocessione.
E’ evidente che per il Torino tornare ad allenarsi il prima possibile e poi a giocare sia molto importante e che l’incertezza sulle date del progressivo ritorno alla normalità sia a questo punto uno svantaggio, pur tenendo conto che tutte le squadre sono nella medesima situazione. Ipotizzare che Longo non veda l’ora che l’emergenza finisca in modo da riprogrammare il lavoro è scontato. I giocatori si stanno allenando a casa con le tabelle studiate ad personam, ma per quanto lo facciano con scrupolo non è la stessa cosa che allenarsi al Filadelfia e giocare partita dopo partita. Non è, infatti, campato in aria pensare che questo stop forzato e doveroso potrebbe finire per danneggiare di più le squadre che erano già in difficoltà prima come il Torino. Per l’ambiente granata si può solo sperare che questo scenario negativo non accada.