I tifosi del Toro scontenti giustamente anche della squadra dopo il deludente pareggio col Monza
Fonte: Elena Rossin
Non si può sempre farsi andare bene tutto. Bisogna iniziare dal fondo e quindi dai fischi arrivati non solo dalla Curva Maratona, ma anche dai tifosi che delusi da quanto visto in campo uscivano dagli altri settori dello stadio e poi da quel coro, questo sì urlato forte e chiaro dalla Maratona,“tirate fuori le p***e”. Già perché il Monza, che sta nei bassifondi della classifica, ci aveva messo la bellezza di quattro minuti a pareggiare col Torino, andato in vantaggio con Masina al 59’ e riacciuffato da Djuric al 63’. Poi i brianzoli hanno difeso con le unghie e con i denti quel punticino perché sapevano che così forse potevano lasciare l’ultima posizione almeno per una notte, in attesa di sapere il risultato della partita che questa sera il Venezia disputerà con il Lecce raggiunto proprio al terzultimo posto. Se poi si pensa che sugli spalti c’erano tanti ragazzi delle Academy granata non è stato proprio offerto loro un grande spettacolo, al più possono aver imparato cosa non si dovrebbe fare in campo.
Non c’è proprio pace per i tifosi del Toro che già non ne possono più del presidente Cairo e vorrebbero che dopo quasi venti anni se ne andasse e vendesse il club a qualcuno che portasse la squadra fuori dalla mediocrità e dal galleggiare a metà classifica. La contestazione nei confronti del presidente, e anche del direttore tecnico Vagnati, come annunciato c’è stata con la maggior parte del tifo organizzato che è rimasta fuori dallo stadio per i primi 45’ minuti e che poi quando è entrata ha subito espresso il suo pensiero con i consueti cori che ripete da molto tempo. E alla fine anche la squadra, sostenuta durante la partita come in tante altre occasioni, si è sentita dire la sua.
Tornando alla partita l’approccio non è stato quello che sarebbe stato naturale aspettarsi dopo un derby perso prima di tutto per mancanza di determinazione almeno a vendere cara la pelle e il filotto di sconfitte sei nelle ultime sette partite più quella che aveva determinato l’eliminazione dalla Coppa Italia ad opera dell’Empoli. E ha fotografato molto bene la gara l’allenatore del Monza Alessandro Nesta, uno che da calciatore, faceva il difensore, ha collezionato un palmares di grandi successi da fare invidia: 1 campionato Primavera, 3 campionati italiani vinti, 4 Coppa Italia, 4 Supercoppa italiana, 1 Canadian Championship, 1 Coppa delle Coppe, 3 Supercoppa Uefa, 2 Champions League, 1 Coppa del Mondo per club e in Nazionale 1 campionato d’Europa Under 21 e 1 Mondiale. Ebbene alla fine della gara col Torino Nesta ha detto: “La cosa che mi è piaciuta della mia squadra è che all’inizio abbiamo tenuto palla muovendola bene e portandola dove volevamo e con criterio. Abbiamo fatto delle scelte in base al movimento che faceva Il Torino. Dopo nel secondo tempo abbiamo fatto un po' più fatica, soprattutto nella seconda parte. Il Torino all'inizio aveva delle difficoltà e noi dovevamo fargli male. Non abbiamo avuto quella determinazione per fargli gol e questo ci ha mandato un po’ in confusione”.
Positivo che il Torino sia andato in vantaggio, ma non che dopo pochi minuti si sia fatto rimontare e che poi pur provandoci non sia riuscito a ottenere la vittoria. I numeri (dati Lega Serie A) dicono che il Torino avrebbe potuto vincere. 12 tiri contro i 9. 11 occasioni da gol create a fronte delle 7 degli avversari. 10 passaggi chiave a 6. 7 angoli battuti a 6. 407 passaggi riusciti contro i 329 e nella trequarti 82 a 48. 40 recuperi a fronte dei 37. Meno positivi invece i 5 tiri in porta contro i 6 con 3 a 4 da area, 2 fuorigioco a 0, 4 cross utili tentati su 12 rispetto ai 6 su 12 e 4 dribbling a 6.
Non c’è stata di certo una prevalenza schiacciante del Torino sul Monza, ma ottenere qualche cosa in più del pareggio era possibile, però così non è stato e domenica arriva il Napoli, dell’ex Buongiorno, capolista.