Il 7° posto può bastare per l'Europa ma aspirarvi stride con essere vincenti
Fonte: Elena Rossin
Oggi l'aritmetica dice che il Torino pur al settimo posto, avendo sei spunti ancora a disposizione, come tutte le altre squadre, ed essendo a due dalla Roma e dal Milan, a cinque dall'Atalanta e a sei dall'Inter, potrebbe ancora arrivare quinto. Indubbiamente è molto difficile, ma non impossibile per due ragioni. La prima è che in questo campionato hanno già commesso passi mezzi o totalmente falsi quasi tutte le squadre. L’Inter ha perso con il Parma, pareggiato con il Chievo, perso con Bologna e Cagliari e pareggiato con l’Udinese. L’Atalanta ha perso con l’Empoli e il Genoa e pareggiato con Chievo ed Empoli. Il Milan ha pareggiato con Cagliari, Empoli, Bologna, Frosinone, Udinese e Parma. La Roma ha pareggiato con il Chievo, perso con Bologna e Udinese, pareggiato con Cagliari e Genoa. La seconda è che in caso di arrivo a pari punti il Torino in base alle regole della classifica avulsa, il primo criterio è quello dei punti negli scontri diretti, è in vantaggio su Inter, Atalanta e Milan (un pareggio e una vittoria con tutte e tre), non sulla Roma poiché con i giallorossi ha perso all'andata e al ritorno.
Perché il Torino deve pensare al quinto posto e non al sesto o al settimo? Andare in Europa League dalla porta principale e non provarci ad entrare dalla secondaria vuole dire avere mentalità vincente e non accontentarsi e poi ci sono anche altre considerazioni non assolutamente secondarie, ma il ragionamento va fatto per gradi. Lasciando perdere la Champions perché per arrivarci non solo il Torino dovrebbe vincere con Empoli e Lazio, ma l’Inter dovrebbe perdere le prossime due partite, l’Atalanta al massimo pareggiarne una, il Milan al massimo vincerne una e pareggiare l’altra e la Roma al massimo vincerne una e così i granata arriverebbero a 66 punti come Inter, Atalanta e Milan e per la classifica avulsa ci andrebbero loro. Mai dire mai, ma è uno scenario con probabilità che si avveri rasente lo zero.
L’obiettivo del Torino è quindi l'Europa League. Il quinto posto che dista due punti garantisce l’accesso alla fase a gironi, mentre il sesto (anche lui dista due punti) può voler dire preliminari o fase a gironi a seconda dell’esito della Coppa Italia e il settimo dipende solo ed esclusivamente dell’esito della Coppa Italia e porta solo ai preliminari. Una squadra che ha acquisito autostima, convinzione e maturità, come ha sottolineato Mazzarri, non può altro che puntare direttamente alla fase a gironi e non a soluzioni che si verificano solo se altri ottengono, l’Atalanta vince la Coppa Italia, o non ottengono determinati risultati, la Lazio perde la finale di Coppa Italia. Fissare un obiettivo minimo rischia di far ottenere un po' di meno, mentre puntare al massimo anche nel caso qualche cosa vada storto fa ottenere comunque il minimo. Ovviamente esiste anche lo scenario che il Torino vinca le prossime due partite e che non basti per andare neppure ai preliminari d’Europa League, ma si tratta di un pensiero negativo che va messo da parte in questo momento poi, dovesse verificarsi, si ne analizzeranno le cause. Tornando al ragionamento principale, il Torino dovrebbe pensare che la finale di Coppa Italia si disputa dopo la fine del campionato così non farebbe calcoli e si concentrerebbe sul battere l’Empoli che deve conquistare punti per salvarsi, ma ne ha venticinque in meno dei granata e se non si vince contro una formazione decisamente più debole allora non ha senso parlare d’Europa League. Poi a battere la Lazio. Nel frattempo l’Atalanta dovrà incontrare la Juventus in trasferta e il Sassuolo in casa. Il Milan il Frosinone in casa e la Spal in trasferta. La Roma il Sassuolo in trasferta e il Parma in casa. A campionato concluso allora si potrà considerare l’esito della Coppa Italia e se il Torino sarà settimo e quel posto manda ai preliminari di Europa League ben venga questo tour de force con tutto ciò che comporta.
Il secondo grado del ragionamento è legato proprio al tour de force con tutto ciò che comporta disputare i preliminari e non entrare solo dal terzo turno come avvenne nel 2014 quando la prima gara quella d’andata con il Brommapojkarna si disputò il 31 luglio. I preliminari, per l’esattezza i turni di qualificazione quest’anno iniziano per le squadre italiane con la gara d’andata del secondo il 25 luglio. Iniziare a disputare partite ufficiali così presto incide sulla preparazione estiva e ha inevitabili ripercussioni su tutta la stagione, aumenta il rischio d’infortuni, comporta avere non solo giocatori qualitativamente adeguati, titolari e riserve di spessore, ma anche una rosa più ampia che va gestita. In più va considerato che si gioca praticamente ogni tre giorni tra campionato ed Europa League e contando gli spostamenti di allenamenti canonici se ne fanno ben pochi. Per carità si tratta di cose normali per una squadra che fa le coppe europee, ma la mancanza d’abitudine dei giocatori granata a questi ritmi è da tenersi in considerazione e si è visto anche quest’anno che l’Atalanta, che nella scorsa stagione arrivò settima e disputò i turni preliminari d’Europa League a partire dal 26 luglio fu poi eliminata nei play-off dal Copenhagen, all’inizio del campionato fece un po’ di fatica e i bergamaschi già nella stagione precedente avevano disputato l’Europa League. Anche il Napoli, la Roma, l’Inter, il Milan e la Lazio dovendo giocare su più fronti hanno pagato pegno e rispetto al Torino sono squadre ben più abituate a giocare le coppe europee. Questo non significa assolutamente che per timore è meglio non andare ai preliminari, ma vuol dire che è molto meglio accedere alla fase a gironi che prende il via il 19 settembre così la preparazione estiva si svolge senza essere frammentata da gare ufficiali e s’inizia anche il campionato senza dover subito giocare ogni tre giorni e svolazzare su e giù per l’Europa. Ecco perché il Torino deve puntare solo al quinto posto e se sarà settimo con preliminari d’Europa League si farà di necessità virtù.