Il bicchiere è mezzo vuoto fino a quando il Torino non giocherà bene per 90 minuti
Fonte: Elena Rossin
“Per un’ora non siamo entrati in partita. Avevamo preparato un tipo di prestazione, ma ne abbiamo fatta tutta un’altra. L’ennesimo rigore fallito, invece di abbatterci, ci ha svegliati. Se avessimo giocato come abbiamo fatto dopo per tutti i 90 minuti, avremmo vinto. Di positivo c’è stata la reazione e il pareggio”: così ha commentato la prestazione dei suoi giocatori Mihajlovic ai microfoni di Rai Sport al termine della partita con la Fiorentina. Il problema del Torino sta tutto nel non riuscire a giocare in modo adeguato per tutta la durata della partita, infatti, o inizia molle oppure cala e si fa rimontare nella ripresa gettando alle ortiche punti su punti. Poi c’è il problema che più di un giocatore non riesce a fornire un apporto all’altezza e che nessuno sa battere bene i calci di rigore.
A dodici giornate dalla fine del campionato con gli obiettivi ormai sfumati - il quinto posto, l’ultimo utile per l’Europa League, dista quattordici punti – e il Torino continua a stazionare al nono posto con alle spalle Sampdoria e Chievo che hanno un solo punto in meno. A questo punto per dare un senso al finale della stagione ci vorrebbe un netto miglioramento nella tenuta durante le partite, ma questa squadra è in grado di riuscirci? D’acchito verrebbe da dire di no perché se non ci è riuscita in ventisei giornate, salvo in qualche occasione a inizio campionato, difficilmente ci riuscirà nel prossimo futuro. Questo, ovviamente, non deve essere un alibi né per i singoli né per il collettivo.
Il bicchiere adesso è inevitabilmente mezzo vuoto così come lo era il campionato passato. Conta relativamente poco che rispetto alla scorsa stagione, a parità di giornate disputate, il Torino abbia quattro punti in più e un Belotti che sta lottando con Dzeco e Higuain per il titolo di capocannoniere perché ogni campionato vale per sé e i rapporti di forza fra le varie squadre sono differenti. Fare un pochino meglio rispetto al passato ha un senso solo se si raggiungono gli obiettivi o comunque si riesce almeno a lottare fino alla fine per agguantarli, quando a tre mesi dalla fine non ci sono più traguardi ai quali aspirare il bilancio è segnato. Non tutto, però, è perduto se ci fossero dei miglioramenti perché allora il bicchiere diventerebbe mezzo pieno in prospettiva futura poiché non bisognerebbe ricominciare tutto da capo in estate, tanto andrà cambiato se si vorrà puntare con decisione all’Europa League, ma una base comunque ci sarebbe. La sfida è quanti ci credono nel creare un punto di partenza per il futuro? Mihajlovic ci crede, però, serve che anche i giocatori siano della stessa idea e che lo dimostrino sul campo per novanta, meglio novantacinque minuti.