Il cammino del Torino è compatibile con l’obiettivo, ma …
Fonte: Elena Rossin
Accantonando per un attimo qualsiasi giudizio e polemica su ciò che finora è stato fatto dal Torino, inteso come squadra, si può soffermarsi a riflettere sulla classifica in relazione all’obiettivo stagionale di migliorare il settimo posto dello scorso campionato che, inevitabilmente, significa piazzarsi in questo almeno al sesto. Per farlo bisogna partire dalla classifica odierna. Il Torino è al nono posto con 27 punti e il sesto, occupato dal Cagliari, è distante 3 lunghezze e in mezzo ci sono Parma e Milan che hanno 1 punto in più dei granata. Per completezza va detto anche che il Verona (che ha disputato una partita in meno e che la recupererà il 5 febbraio affrontando la Lazio che ha vinto le ultime 11 partite) ha 1 punto in meno e Napoli, Bologna, Fiorentina e Udinese ne hanno 3. La parte centrale della classifica è, quindi, affollata e non ci sono dubbi che la concorrenza sia agguerrita, cosa che complica il cammino rendendolo più arduo, ma questo vale per tutte queste squadre.
A 18 partite dalla fine del campionato è tutto ancora possibile e non solo per il Torino. In ballo c’è l’Europa, preliminari oppure no dipenderà dagli esiti della Coppa Italia dove i granata sono in corsa con Milan, che sarà l’avversario nei quarti (si giocherà al Meazza martedì prossimo alle 20,45), con il Napoli, già in semifinale avendo eliminato ieri la Lazio, e poi questa sera si saprà con chi fra Juventus e Roma, e mercoledì prossimo si conoscerà anche la quarta semifinalista che verrà fuori dal match fra Inter e Fiorentina.
Tutto possibile sì, ma il Torino dovrà disputare un girone di ritorno decisamente con meno passi falsi di quello dell’andata, con più gol fatti e meno subiti. Infatti, nella prima parte del campionato la squadra di Mazzarri ha conquistato 27 punti vincendo 8 partite (Sassuolo, Atalanta, Milan, Brescia, Genoa, Fiorentina, Roma e Bologna) e pareggiandone 3 (Napoli, Cagliari e Verona), ma perdendone 8 (Lecce, Sampdoria, Parma, Udinese, Lazio, Juventus, Inter e Spal). I granata hanno segnato 25 gol e ne hanno subiti 26 con una differenza reti negativa di uno, ma anche nel caso fosse positiva con un divario sotto i 6 nelle ultime cinque stagioni non è stata sufficiente neppure ad andare ai preliminari d’Europa League.
Non va dimenticato che nello scorso campionato l’ottimo girone di ritorno che vide il Torino come quarta forza della Serie A non bastò sul campo ad andare ai preliminari d’Europa League servì l’esclusione del Milan. Ecco perché la squadra di Mazzarri non dovrà più commettere passi falsi e migliorare il suo andamento perché allo stato attuale ha già iniziato il girone di ritorno in deficit rispetto a quello d’andata con la sconfitta con il Sassuolo, mentre nella prima gara del campionato aveva battuto i neroverdi. Serve anche una maggiore attenzione sia in fase difensiva sia in quella offensiva in quanto i 28 gol subiti pongono il Torino come 8ª squadra e i 26 realizzati come 11ª, dati che tendono ad allontanare dal sesto posto.
La squadra è praticamente la stessa dello scorso anno, meno Moretti che si è ritirato, ma con in più Verdi e Laxalt, quindi, i paragoni sono fattibili per quel che riguarda il potenziale dei granata tanto più che dopo venti partite il Torino ha gli stessi punti e nel famoso girone di ritrono dello scorso anno i granata persero solo tre gare (Roma, Bologna ed Empoli), ne pareggiarono sei (Spal, Napoli, Fiorentina, Parma, Cagliari e Juventus) e ne vinsero dieci (Inter, Udinese, Atalanta, Chievo, Frosinone, Sampdoria, Genoa, Milan, Sassuolo e Lazio) segnando ventotto reti e incassandone diciotto con una differenza reti di più dieci. Questi numeri sono quelli che vanno migliorati.