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Il Derby della Mole e i punti deboli bianconeri da sfruttare

di Claudio Colla

Con un problema, evidente e pesante ai fini della classifica, di concretezza contro le piccole, categoria di cui il Toro attuale fa certamente parte, la Juve di Andrea Pirlo si presenta alla stracittadina in programma sabato con un morale tutt'altro che alle stelle. Compito dei granata, al netto dell'enorme divario che la separa dalla compagine bianconera, intenta ad attraversare uno dei suoi peggiori momenti di difficoltà dell'ultimo decennio, sfruttare i dubbi e le perplessità che permeano l'ambiente dei "cugini". 

UN GRUPPO ANCORA DA COMPATTARE - Con Ronaldo solito solista a togliere le castagne dal fuoco, Morata problem solver part-time, una retroguardia che funziona a intermittenza, si fa sentire, in misura consistente, la mancanza dell'apporto dei nuovi arrivati. Col solo Kulusevski, infatti, ad avvicinarsi un minimo alle aspettative in lui riposte, la Juve fa i conti con quello che, finora, si è tradotto in un vero e proprio flop, Federico Chiesa, che rischia di ricalcare le orme di Bernardeschi, nel suo passaggio dalla condizione di primus inter pares viola a un sostanziale anonimato in bianconeri. Non entusiasma, nel frattempo, il rendimento generale di Arthur e di McKennie, con il giovane veterano Dybala vero nodo gordiano della situazione attuale.

LA PAREGGITE  - Ancora nessuna sconfitta in campionato, è vero. Ma cinque pareggi in nove gare sono un po' troppi per chi vuole puntare al decimo scudetto consecutivo: specie considerando che tre di questi, al netto degli accettabilissimi "segni X" giunti da Roma, contro giallorossi e biancocelesti, sono arrivati contro la cenerentola Crotone, contro il Benevento peggior difesa del campionato, e, tra le mura amiche, di fronte all'Hellas Verona. Tra disattenzioni fatali dietro, e l'occasionale incapacità di scardinare i fortini creati dagli sparring partner annunciati, una volta ottenuto il risultato contro i titani bianconeri.

UN ASSETTO ANCORA PRECARIO - Ancora decisamente in fase sperimentale il corso Pirlo, il tecnico bianconero, ancora personaggio in cerca d'autore pirandelliano, tra un Rabiot in ascesa e un Bentancur appannato in mezzo, con Danilo reinventato difensore di centro-destra in un assetto a tre, alla Juve, troppo spesso, manca l'ispirazione in grado di innescare il reparto offensivo, senza che CR7 sia costretto agli straordinari, e a prendere costantemente per mano la squadra. Con tanti buchi qua e là, tra mediana e fasce laterali; buchi che il Toro di Belotti, con coraggio, potrà provare a sfruttare.