Il futuro di Belotti è un’incognita ma i precedenti fanno ben sperare
Fonte: Elena Rossin
Cairo continua a ripetere che spera che Belotti resti un altro anno al Torino. Il “Gallo” non dà evidenti segnali di volersene andare, anzi. I tifosi moltiplicano manifestazioni d’affetto e appelli per trattenerlo. Mihajlovic senza dubbio è il primo a volere che non si muova verso altri lidi. I compagni sanno che è il valore aggiunto e sicuramente si augurano che rimanga con loro. Le premesse ci sono tutte affinché Belotti continui a indossare la maglia granata. Però c’è anche il rovescio della medaglia. La famosa clausola da cento milioni valida per l’estero che mette il giocatore in vetrina con la possibilità che arrivi un acquirente e se lo porti via. E’ vero che Belotti potrebbe reclinare l’offerta e a quel punto cento o anche più milioni varrebbero nulla, ma resta la spada di Damocle che in ogni momento potrebbe cadere sulla testa del Toro.
L’estate si annuncia molto calda su questo fronte perché fino all’ultimo giorno di mercato, meglio fino alle ultime ore, ci potrebbero essere colpi di scena. Ammettendo pure che nessun club straniero oggi e nel prossimo futuro sia intenzionato a offrire al Torino i famosi cento milioni, arrivando sì a chiedere Belotti ma per cifre inferiori e, quindi, sentendosi dire: “Eh no, non basta questa cifra. Se proprio lo volete, pagate cento milioni e trovate un accordo con lui”, c’è sempre il rischio che durante l’estate qualche attaccante delle squadre top in Europa si faccia male e il suo danarosissimo club, trovandosi in emergenza, decida di spendere i cento milioni e aggiudicarsi Belotti, offrendo anche al calciatore il classico contratto al quale non si può dire di no. Questo scenario, ipotetico finché si vuole, rientra, però, nelle logiche del calcio e potrebbe danneggiare il Torino, soprattutto se si verificasse verso la fine del mercato. E’ vero che il club granata avrebbe tanti soldi da spendere per fronteggiare l’emergenza, ma trovare un attaccante che garantisca di segnare con la continuità del “Gallo” non è facile e lo scoglio maggiore sarebbe convincere la società che ha il giocatore a cederlo senza avere molto tempo per sostituirlo. Un ottimista potrebbe obiettare che com’è arrivato Hart l’estate scorsa a fine mercato, così potrebbe accadere che il Torino trovi all’ultimo un attaccante se Belotti dovesse dire addio, per essere chiari, trovi un attaccante degno sostituto che non ha spazio in un top club estero. Certo, ma per il Torino ci vorrebbe una gran botta di lato b.
Lasciando da parte gli scenari più nefasti si può concentrare l’attenzione sugli aspetti legati alla volontà, più volte ripetuta, del Torino di trattenere il suo bomber. Non manca chi fra i tifosi, e anche fra qualche addetto ai lavori, che crede poco alle parole del presidente Cairo sull’effettiva speranza che Belotti non vada via. Bisogna però ricordare i precedenti. Da Ogbonna a Glik, Maksimovic e Peres, tutti sono stati trattenuti almeno ancora una stagione, dopo che si erano messi in mostra nel Torino. Solo due eccezioni: D’Ambrosio e Immobile. Il terzino andò via a gennaio, anche perché non era più in totale sintonia con l’allenatore. L’attaccante disse addio la prima volta dopo un solo campionato, però, era in comproprietà con la Juventus e poi quando ritornò non ci fu lo stesso feeling, nonostante l’accoglienza iniziale, e, soprattutto, il suo ri-approdo in granata era legato al rientro in Italia in vista dell’Europeo. Pesò sul secondo addio, non poco, anche la volontà del calciatore di giocare in una squadra competitiva e il Torino alla fine dello scorso campionato non lo era, tanto più che si sapeva, figuriamoci poi nell’interno dello spogliatoio, che Glik, Maksimovic e Peres sarebbero andati altrove. Tenuto però conto che Cairo ha sempre cercato di trattenere per un’ulteriore stagione i migliori giocatori e che in vista del Mondiale in Russia Belotti potrebbe preferire rimanere in una squadra dov’è il fulcro intorno al quale tutto gira e non uno dei tanti campioni, qualche possibilità c’è che resti. Soprattutto se ci sarà il giusto mix di giocatori giovani e di esperti che renderà il Torino capace di lottare veramente per un posto utile in Europa League e magari Cairo alzasse ancora un po’ l’ingaggio di Belotti poiché gli attaccanti top guadagnano molto più di lui. Nessuna illusione, ma neppure disperarsi prima che il “Gallo” se ne sia effettivamente andato.