Il pareggio con il Cagliari un bicchiere pieno a metà, ma che sembra ancora troppo vuoto
Fonte: Elena Rossin
Un punto è meglio di niente e quando ci sono delle difficoltà bisogna accontentarsi è stato in estrema sintesi il commento al pareggio con il Cagliari di Mazzarri. Certo rispetto alle partite con Udinese, Parma, Sampdoria e Lecce, qualcosa è stato raccolto, anche se la classifica del Torino confrontata con quella della scorsa settimana è peggiorata. Oggi, infatti, la squadra di Mazzarri si ritrova all’undicesimo posto essendo scivolata indietro di una posizione stante il sorpasso del Bologna, seppur sia riuscita a mettere alle spalle Milan e Udinese che avevano i suoi stessi punti prima di questo turno di campionato, visto che hanno perso entrambe rispettivamente due a uno con la Roma e sette a uno con l’Atalanta. E non si può non notare che il quinto posto ora dista una lunghezza in più, è passato da quattro a cinque, mentre è rimasta invariata la distanza dal terz’ultimo, sempre quattro punti.
Domandandosi se il pareggio con il Cagliari sia un bicchiere mezzo pieno oppure mezzo vuoto la risposta è: pieno a metà, ma che sembra ancora troppo vuoto. Il Torino ha approcciato meglio alla partita proponendosi subito in fase offensiva ed è stato un passo in avanti, ma questo atteggiamento è durato venti minuti, troppo poco e, infatti, il Cagliari è passato in vantaggio sul finire della prima frazione di gioco. E il gol era evitabile se solo Ola Aina avesse intercettato la palla sulla rimessa laterale, Djidji non avesse lisciato l’intervento su Simeone e anche Izzo avrebbe potuto fare qualche cosa di più per contrastare Nandez. Nella ripresa è arrivato il gol del pareggio segnato da Zaza, che subentrato a Falque ha dato un po’ la scossa. Non si può buttare la croce addosso a Falque (ieri per la prima volta ha giocato titolare dall’infortunio di luglio nella gara d’andata con il Debreceni nei preliminari d’Europa League), infatti, lo spagnolo ha bisogno di giocare pur non essendo brillante per ritrovare la forma migliore e il ritmo partita. Pareggio che non è stato seguito da una ricerca feroce della vittoria perché se anche Verdi anziché colpire la traversa avesse insaccato la palla il gol sarebbe stato annullato per precedente fuorigioco di Belotti e, anzi, il Torino nel finale è andato in difficoltà e può solo ringraziare che il Cagliari non abbia segnato la seconda rete e fare un monumento al suo portiere.
Verdi, entrato al posto di Djidji, è stato abbastanza impalpabile. Aina oltre all’errore nell’azione del gol del Cagliari e in generale a un apporto scarso in fase difensiva spinge anche poco in quella offensiva. Con tre partite in sette giorni magari Laxalt non riesce a giocarle tutte, ma ci fosse stato lui al posto di Aina, o almeno gli fosse subentrato prima del 79esimo, fosse sarebbe stato meglio. Ansaldi piazzato a fare il trequartista ha reso meno di quando stantufa sulla fascia. Rincon ha avuto meno garra del solito e ha commesso qualche errore di troppo. De Silvestri avrebbe dovuto spingere di più e anche effettuare qualche cross in più. Izzo non ha ancora smaltito la stanchezza dovuta al super lavoro fatto nel periodo precedente. Baselli magari non eccelle, ma tiene botta in mezzo al campo. Per fortuna che Nkoulou sta tornando ai suoi livelli, che Sirigu è sempre il salvatore della patria anche quando subisce gol, se non facesse parate fondamentali il Torino avrebbe perso finora ben più di quattro partite, e che Belotti fa il boia e l’impiccato, suo il cross per Zaza, e ci prova e riprova sempre a segnare e se non riceve abbastanza palloni se li va a cercare oltre a dare una mano in copertura. La condizione fisica di troppi giocatori è sotto gli standard adeguati e indubbiamente questo ne frena le prestazioni e di conseguenza la resa.
Adesso ci sono due partite complicate la trasferta a Roma con la Lazio mercoledì e il derby sabato con la Juventus e dopo si dovranno tirare le somme. Tanto dipenderà da che tipo di prestazioni la squadra di Mazzarri sfodererà e da quanti punti riuscirà a raccogliere. E’ comunque certo che andare avanti così come fatto finora senza sostanziali miglioramenti non si può perché il bicchiere sembra ancora troppo vuoto.