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Il pareggio in superiorità numerica a Catania lascia l'amaro in bocca

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Perché il Torino con un uomo in più per ottantuno minuti non ha provato a fare la partita per tutto il primo tempo e parte del secondo? Perché gli attaccanti granata sono troppo poco serviti e non si propongono abbastanza? Perché la manovra della squadra di Ventura troppo spesso è macchinosa finendo per sfumare? Perché Birsa che quando è in campo dà un po’ più di brio al Torino è stato fatto entrare solo al 13’ del secondo tempo? Perché ben cinque giocatori diffidati si fanno ammonire per falli quasi tutti evitabili e salteranno la prossima partita? Cosa serve la maggiore rapidità di Sansone se gioca solo poco più di mezzora? Sono tutte domande che chi ha visto Catania-Torino si pone se deve analizzare la gara dei granata, ma anche i tifosi si interrogano su questi argomenti e rischiano di farsi passare la voglia di cenare poiché la partita ha avuto inizio alle diciotto o di abbuffarsi bulimicamente per dimenticare.
Il rammarico aumenta ancora di più se si considera il fatto che al ventunesimo Bergessio ha spedito sulla traversa il rigore concesso per un contatto in area fra Vives e Izco perché poteva essere il vantaggio per i padroni di casa; il rigore da parte granata può anche essere considerato eccessivo come punizione, ma Vives è stato un po’ ingenuo perché molto probabilmente non si è quasi accorto che Izco arrivando in  velocità lo ha sorpassato finendo per entrare in collisione con lui.

Il punto con il quale il Torino torna da Catania è buono solo perché porta i granata a quota venti al termine del girone di ritorno e quindi vuol dire che hanno conquistato esattamente la metà dei punti che allo stato attuale dell’andamento del campionato obiettivamente dovrebbero essere sufficienti per restare in serie A e centrare l’obiettivo stagionale. Sicuramente tanta roba dopo tre anni di serie B, ma tutto ciò non cancella le lacune che ha questa squadra e sono le stesse che erano già evidenti a inizio stagione e in metà campionato non si è riusciti almeno parzialmente a eliminare. E’ chiaro quindi che se non si vuole rischiare un girone di ritorno con troppi patemi è indispensabile rafforzare la squadra in questa sessione di mercato. Oggi Almiron, uno dei giocatori che Ventura vorrebbe al Torino e che servirebbero per dare qualità al centrocampo e rendere più offensiva la manovra, non ha giocato in maniera strepitosa però ha fatto vedere quanto è utile nelle geometrie del gioco del Catania e lo sarebbe altrettanto in granata.

Il lato più negativo di questa trasferta è che domenica prossima all’ora di pranzo il Torino dovrà affrontare il Siena, una diretta concorrente per la salvezza, senza ben cinque giocatori che verranno squalificati per somma di ammonizioni, le defezioni quasi tutte in difesa: Darmian, Glik e Masiello andranno a sommarsi all’indisponibilità di Ogbonna alle prese con il recupero dall’intervento per eliminare un’ernia. Per Ventura ci saranno ben poche soluzioni per formare la linea a protezione di Gillet che sarà obbligatoriamente composta da D’Ambrosio, Di Cesare, Rodriguez e poi uno fra Agostini o Caceres, altri difensori il Torino non ne ha salvo che ne ingaggi uno in tutta fretta nei prossimi giorni sfruttando l’apertura del mercato invernale, oppure ricorrendo a qualche ragazzo della Primavera per tamponare l’emergenza. Anche il centrocampo non abbonderà visto che gli altri due squalificati sono Gazzi e Vives, auguri al mister che dovrà inventarsi qualche cosa.

Per onestà bisogna dire che ai punti il Catania avrebbe meritato di uscire dal campo con più di uno perché ha creato maggiori occasioni (26’ tiro di Gomez deviato da Gillet; 39’ Bergessio servito da Gomez aggancia male a tu per tu con Gillet; 52’ ancora Bergessio costringe Gillet a salvarsi in corner; 86’ Salifu dalla distanza prova a sorprendere Gillet senza riuscirci) a fronte delle due del Torino (16’ deviazione di Legrottaglie su tiro di Cerci, con Andujar che si supera; 66’ sinistro di Cerci con palla che passa a pochi centimetri dall’incrocio dei pali) nonostante la scellerataggine di Lodi che ha lasciato i suoi dal dodicesimo in inferiorità numerica per un fallo di reazione su Meggiorini.
Questa partita deve far riflettere dirigenza, allenatore e giocatori: per il bene del Toro si deve dare di più.


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