.

Il pareggio: un risultato al quale il Torino è un po’ troppo incline

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Belotti e Masiello

Passano gli anni, cambiano gli allenatori e i giocatori, ma resta la tendenza a pareggiare. Da quando il Torino è tornato in serie A, stagione 2012-2013, e vi si è stabilizzato il risultato che è ricorso maggiormente in campionato è stato il pareggio. Infatti, su 238 partite ben 83 sono terminate con un pari a fronte delle 78 vinte e delle 77 perse, anche questi ultimi due risultati sono in sostanziale equilibrio e non sono distanti in assoluto al numero totale dei segni ics. Questo dato è molto probabilmente significativo, se non il più significativo, per spiegare perché negli anni il Torino non è mai riuscito a fare il famoso salto di qualità, anche perché pareggiare è frutto di un uguale numero di gol fatti e subiti.

Anche in questa stagione il trend sembra essere lo stesso, infatti, in dieci giornate i granata hanno collezionato cinque pareggi, tre vittorie e due sconfitte. Il numero delle gare pareggiate è identico alla somma di vittorie sconfitte e il numero di gol fatti e di quelli subiti ammonta a dodici con una differenza reti uguale a zero. Il campionato è ancora lungo e la tendenza può essere mutata, ma al momento è in linea con le annate precedenti. Nelle ultime due partite il Torino ha sfoderato prestazioni superiori a quelle dell’avversario di turno, Bologna e Fiorentina, però, non è andato oltre il pareggio. Di solito gli allenatori leggono nelle prestazioni positive un dato importante per valutare la salute e i miglioramenti della squadra, ma se continuano a persistere i pareggi, soprattutto se avvengono con avversari oggettivamente meno forti o di pari valore, vuole dire inevitabilmente che qualche cosa non quadra. Tutto questo a prescindere dagli errori arbitrali che condizionano il risultato non meno degli errori che commettono i giocatori in campo e anche delle scelte degli allenatori sia relative alla formazione sia al gioco che danno alla squadra. Così come incide su prestazioni e risultati ciò che viene fatto in sede di mercato dalla società.

Il campionato finora ha detto che c’è un grande equilibrio, infatti in attesa del recupero di domani sera della partita fra Milan e Genoa rinviata a causa del crollo del ponte Morandi, tra il quinto posto, occupato in coabitazione proprio dai rossoneri e da Fiorentina, Sampdoria, Roma e Sassuolo, e il quattordicesimo, dove convivono Atalanta e Spal, in soli tre punti ci sono ben undici squadre e il Torino è lì in mezzo con i suoi quattordici punti. Questo lascia aperte tutte le porte, ma la squadra di Mazzarri per emergere dal gruppone deve assolutamente cambiare rotta e passare dall’equilibrio fra gol fatti e subiti al segnare di più e di conseguenza a incrementare il numero di vittorie. Belotti deve sbloccarsi e tornare a segnare con continuità. Zaza deve convincere Mazzarri ad utilizzarlo maggiormente e non solo a partita in corso come accaduto in sei gare su dieci, mentre ha giocato l’intero match solo con il Napoli, perché Falque era infortunato, e il Frosinone, anche in questo caso lo spagnolo pur in panchina era ancora reduce dallo stop forzato. Lo stesso Falque, che in questo avvio di stagione è stato l’attaccante che ha dato il maggior contributo in termini di prestazioni e di assist, deve incrementare il numero di gol poiché è fermo a quota uno. Il Torino deve scrollarsi di dosso la “pareggite” già a iniziare dalla prossima partita con la Sampdoria altrimenti l’Europa League rimarrà un sogno infranto.


Altre notizie
PUBBLICITÀ