Il potenziale arrivo di Vagnati al Torino fa pensare che la gestione del club sia a vista
Fonte: Elena Rossin
Da quando i rapporti tra Cairo e Petrachi non sono più stati in sintonia, fino a far prendere una strada diversa al direttore sportivo che lo ha portato alla Roma, al Torino è stato accostato Davide Vagnati, artefice con la proprietà estense negli ultimi anni della crescita della Spal che è stata portata dalla Serie C alla A. Quando il rapporto di lavoro tra Petrachi e il Torino è stato definitivamente interrotto, il 25 giugno 2019 dopo mesi e mesi di voci che parlavano di “divorzio”, a diventare il nuovo ds è stato Massimo Bava che dal 2012 aveva lavorato bene e ottenuto successi nel settore giovanile granata. Una promozione quindi meritata sul campo, magari qualcuno pensava che non avesse abbastanza esperienza per una prima squadra di Serie A oltretutto che era arrivata ai preliminari d’Europa League, ma comunque il presidente Cairo aveva così deciso tanto più che da sempre le decisioni le prende in prima persona e conduce le trattative di mercato più importanti. Quindi ci stava prendere un ds che dovesse completare il farsi le cosiddette ossa.
Ora, però, a distanza di neppure un anno, sono tornare a circolare con grande insistenza, senza peraltro che ci siano conferme o smentite dai diretti interessati, voci che Vagnati potrebbe diventare il nuovo direttore sportivo del Torino o quantomeno entrare nell’organico della società granata magari con l’incarico di direttore tecnico o qualche altra formula. Voci alimentate dalla risoluzione consensuale, ufficializzata ieri, del contratto di Vaganti da direttore dell’area tecnica della Spal, contratto che sarebbe scaduto nel 2021 come anche quello di Bava con il Torino. Vagnati affiancherebbe o sostituirebbe Bava, che secondo alcuni potrebbe anche tornare al settore giovanile. Una sorta di déjà-vu: Petrachi arrivò al Torino il 28 dicembre 2009 affiancando l’allora direttore sportivo Rino Foschi che si dimise il 6 gennaio 2010, dopo poco meno di un anno di permanenza, era infatti giunto il 19 gennaio 2009.
Ma se le voci diventassero realtà allora perché Cairo non è passato subito da Petrachi a Vaganti? Magari l’anno scorso non avevano trovato l’intesa, però, quando c’è la volontà basta qualche piccolo sforzo per concludere non c’è bisogno di tirarla per le lunghe per un anno. Non si può neppure pensare che Bava non abbia convinto del tutto, il fatto che non sia mai stato presentato ufficialmente oggi induce a ipotizzare che fosse “in prova” e che quindi Cairo stia pensando ad altre figure. Bava ha marginalmente gestito lo scorso mercato estivo e per quello invernale non ha avuto mandato di prendere nessuno e la direttiva presidenziale era sfoltire l’organico. Magari non lo ha fatto abbastanza, ma non è facile dover cedere giocatori che tutti sanno non essere più parte del progetto sportivo incassando cifre alte. E poi c’è stato lo stop forzato dovuto alla pandemia da Covid-19. Ora i cartellini dei giocatori sono tutti svalutati e il prossimo mercato sarà, a detta dei più, fondato sugli scambi e gireranno molti meno soldi e le trattative saranno complicate così come cedere o comprare i giocatori. E forse allora al Torino si preferisce avere un direttore sportivo con un più anni d’esperienza sulle spalle. O forse fra Cairo e Bava ci sono delle vedute sulla strategia da adottare differenti. Trattasi tutte di supposizioni che possono essere annoverate fra le malignità, ma si sa che a pensare male si fa peccato, però, spesso ci si azzecca.
Non si discute che Vaganti abbia fatto molto bene alla Spal e che può essere un profilo idoneo per il Torino, ma anche Bava merita fiducia. A prescindere da tutto si ha la sensazione che la gestione del Torino sia a vista e che non venga mai intrapresa una strada portandola a termine e questa sensazione deriva dai risultati sportivi della squadra che da anni si avvicina al fare il tanto menzionato salto di qualità, ma che finora non lo ha ancora fatto trasformandolo in chimera. Speriamo allora che la sensazione sia sbagliata e che sarà eliminata dai fatti.