Il primo assaggio d’Europa ha ingolosito i tifosi
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Non è stato un sogno e non è stata un’allucinazione causata da un’insolazione, impossibile viste le condizioni meteorologiche di questa pazza estate, il Torino è proprio tornato a calcare i campi in Europa e al debutto ha subito messo un’ipoteca sul passaggio ai play-off. Ammettiamolo pure, gli svedesi del Brommapojkarna non sono un avversario temibile e possono fare affidamento solo sulla buona volontà, però il Torino doveva metterci un po’ del suo per tornare da Stoccolma con una vittoria il più possibile rotonda e così è stato: tre gol fatti e nessuno subito. Non si può negare che il bottino sarebbe potuto essere ancora più cospicuo e che Larrondo, autore di una doppietta, per sua stessa ammissione ha sprecato qualche ghiotta occasione e sul fronte degli avversari Rexhepi ha delle colpe non indifferenti per il modo in cui ha sparacchiato in curva il pallone anziché mirare lo specchio della porta difesa da Padelli in occasione del rigore. Peccati veniali quelli granata, sono assolutamente perdonabili perché il tre a zero in trasferta mette al riparo da ribaltoni, basterà un minimo d’attenzione e concentrazione il sette agosto all’Olimpico di Torino.
I tifosi del Toro hanno aspettato per lunghi anni di vedere la loro squadra uscire dalle paludi della mediocrità, per non dir di peggio, e adesso hanno fame di successi. Bramano tornare a colorare di granata gli stadi, hanno voglia di urlare rialzando la voce e la testa. Se a Stoccolma si è sentita quasi esclusivamente la voce della rappresentanza del popolo del Toro, fra sei giorni sarà una bolgia all’Olimpico. Poco importa se l’avversario è modesto e già praticamente matato, la festa ci sarà e servirà da catarsi per purificare cervello, anima e cuore da tanta sofferenza che aveva sopito, ovviamente non annientato, la voglia di gonfiare il petto e di essere fieri della propria squadra. Questa festa servirà anche a giocatori, allenatore e dirigenza per capire ancora meglio, se lo vorranno, che cosa significa essere del Toro, che cos’è la fede granata. Senza nulla togliere alle altre tifoserie, il senso d’appartenenza e l’attaccamento alla maglia per il vero tifoso del Toro sono parte dell’essenza stessa della vita e non solo della vita calcistica.
La squadra nei prossimi giorni a Torino continuerà la preparazione non solo in vista della gara di ritorno, ma dell’intera stagione perché l’avere iniziato con le partite ufficiali il trentuno luglio non deve avere ripercussioni più avanti. La rosa è quasi al completo, forse si potrebbe ipotizzare l’arrivo di un altro attaccante, proprio per avere numericamente più soluzioni dovendo agire su tre fronti: Europa League, campionato e Coppa Italia, quest’ultima dal quattordici gennaio. Il mercato è in pieno svolgimento e rimangono aperte le questioni Cerci e Darmian, i due giocatori piacciono a molti club, il Torino non vuole privarsene, ma a fronte di offerte molto importanti per la società e i giocatori tutto è ovviamente possibile. In caso di addii chi andrà via dovrà essere sostituito adeguatamente, finora con gli innesti di Molinaro, Nocerino e Quagliarella si è aggiunta qualità ed esperienza, in attesa di conoscere meglio i vari Jansson, Gaston Silva, Ruben Perez, Sanchez Miño (non ancora tesserato come Bruno Peres) e Martinez, mentre con Avramov e Benassi il Torino si è garantito due alternative interessanti. Le premesse ci sono, ora servono conferme dal campo ed eventualmente dal mercato.