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Il risorto stadio Filadelfia deve unire non dividere: è la Casa del Toro

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

In attesa che la Questura e la Prefettura si esprimano sull’organizzazione delle manifestazioni per l’inaugurazione del rinato Filadelfia - il mitico stadio/Casa dei tifosi del Toro che ospitò le gesta del Grande Torino e poi fu il campo d’allenamento per decenni della squadra granata e fu culla di tanti giocatori che fecero la storia del club - si stanno ultimando i lavori di rifinitura dell’impianto e si eseguono i collaudi di rito. I lavori sostanziali del primo lotto dedicato alla parte sportiva sono terminati e rimangono da effettuare rifiniture, più o meno, importanti, come ha dichiarato Cesare Salvadori, presidente della Fondazione Stadio Filadelfia, tre giorni fa in un’intervista in esclusiva a questo sito.

La data dell’inaugurazione dovrebbe essere attorno al 25 maggio a ridosso dell’ultima giornata di campionato, ma ci sono pareri discordanti su fatto se la cerimonia dovrà svolgersi in momenti diversi oppure in uno unico. Il problema è che l’impianto può contenere solo 4000 persone e i tifosi del Toro, che hanno lottato strenuamente e atteso vent’anni per rivedere risorgere il Fila, sono molti di più e vogliono essere presenti. Escludere qualcuno, anzi molti, sarebbe una cattiveria gratuita e una grandissima ingiustizia. Il Torino Fc propende per un’inaugurazione in un unico momento e stando a quanto ha dichiarato Domenico Beccaria, presidente del Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata e membro del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Filadelfia, in un’intervista a Tuttosport (pubblicata oggi a pagina tredici e a firma Marco Bonetto) il presidente Cairo “da tempo continua a farci sapere di non essere nemmeno in grado di garantire la presenza della squadra in occasione dell’inaugurazione”. E’ vero che se la data fosse il 25 maggio, un giovedì, la squadra sarebbe impegnata nella preparazione dell’ultima gara di campionato con il Sassuolo, ma non trovare il tempo per andare all’inaugurazione del Fila è a dir poco strano, tanto più che il Torino non concorre per nessun traguardo e non è invischiato nella lotta per non retrocedere. Se proprio fosse impossibile trovare il tempo in settimana allora si potrebbe inaugurare il Fila domenica ventinove maggio e chiedere preventivamente al Sassuolo, alla Lega serie A e alle televisioni che detengono i diritti delle trasmissioni delle partite della serie A di far disputare in anticipo il sabato Torino-Sassulo, visto poi che le due squadre hanno una posizione in classifica che non le vede coinvolte né per ottenere un posto in Europa né per evitare la retrocessione. Se tutti fossero d’accordo, magari la Prefettura e la Questura darebbero il loro consenso, anche se è ci sarebbe qualche sforzo da fare in merito all’ordine pubblico perché in città non mancheranno i festeggiamenti dei tifosi juventini per la conquista dello scudetto. Ma se la Juventus dovesse arrivare alla finale di Champions, che si svolgerà a Cardiff il tre giugno, allora la festa scudetto potrebbe essere in tono minore oppure disputarsi in altro giorno, poiché è prevedibile che il club bianconero chiederà l’anticipo dell’ultima gara di campionato con il Bologna per preparare al meglio la finale. Bologna-Juventus potrebbe essere giocata sabato come Torino-Sassuolo o anche il venerdì. Anticipo che potrebbe essere concesso comunque, anche se la Juventus non arriverà alla finale di Champions, tenuto conto che il Bologna non sarà coinvolto in nessun discorso per l’Europa o la retrocessione e i bianconeri avranno in tasca lo scudetto magari già da qualche giornata. Ultimo intoppo, che di fatto non lo sarebbe, la finale di Coppa Italia in programma per venerdì 2 giugno. Se la Juventus fosse una delle due finaliste pure in questo caso potrebbe chiedere l’anticipo dell’ultima gara di campionato e sicuramente la finale di Coppa Italia sarebbe spostata se la Juventus disputasse anche la finale di Champions.

Il Fila è rimato per la tenacia e la ferrea volontà dei tifosi del Toro che hanno lottato strenuamente per ricostruire l’impianto che fu demolito per colpe e negligenze di tanti e questo è incontrovertibile e nessun altro può rivendicare la rinascita. Nel luglio 1995 una parte della gradinata nord venne abbattuta e, in seguito, le ruspe continuarono la demolizione il 18 luglio 1997 e il 10 aprile 1998 l’intero impianto fu definitivamente raso al suolo, solo due piccole parti della gradinata sono sopravvissute e ancora oggi ne testimoniano l’esistenza. Il presidente Cairo in molte occasioni, l’ultima domenica intervenendo telefonicamente al raduno nazionale dei Toro Club, ha detto che: “Dopo a demolizione del 1997 con il contributo di tutti stiamo riuscendo a farlo risplendere” e poi ha aggiunto “Io l’avevo detto dieci anni fa, prima di un match contro l’Ascoli, che ce l’avrei messa tutta per la ricostruzione del campo sino a quando la mia presidenza sarebbe durata e adesso, finalmente, siamo ad un passo dal tagliare il nostro per l’inaugurazione, è questione di due mesi”. I sodi che hanno permesso la ricostruzione del Fila sono arrivati 3,5 milioni di euro dal Comune di Torino e altrettanti dalla Regione Piemonte attraverso il mutuo e uno dalla Fondazione Mamma Cairo e quindi dal Torino Fc. Va ricordato che anche i tifosi hanno contribuito con l’acquisto dei seggiolini della tribuna. E’ evidente che il presidente Cairo avrebbe potuto fare di più, anche perché aveva promesso che avrebbe contribuito con la stessa cifra sborsata dagli enti pubblici, ma di fatto ha dato 2,5 milioni in meno. Poi immetterà altro denaro con i soldi che verserà per l’affitto dell’impianto come lui stesso ha dichiarato: “La Fondazione effettuerà una serie di aggiustamenti per renderlo ancora più funzionale per l’attività di allenamento della prima squadra, ma anche per le partite della Primavera”. Un conto è versare denaro per la ricostruzione di un impianto tutt’altro è pagare il canone di locazione per usarlo. Tra l’altro non risulta che il Torino Fc abbia già sottoscritto il contratto d’affitto, quindi, anche questa cosa è urgente che sia portata a termine, però, non è ancora stata fatta.
A tutto questo si aggiunge che il progetto della rinascita del Fila prevede tre lotti, come detto il primo quello sportivo è praticamente ultimato, ma degli altri due neppure l’ombra perché non ci sono i soldi e così la parte della foresteria, degli uffici del Torino e della Fondazione, secondo lotto, e quella dove dovrebbe sorgere il Museo del Toro, terzo lotto, sono rimandate a data da destinarsi. E parlando di soldi non ci sono neppure quelli per l’inaugurazione come ha ben chiarito Cesare Salvadori: “La Fondazione dovrà sostenere i costi dell’inaugurazione, però, non può e non vuole usare fondi ricevuti per altri scopi. Dovremo, quindi, necessariamente pensare a sponsorizzazioni o una bigliettazione, sono in corso un po’ di studi su questo”.

Non le parole di uno qualunque ma quelle di Paolo Pulici hanno sottolineato un aspetto fondamentale sul significato del Filadelfia passato e futuro. Pulici: “Il Fila siamo noi, sono le persone che lo vivono” e ancora “I calciatori senza i tifosi non sono nulla, apriamo il Fila”, ma se sarà trasformato in un campo d’allenamento blindato con i tifosi che possono entrare solo una tantum non avrà nulla a che vedere con quel Fila dove il Grande Torino costruì i suoi successi e divenne tra le più forti, se non la più forte, squadra al Mondo e poi fu il luogo dove per decenni la squadra granata si allenò e arrivò a riconquistare uno scudetto nel 1976, tre coppa Italia nel 1968, 1971 e nel 1993, una Mitropa Cup nel 1991 e a disputare una finale di Coppa Uefa nel 1992.
I problemi sono facilmente superabili se da parte di tutti ci sarà un po’ di buona volontà e la voglia di risolverli, ma soprattutto la sensibilità di capire che l’inaugurazione del nuovo Fila è un evento che oltre ad essere fondamentale per i tifosi del Toro, e dovrebbe esserlo anche per la società e la squadra, è simbolico anche per tutti quelli cui sta veramente a cuore il calcio, così come il Grande Torino con i suoi successi fu simbolo dell’Italia che voleva risorgere dopo la seconda guerra mondiale. La rinascita dello stadio Filadelfia deve unire e non dividere! Il Fila è la Casa del Toro, quindi, di tutti quelli del Toro tifosi compresi. E’ chiaro a tutti?


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