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Il tesoretto Ogbonna-Cerci per rifare la squadra

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it

Per il bene del Toro bisogna mettere da parte le recriminazioni e la voglia, anche legittima, di “processare e ottenere la testa” di coloro che potrebbero essere i responsabili dell’attuale situazione del Torino, che dopo tre anni di serie B e uno di A si ritrova nella massima divisione, ma con una squadra che è quasi nella totalità da rifare. La situazione è troppo delicata e paradossale in quanto, almeno in parte, era prevedibile che il filone di Scommessopoli relativo all’inchiesta “Bari-bis” avrebbe finito per coinvolgere i giocatori che sono attualmente in organico al Torino, poiché già la scorsa estate, quindi nel momento in cui Gillet e Gazzi sono stati acquistati, si sapeva che erano in corso indagini e che prima o poi se ne sarebbe occupato anche il Procuratore Federale Palazzi, ancor di più il discorso vale per la compropietà di Barreto avvenuta a gennaio. Senza voler entrare nel merito se i tre giocatori siano innocenti o colpevoli, questo spetta alla giustizia sportiva, e pur considerando che hanno contribuito a mantenere il Torino in serie A, e di questo bisogna dare loro merito, oggi sono diventati un punto di domanda e se al termine di tutti i gradi di giudizio risultassero condannati la società granata avrebbe subito un danno economico elevato in quanto questi giocatori sono costati 6,6 milioni di euro cash più la metà del cartellino di Rubin. Chi è causa del suo mal pianga se stesso e forse qualcuno nel Torino si sta pentendo di aver effettuato scelte che poteva evitare o ponderare diversamente, adesso però è il momento di valutare con grande attenzione la situazione e di impegnarsi celermente nella costruzione della squadra per la prossima stagione.

Il Torino ha la fortuna di avere a disposizione Ogbonna e Cerci che se venduti nel miglior modo possono fruttare un bel gruzzoletto, sicuramente non meno di 15 milioni di euro, ottenerli tutti cash con la crisi che c’è in giro è impossibile, quindi si devono negoziare contropartite tecniche e su queste che la dirigenza non può sbagliare. Giocatori “scommessa”, perché inesperti in quanto giovani, stranieri che non conoscono il campionato italiano o provenienti da serie inferiori che non si sono cimentati o quasi con la serie A, reduci da infortuni che hanno bisogno ancora tempo per tornare ad essere al top della forma, “vecchietti” a fine carriera che non hanno grandi motivazioni, non servono al Torino. Ma prima ancora va chiarito con l’allenatore quali giocatori vuole poiché è inutile prenderli per poi vederli accomodare regolarmente in panchina. Nel caso la dirigenza non si trovasse in sintonia con l’allenatore sulle strategie da adottare in sede di calciomercato allora, prima che sia troppo tardi, deve essere rivalutato se conviene continuare il rapporto con Ventura, non si sta dicendo di cacciare l’allenatore sia ben chiaro, ma di evitare di trovarsi nella situazione di ipotetici esoneri a campionato da poco iniziato o di tirare avanti da separati in casa fino al mercato di gennaio quando si possono soddisfare le richieste di un nuovo mister, tutto ciò non farebbe bene né alla classifica né alle casse societarie.

Decidere il modulo è alla base di tutto e a seguire serve costruire l’ossatura della squadra: portiere, difensore che coordina il reparto arretrato, centrocampista che detta tempi e modi della manovra sia difensiva sia offensiva, attaccante. Trovata l’ossatura si procede con gli altri elementi che devono comporre l’undici titolare e infine si passa alle riserve. Procedere con chiarezza di idee e in modo ordinato permette di non sprecare tempo e denaro. Il Torino è una squadra che di base deve porsi come obiettivo la salvezza senza affanni e che può alzare l’asticella fino a raggiungere la parte sinistra della classifica posizionandosi al decimo posto e questo è in linea con i tetti di budget di spesa per il calciomercato e salariali. Per allestire una formazione adeguata va trovato il giusto equilibrio fra giocatori esperti e giovani che già diano delle garanzie, tanto per fare degli esempi, Rodriguez ha dimostrato di essere un difensore centrale valido e su di lui ha senso puntare, come su Glik e Darmian, così come Brighi che a centrocampo dà certezze. Assicurarsi questi giocatori sarebbe già compiere un passo in avanti, fare un sacrificio economico e prendere un portiere come Sorrentino, in comproprietà fra Chievo e Palermo e con un ingaggio (1 milione) che supera un po’, ma non troppo, il tetto salariale granata (850 mila euro), non sarebbe un esborso folle, anzi. Aggiungendo un attaccante come Borriello che nelle ultime sei stagioni, a parte quelle disputate nella Juventus e nella prima stagione al Milan dove non trovava spazio adeguato, è sempre andato in doppia cifra (12 in ventotto partite quest’anno con il Genoa, 2 in venti presenze nel 2011-2012 con la Juventus, 11 in trentaquattro gare nel 2010-2011 con la Roma, 14 in ventinove partite nel 2009-2010 con il Milan, 1 in sette presenze nel 2008-2009 con il Milan, 19 in trentacinque gare nel 2007-2008 con il Genoa), si formerebbe una discreta ossatura della squadra.  E’ vero che Borriello, come Sorrentino, anche lui esce dai parametri economici granata e non è sicuramente l’attaccante che ha le caratteristiche ideali per il gioco di Ventura, ma il bene del Torino viene prima dei desiderata di chiunque e qualche sacrificio farebbe ritornare un po’ di serenità all’ambiente che rischia di trasformarsi in una polveriera pronta ad esplodere.

 

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