Il Torino adesso deve saper competere su tre fronti
Fonte: Elena Rossin
Tutto bene quel che finisce bene. Finalmente il Tas si è pronunciato e con l’esclusione del Milan dall’Europa League ratificata dall'Uefa per Torino e Roma cambiano gli scenari della prossima stagione calcistica con i giallorossi alla fase a gironi al posto dei rossoneri e granata che subentrano nella fase di qualificazione alla Roma.
Adesso, però, il Torino deve dare un’accelerata al suo percorso di crescita perché i miglioramenti che si sono visti nella passata stagione, soprattutto nel girone di ritorno, non bastano per essere competitivi su tre fronti. Va ricordato molto bene e tenuto come monito quanto successe nella stagione 2014-2015 quella in cui i granata parteciparono all’Europa League subentrando al Parma e si tolsero delle soddisfazioni, indimenticabile la notte del San Mamés, in campo internazionale arrivando fino agli ottavi, ma in campionato alla fine si piazzarono due posti sotto, noni, rispetto alla stagione precedente e in Coppa Italia furono eliminati agli ottavi dalla Lazio. E nella successiva fecero anche peggio poiché in campionato arrivarono dodicesimi e dalla Coppa Italia furono di nuovo eliminati agli ottavi, nello specifico dalla Juventus con un perentorio quattro a zero con la gara sbloccata da Zaza e con Molinaro espulso a inizio ripresa per doppia ammonizione. Il percorso di crescita del Torino di ventura si bloccò proprio quando avrebbe dovuto completarsi e immancabilmente come nel gioco dell’oca tornò alla casella di partenza e se non proprio a quella fece oggettivamente dei passi indietro e dovette ricominciare un nuovo percorso di crescita prima con Mihajlovic e poi con Mazzarri.
Per non ripetere gli errori del passato la rosa va ovviamente ampliata e soprattutto potenziata con giocatori non reduci da stagioni con più ombre che luci o che abbiano già avuto infortuni che se anche superati possono comunque causare più frequentemente affaticamenti e problemini vari. Per essere realmente competitivi non basta aggiungere due-tre elementi poiché anche le riserve devono avere un tasso qualitativo superiore. Se Mazzarri preferisce calciatori più esperti va accontentato e di conseguenza non vanno presi giovani di belle speranze che ovviamente hanno bisogno di tempo per inserirsi e che possono avere alti e bassi, meglio lasciarli dove sono o se già ci sono mandarli altrove e non tenerli a scaldare la panchina per mesi.
Un ragionamento poi va fatto su tutti quei giocatori che hanno rendimenti altalenanti o che sono sempre sul punto di consacrarsi definitivamente e non riescono a farlo mai. Altra cosa fondamentale è trovare un’alternativa a Belotti che arrivi a mettersi in competizione con lui a suon di gol in modo che questa sfida interna accresca realmente il potenziale offensivo del Torino. Non ci sono dubbi che per tutto questo servono più soldi sia per comprare i giocatori sia per aumentare il tetto degli ingaggi poiché i calciatori di qualità a livello internazionale sono abituati a percepire stipendi superiori ai 2 milioni netti a stagione, si riesce a risparmiare solo se si pescano nobili sconosciuti o quasi dalla tecnica e con piedi e testa sopraffina, ma di colpi così non ne capitano molti, soprattutto se si tratta di centrocampisti o attaccanti.
Il Toro ha una grande opportunità, non se la lasci sfuggire.