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Il Torino con il Frosinone ha l’obbligo di vincere e convincere

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Belotti e Zaza

Dare continuità alla vittoria acciuffata in extremis con il Chievo è ciò che si pretende dal Torino questa sera quando di fronte al suo pubblico scenderà in campo e affronterà il Frosinone, penultimo in classifica e con giocatori e allenatore sulla graticola. L’avversario è assolutamente alla portata e, quindi, non ci sono alibi di alcun tipo. E’ evidente che non basterà vincere, anche perché la squadra di Mazzari finora non ha brillato sul piano del gioco se non a sprazzi, leggasi i secondi tempi con Roma e Inter. Non può considerarsi sufficiente che con l’Udinese e il Chievo, più nel secondo che nel primo tempo, il gioco offensivo sia stato superiore a quello degli avversari perché il pareggio in rimonta con i friulani e la vittoria quasi allo scadere con i veneti sono poca cosa tenuto conto del valore degli avversari. Così come non essere andati oltre l’uno a zero con la Spal e aver tenuto il risultato in bilico fino al fischio finale. Una prestazione convincente con il Frosinone metterà Mazzarri e i giocatori nella condizione di lavorare al meglio durante la sosta per gli impegni della Nazionale e aumentare e certezze di poter lottare per un posto valido per l’Europa.         

Sul piano del gioco per i granata affrontare i ciociari non dovrebbe costituire un problema. Il Frosinone, infatti, ha carenze strutturali e organizzative: manca un’intesa veramente fruttifera tra i reparti, la difesa subisce un numero eccessivo di gol e l’attacco non segna. In più la squadra appena iniziano le prime difficoltà perde le certezze che ha e così aumenta esponenzialmente i suoi problemi. Un’altra criticità è che la mediana fa poco da scudo alla difesa e in fase offensiva raramente accompagna le azioni degli attaccanti. Esempio emblematico Mirko Gori, non a disposizione da tempo a causa dell’infortunio alla spalla accadutogli durante i play off con il Palermo. Il giocatore non è un fenomeno, ma in campo ha sempre dato il massimo mettendoci tanta “cattiveria” agonistica e ha sempre provato a trascinare i compagni anche quando le cose non andavano per il verso giusto. In questo momento manca al Frosinone, magari il suo temperamento andava bene in serie B e non sarebbe stato sufficiente in A, ma vale anche il contrario. 
Non c’è ombra di dubbio che la squadra si fa trovare scoperta in fase difensiva in parecchie circostanze, che vengono commessi errori concettuali come quello di Brighenti in occasione del primo gol della Sampdoria, che non basta spazzare via se di fronte ci sono avversari di caratura superiore, che i rinvii dal fondo devono essere precisi e che le azioni offensive sfumano poiché quando il Frosinone si schiera con la difesa a tre in fase di possesso palla l’azione dovrebbe essere impostata dal centrale che nel caso ha compiti da regista e Salomon non sempre riesce in questo. I centrocampisti ciociari non brillano per tecnica e troppo spesso quando ricevono palla si fanno trovare spalle alla porta e di conseguenza non sono pronti a sviluppare la manovra perché prima devono girarsi e poi analizzare dove sono posizionati compagni e avversari e finalmente possono decidere che giocata effettuare e non sempre, purtroppo per loro, scelgono la soluzione migliore. Quanti palloni persi che hanno permesso le ripartenze altrui. Anche quando il Frosinone si muove per vie orizzontali per cercare di scardinare il muro avversario e avanzare va in difficoltà perché non sempre i giocatori hanno il passo giusto come è capitato in più di un’occasione, ad esempio, a Krajnc, Hallfredsson e Crisetig e senza contare che i movimenti senza palla non vengono quasi mai effettuati. Chibsah ha il vizio di incaponirsi a portare avanti la palla, meglio se tante volte la scaricasse. Maiello non sembra essere ancora al top della forma e Cassata è giovane e da lui non si può pretendere più di tanto. L’olandese Vloet resta per lo più un mistero, ma se ha finora ha giocato solo 18 minuti un motivo ci sarà ed è difficile ipotizzare che se fosse in grado di fare la differenza, motivo per il quale è stato preso, Longo non lo utilizzerebbe: gli allenatori non sono masochisti, tanto più se sono a rischio esonero. Mister Longo ha già provato a schierare quasi tutti i centrocampisti senza che si siano riscontrati particolari miglioramenti e questo la dice lunga sul fatto che non basta cambiare gli elementi per avere risultati positivi se chi in precedenza è stato in panchina quando utilizzato non ha fatto meglio di chi era in campo. In attacco poi il solo gol realizzato e per giunta su calcio di rigore palesa che esiste un grande problema in fase realizzativa. Ciano e Perica, i più utilizzati in questo avvio di stagione, incidono poco, dovrebbero eclissarsi meno e muoversi di più ed essere anche più altruisti, ma sono anche lasciati troppo spesso in balia dei difensori avversari, infatti, quando gli esterni riescono a lanciare loro la palla il resto della squadra non va a supportarli e puntualmente si vede Longo sbraciarsi e urlare di avanzare. Puntualizzando sugli esterni, Zampano e Molinaro hanno quasi sempre sfoderato prestazioni sufficienti, ma il loro apporto deve essere superiore sia in fase di contenimento sia per quel che riguarda i cross. Tornando a Ciano e Perica, al primo non è servita l’aria della serie A per migliorare dal punto di vista della continuità e il secondo nonostante i suoi 192 centimetri non ha ancora brillato nel gioco aereo ed è troppo macchinoso e lento. Campbell è stato preso per dare qualità e quantità all’attacco, però, il suo apporto non è ancora determinante anche perché è arrivato con uno stato di forma non sufficientemente buono.

Qualcuno per dimostrare che Longo, allenatore neofita in serie A, non è all’altezza potrebbe sostenere che già l’anno scorso in serie B Andreazzoli con il suo Empoli giocava un calcio molto più bello e anche redditizio. Nulla da eccepire, però, per essere certi di questo bisogna stabilire se l’Empoli della scorsa stagione avesse oppure no una rosa almeno uguale a quella del Frosinone e non superiore e se gli infortuni accaduti ai ciociari siano stati pari a quelli dei toscani. In caso contrario è evidente che l’Empoli abbia disputato una stagione con meno problemi di quella del Frosinone. Si potrebbe anche dire che la rosa a disposizione di Longo numericamente è abbondante. Certo lo è, ma i tanti infortuni (Capuano, Gori, Maiello, Dionisi, Paganini e Ardaiz), con alcuni giocatori fuori per molti mesi, diminuiscono di molto le alternative e rendono alcune scelte di formazione obbligate, magari la maggior parte degli infortunati non sarebbero titolari, ma non averli a disposizione è comunque un danno e questo non può essere ignorato. 
Mister Longo è accusato di essere troppo integralista e ci sta che lo sia, non è l’unico allenatore ad esserlo e ci sono tanti altri molto più esperti di lui che lo sono. Il Frosinone è stato costruito per giocare con i 3-5-2 come conferma lo stesso mister: “Questa squadra è stata costruita per giocare 3-5-2 e se non si hanno calciatori molto duttili difficilmente è un modulo che si può cambiare. Per cambiare bisogna avere dei calciatori pronti a farlo. Per giocare eventualmente con il trequartista ci vorrebbe un trequartista da serie A e Ciano lo ha fatto in B, ma in quella categoria si gioca un calcio diverso. Non credo che se avessimo utilizzato un modulo diverso avremmo ottenuto più punti in queste gare”. In carriera Longo ha già utilizzato anche altri moduli e lo ha fatto anche l’anno scorso nel Frosinone quando per una buona parte della stagione ha utilizzato il 3-4-1-2, che, però, aveva evidenziato già dei limiti in serie B, infatti, quando i ciociari perdevano palla erano scoperti in fase difensiva e concedevano le ripartenze agli avversari. Con il Genoa il Frosinone ha giocato con il 3-4-2-1 che ha prodotto un numero superiore di azioni offensive, sia prima sia dopo i doppio svantaggio dando la netta sensazione che potesse recuperare e in parte lo ha fatto con il gol di Ciano, ma non riuscendoci del tutto. Questo modulo più offensivo, però, ha anche concesso maggiori spazi agli avversari quando recuperavano palla. Prova ne è che con il 3-5-2 il Frosinone ha resistito fino all’81 con la Juventus, è vero che si è solo difeso con le unghie e con i denti, ma contro una formazione il cui divario è abissale non avrebbe potuto fare altro pena subire chissà quanti gol già solo nel primo tempo. Anche con il Bologna utilizzando lo stesso modulo i ciociari erano risusciti a disputare una discreta partita coronata dall’unico punto finora conquistato. Forse per una squadra che deve ancora prendere le misure con la serie A, che ha cambiato sedici giocatori e tanti sono arrivati alla fine del mercato, che ha tanti calciatori infortunati e non molti che hanno le caratteristiche tecniche per essere utilizzati in moduli differenti e che il calendario non ha certo favorito (già affrontate Atalanta, Bologna, Lazio, Sampdoria, Juventus, Roma e Genoa) essere un po’ rigidi non è poi un peccato mortale, anche perché se cambiare modulo non porta i frutti sperati si rischia di creare ancora più confusione e fare danni anche maggiori.  

Come certificato dal Cies Football Observatory il costo dei cartellini dei giocatori della rosa del Frosinone per questa stagione è di 13 mln, il meno caro di tutta la serie A, Parma e Spal hanno, ad esempio, speso 22, il Torino 103 e la Juventus, più di chiunque altro, 532. Dando anche solo un rapido sguardo all’elenco degli uomini a disposizione di Mazzarri e di Longo non si può che dare per scontata la vittoria del Torino. Basta pensare che i granata hanno in porta Sirigu e in attacco Falque, Belotti e Zaza, mentre i giallazzurri Sportiello e Campbell, Ciano e Perica, con il massimo rispetto per i quattro in forza al Frosinone, per evidenziare che le forze in campo pesano nettamente dalla parte del Torino. Ovviamente il presidente Stirpe ha tutti i diritti e anche il dovere di fare di tutto per cercare di dare una scossa ai suoi e nel calcio a fare le spese è sempre l’allenatore, ma in cuor suo il padrone del Frosinone è sicuro che anche altri non abbiano responsabilità non meno pensanti di quelle del mister? Gli uomini che hanno condotto il mercato, Giannitti, Salvini e Capozucca, hanno sempre agito di comune accordo fra loro e anche con Longo? I giocatori presi sono effettivamente di qualità superiore a quelli ceduti e, soprattutto, erano i migliori che si potevano trovare per rinforzare la squadra? La rosa è all’altezza delle altre che lottano per restare in serie A? Tutti i giocatori in queste prime sette partite hanno reso per quanto potevano? La tournée in Canada e Stati Uniti non ha sottratto tempo prezioso alla preparazione estiva? Se gli acquisti e le cessioni fossero stati fatti all’inizio e non verso la fine del mercato non sarebbe stato meglio? In caso di altre prossime sconfitte basterà cacciare Longo per risollevare il Frosinone? Anche i tifosi dovrebbero farsi le stesse domande prima di rifugiarsi nella speranza che tutto potrà cambiare se andrà via il mister, la storia, recente e passata, di tante altre squadre nelle stesse condizioni in cui oggi versa il Frosinone insegna che spesso questo non è sufficiente.       
Se i giocatori del Frosinone sono stati messi in castigo dopo la sconfitta con il Genoa e portati in ritiro a tempo indeterminato e Moreno Longo è a un passo dall’esonero che cosa bisognerebbe in proporzione fare ai granata e a Mazzarri se non dovessero vincere o se giocassero non bene? Il rovescio della medaglia è: se il Frosinone perdesse anche con il Torino è giusto che tutte le colpe ricadano su Longo che pagherebbe l’inizio di stagione difficile per tante concause con l’esonero?