.

Il Torino con un poker allo Spezia ha fatto capire a tutti quanto voglia l’8° posto. E sarebbe ora che la Dea Bendata si ricordasse dei granata

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Buongiorno e Schuurs

Monza, Bologna e Fiorentina sono avvisate il Torino è vivo più che mai. Lo ha affermato ieri pomeriggio battendo lo Spezia al Picco per 4 a 0. Non capita spesso vedere la squadra di Juric vincere segando così tanto. Infatti, in due anni in campionato è successo solo quattro volte: l’anno scorso con Salernitana e la Fiorentina giocando al Grande Torino e anche con l’Atalanta in trasferta, ma quella volta fu un pareggio e appunto ieri. Con questo risultato perentorio salgono a 9 le vittorie lontano da casa e nelle ultime 4 consecutive (Lazio, Sampdoria, Verona e Spezia) non sono state subite reti.

Non era scontato battere lo Spezia che aveva non meno motivazioni, visto che giocava per conquistare punti in chiave salvezza, ma il Torino ci è riuscito. E’ vero che il risultato è stato sbloccato da un autogol, ma è stato propiziato dal calcio d’angolo ben indirizzato in area da Miranchuk, che in precedenza aveva colpito la traversa (14’), e dall’intervento di Singo prima che la palla fosse deviata da Wisniewski che ha così un po’ sorpreso il suo portiere che non è riuscito a intervenire prima che entrasse in porta (24’). Un pericolo i granata lo hanno corso quando Buongiorno in area ha trattenuto per il polso Nzola, ma in precedenza in quella stessa azione c’era stato un fallo di mano di Gyasi (35’) per cui niente rigore per lo Spezia. A inizio secondo tempo poi Vojvoda ha colpito il palo (47’) e i gol di Ricci (72’) e Ilic (75’) hanno chiuso la partita. Sanabria si è visto giustamente annullare il gol, ma aveva fatto un fallo su Nikolaou (80’). E a seguire Nzola ha provato a riaprirla, ma un fuorigioco all’inizio dell’azione di Esposito ha fatto annullare anche questa rete (83’). Infine Karamoh, servito in area da Sanabria, ha stoppato e partecipato anche lui al festival dei gol. Dal lato granata quindi tutti contenti e ritorno a casa con tre punti in tasca come si soleva alla vigilia.

Una sorta di riscatto e la determinazione tirata fuori per essere più forti dei limiti intrinseci e delle avversità che non dipendono dalla propria volontà. Si pensi ai punti lasciati per strada in altre occasioni, i pareggi con Verona, Salernitana due volte, Empoli e Cremonese e alla sconfitta con lo Spezia all’andata, squadre che sono già retrocesse o che stanno lottando per non andare in B oppure che da poco hanno raggiunto l’aritmetica salvezza. E ai due rigori non dati nella gara con il Monza che così era andato avanti di due punti e ora è dietro di uno, ma alle 15 deve affrontare il Lecce che ha tre punti in più del Verona, alle 12,30 giocherà con l’Empoli già salvo, e uno di vantaggio sullo Spezia.

Servirà però ancora uno sforzo e un po’ di fortuna. Battere l’Inter - nell’anticipo del sabato la squadra di Simone Inzaghi ha sconfitto l’Atalanta è ha la certezza di disputare la prossima Champions e quindi ora può concentrarsi sulla finale del 10 giugno a Istanbul per cercare di conquistare la coppa dalle grandi orecchie - e sperare che il Bologna al Dall’Ara oggi alle 15 non vada oltre il pareggio con il Napoli, da tempo campione d’Italia.
Se tutto filasse per il meglio, in ottica granata, questa sera il Torino si ritroverebbe a 53 punti insieme alla Fiorentina, che ieri ha battuto la Roma 2 a 1, all’8° posto con un punto più del Monza e con tre di vantaggio sul Bologna. E vincendo nell’ultima giornata con l’Inter, se anche la Fiorentina battesse il Sassuolo per la classifica avulsa, qualora la Juventus fosse esclusa dalla Uefa dalle coppe internazionali, il Torino andrebbe ai preliminari di Conference League perché negli scontri diretti ha conquistato quattro punti e la Viola solo due.
Non mollare mai e crederci fino alla fine perché anche per il Toro sarebbe giusto che una volta tanto la Dea Bendata si ricordasse di lui.