Il Torino deve ritrovare l’equilibrio per essere una squadra competitiva
Fonte: Elena Rossin
Difesa solida, centrocampo dinamico e attacco pungente questo deve riuscire ad ottenere Mazzarri da un gruppo che sulla carta può dare molto di più rispetto a ciò che si è visto in questo inizio di campionato e in particolare nelle ultime due partite. Non sono richieste impossibili e per raggiungere quest’obiettivo si deve solo pensare al bene del Torino lasciando perdere qualsiasi altra cosa. Se Nkoulou, che ha fatto tutta la preparazione estiva con la squadra, ha uno stato di forma accettabile e c’è con la testa va fatto giocare. Stesso discorso vale per Verdi e Laxalt che rispettivamente hanno trascorso l’estate alle dipendenze di Ancelotti e Giampaolo, due allenatori capaci nel preparare le proprie squadre a sostenere la stagione. In più i due giocatori non mancano d’esperienza, l’ex Napoli ha ventisette anni e l’ex Milan ventisei, per cui se anche a margine nelle precedenti squadre si saranno allenati in estate con coscienza e avranno la capacità di apprendere velocemente schemi e movimenti nuovi.
Mazzarri ha di nuovo a dsiposizione quasi tutti, infatti, l’unico che è ancora alle prese con problemi fisici è Lukic, ieri per lui terapie e allenamento personalizzato. Falque e Ansaldi hanno messo alle spalle gli infortuni per cui possono giocare, anche se magari non hanno ancora i novanta minuti nelle gambe. Tutto questo permette di avere soluzioni molteplici in tutti i reparti e tale situazione va sfruttata.
L’anno scorso con Izzo, Nkoulou e Djidji o Moretti la difesa era solida. Moretti si è ritirato dal calcio giocato, ma uno tra Bonifazi, Bremer e Djidji (nominati in rigoroso ordine alfabetico) sarà pur in grado di dare garanzie sul centro sinistra.
Per le fasce ci sono De Silvestri, Ansaldi, Aina e Laxalt che giochi chi è più in forma. In mezzo al campo Rincon, Baselli, Meïté ed è possibile, come già successo nello scorso campionato e con buoni risultati, utilizzare anche Ansaldi in attesa del ritorno di Lukic per cui trovare la giusta combinazione tra muscoli e capacità di sviluppare gioco non dovrebbe essere un’impresa impossibile.
In attacco Belotti, Berenguer, Edera, Falque, Millico, Parigini, Rauti, Verdi e Zaza (nominati anche in questo caso in rigoroso ordine alfabetico) permettono di giocare con un’ampia combinazione di moduli e scegliere tra giocatori che hanno caratteristiche e gamba differenti che, quindi, possono essere utilizzati per avere un reparto offensivo con una o due punte, con uno o due trequartisti, con uno o due esterni. Trovare chi segni è fattibile, soprattutto se ha il compito di occuparsi solo di buttare la palla in rete senza doversi preoccupare di altro.
Mazzarri vada oltre i nomi o le gerarchie finora consolidate e pensi solo al gioco che vuole ottenere dalla squadra e scelga i calciatori che in allenamento dimostrano che lo sanno mettere in pratica. Avere il coraggio di osare e di cambiare anche nel primo tempo se si vede che un giocatore non è in giornata può tirare fuori il Torino dall’involuzione che sembra aver imboccato e dargli quell’equilibrio che lo può condurre ad essere una squadra competitiva.