.

Il Torino deve ritrovarsi e avere il coraggio di osare contro un Milan anche lui in difficoltà

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Non è un buon momento per Torino e Milan e le due squadre prima di preoccuparsi dell’avversario devono fare i conti con i propri problemi che investono il gioco e tutti i reparti. Che i granata potessero pagare dazio l’aver iniziato ai primi di luglio la preparazione per disputare i turni di qualificazione all’Europa League era messo in conto, ma che le difficoltà arrivassero così presto era un po’ meno preventivabile, anche se un mercato in entrata tardivo con l’arrivo di Verdi e Laxalt a campionato già iniziato, il caso Nkoulou che vede ancora il giocatore fra i non titolari e gli infortuni di giocatori importanti come Falque e Ansaldi qualche preoccupazione la davano e adesso la dà l’assenza di Lukic.

In difesa le varie soluzioni provate non hanno dato le risposte sperate, infatti, Djidji non é un centrale e Bremer e anche Lyanco così come Bonifazi non hanno quell’esperienza, causa la giovane età, per non incappare in errori che finiscono per essere pagati a caro prezzo. In più Izzo e Sirigu sono sempre sul chi va là e devono oltre a fare il loro supportare i compagni di reparto e così anche loro incappano in qualche sbavatura. Sulle fasce manca un  po’ di spinta e c’è un maggior lavoro da fare in fase difensiva per cui si spera che con Ansaldi guarito e con Laxalt che ingrana ci possano essere più soluzioni. In mezzo al campo Meïté è l’ombra di quel giocatore che un anno fa aveva ben impressionato al suo arrivo al Torino. Rincon deve occuparsi soprattutto di fare da schermo alla difesa e non ha quelle caratteristiche d’impostazione del gioco che servono per supportare gli attaccanti. Baselli alterna guizzi interessanti a giocate poco incisive. Lukic, dopo essere arrivato dalle vacanze estive più tardi causa impegni con la Nazionale, è alle prese con un fastidio al polpaccio destro e non può dare quelle geometrie al centrocampo che tanto servirebbero. In attacco Verdi sta inserendosi nel gruppo e negli schemi di gioco, Falque è da poco tornato a disposizione e l’intesa fra Belotti e Zaza che pareva essersi consolidata con la Sampdoria ha fatto più di un passo indietro.

Il Milan che ha difficoltà simili al Torino è un avversario scomodo da incontrare in questo momento. Giampaolo, arrivato in estate alla guida dei rossoneri, è ancora alle prese con il far capire ai suoi calciatori che tipo di gioco vuole. E la squadra appare poco concreta nello sviluppare le manovre e in difficoltà nel arrivare al gol, come dimostrano le due sole reti finora realizzate. L’ambiante rossonero è già in pressione e c’è già chi mette in discussione l’allenatore. I rossoneri per giunta arrivano dalla sconfitta nel derby sulla quale pesa quella nella prima giornata con l’Udinese e le vittorie di misura e non senza qualche affanno di troppo con le neo promosse Brescia e Verona non hanno scacciato le perplessità, anzi. Il Torino dal canto suo aveva sì vinto le due prime partite con Sassuolo ed Atalanta, ma aveva anche incontrato delle difficoltà e poi le sconfitte con le ultime in classifica Lecce e Sampdoria hanno fatto scattare più di un campanello d’allarme.

Torino e Milan giovedì sera devono vincere e possibilmente anche convincere per far vedere che le criticità sono superabili. Giampaolo deve trovare un assetto che permetta alla squadra di produrre un gioco spumeggiante senza creare difficoltà difensive e, soprattutto, che in fase offensiva sia concreto. Mazzarri deve ridare alla difesa un assetto solido riproponendo Nkoulou al centro del reparto arretrato, ma sembra che non sarà così poiché dovrebbe accomodarsi in panchina alla sua prima riconvocazione. Scegliere chi fra De Silvestri, Ansaldi, Laxalt e Aina può stantuffare sulle fasce saltando l’uomo e se qualcuno non ha i novanta minuti nelle gambe pazienza, quando non ne avrà più chiederà il cambio. In attacco serve chi supporti la o le punte, anche in questo caso Falque e forse anche Verdi non hanno autonomia per tutta la partita e allora li si sostituirà, ma va sfruttata la loro capacità di visione del gioco e di innescare l’attaccante o andare al tiro. Si sa che i cambi sono solo tre, ma questo vale anche per gli avversari. Osare per non avere rimpianti, non si chiede incoscienza, ma un po’ di coraggio che possa mettere in difficoltà il Milan.


Altre notizie
PUBBLICITÀ