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Il Torino è al 7° posto: non sia un traguardo bensì un trampolino

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin
Esultanza Torino

C’è da essere felici per la vittoria sull’Udinese e il raggiungimento del 7° posto, godersi questo momento è giusto, legittimo, fin doveroso. Ma trattasi di un momento perché il Torino, inteso come squadra e tifosi, non può sentirsi appagato da questo. Intanto perché mancano diciassette giornate alla fine del campionato e già questo non è posa cosa. Soprattutto però perché il 7° posto non è garanzia d’Europa.  Infatti, il Torino accederà ai preliminari di Conference League solo se sarà l’Inter a vincere la Coppa Italia, l’unica squadra che al momento si trova entro le prime sei posizioni, ma che in Coppa Italia deve eliminare la Juventus nella doppia semifinale e poi in finale vincere su Cremonese o Fiorentina. E questo non è del tutto scontato, forse probabile o anche qualche cosa in più però non certo. E in ultima istanza il Torino è settimo per indubbi meriti suoi, ma anche per la penalizzazione di quindici punti della Juventus. A tal proposito non va scordato che nell’iter giudiziario si è al primo grado di giudizio ed è già stato annunciato il ricorso. Quali saranno gli esiti finali non è dato saperlo, ovviamente. Il club bianconero potrebbe essere persino ulteriormente penalizzato oppure vedersi ridotto il -15. Potrebbero aprirsi altri filoni d’inchiesta che potrebbero portare e altre condanne. Ma non ci sono certezze quindi molto meglio per il Torino contare sulle proprie forze piuttosto che vedere come evolvono gli eventi e sperare che accada qualche cosa agli altri che finisca per agevolarlo.  

Aggrapparsi con le unghie e con le unghie e con i denti al 7° posto è giusto, ci mancherebbe altro. Ma non basta e questo è evidente. Trattasi solo di uno step che deve essere utilizzato come trampolino. I 30 punti in 21 giornate, non sono pochi - solo una volta da quando la vittoria vale tre punti (dalla stagione ‘93/’94) il Torino ne ha fatti di più: uno, era l’annata 2013-2014 – ma neppure così tanti. Classifica alla mano e tenuto conto che devono essere disputate ancora tre partite di questa giornata, Verona-Lazio, Monza-Sampdoria e Salernitana-Juventus, l’Udinese e il Bologna hanno un punto in meno, l’Empoli quattro, il Monza (che appunto ha una gara in meno) cinque, la Fiorentina sei e la Juventus (altra che deve ancora giocare) insieme a Lecce e Sassuolo sette. Guardarsi alle spalle è a dir poco doveroso per il Torino.

Tornando al concetto di trampolino. Il Milan, prossimo avversario, come l’Atalanta e la Lazio (che vede giocare alle 18,30) hanno otto punti in più. Il Torino ha battuto i rossoneri all’andata e li ha eliminati dalla Coppa Italia agli ottavi. La squadra di Pioli nell’ultimo periodo ha avuto parecchie difficoltà: ieri nel derby ha perso come nelle due gare precedenti con Sassuolo e Lazio e non vince dal 4 gennaio con la Salernitana, in mezzo i due pareggi con Lecce e Roma. Però ha una rosa di qualità superiore e venerdì sera farà di tutto per non incappare nell’ennesimo passo falso. Potrà essere distratto dal successivo impegno negli ottavi di Champions League con il Tottenham, forse, ma potrebbe utilizzare proprio la partita con il Torino come prova generale per farsi trovare pronto poi quattro giorni dopo per proseguire il cammino in coppa e non perdere altro terreno in campionato, visto che ha come obiettivo piazzarsi in una posizione che gli permetta di disputare la prossima Champions, quindi fra le prime quattro.
Arrivare al 6° posto è questo l’obiettivo che deve porsi il Torino, anche se la squadra non è stata costruita per questo come rammenta sempre, a ragion veduta, mister Juric. Non è facile, bisogna essere realisti. Ma è l’unico che garantisce l’Europa, per la precisione la Conference League.


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