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Il Torino esordisce con un 11 a 0: buon inizio, ma servono rinforzi per il 3-4-2-1 di Juric

di Elena Rossin
Fonte: Dall'inviata a Santa Cristina Elena Rossin
Ivan Juric

Sanabria ha aperto le marcature, Zaza e Millico hanno realizzato una doppietta a testa, in gol ci sono andati anche Aina, Djidji, Rincon, Warming, Rauti e Ansaldi, ma va considerato che di fronte c’erano i dilettanti dell’Obermais Merano che militano n Eccellenza volonterosi sicuramente però non hanno mai messo in difficoltà né il Torino schierato nel primo tempo e neppure quello mandato in campo nella ripresa. Due formazioni entrambe schierate con il 3-4-2-1, ossia il modulo che predilige mister Juric e con il quale vorrebbe giocare prevalentemente durante la stagione. Il tutto è avvenuto sotto gli occhi del direttore tecnico Davide Vagnati giunto a Santa Cristina di Val Gardena per assistere a questa prima amichevole, lo ha fatto seduto in panchina, e con il quale l’allenatore ha parlato prima dell’inizio del match e molto probabilmente anche dopo.

Nel primo tempo Juric ha schierato Milinkovic-Savic; Izzo, Buongiorno, Bremer; Vojvoda, Lukic, Mandragora, Aina; Verdi, Millico; Sanabria. E nel secondo Berisha; Djidji, Lyanco, Celesia; Segre, Baselli, Rincon, Ansaldi; Rauti, Warming; Zaza. Qualche spunto lo si è visto. I giocatori correvano, anche se le gambe erano un po’ pesanti a causa dell’intenso lavoro svolto dal giorno del raduno, lo scorso 6 luglio. Non è mancata la buona volontà di mettere in pratica i dettami che Juric sta impartendo per far apprendere il suo gioco. I movimenti non ancora automatici, ma si sono comunque a tratti visti. Il pressing sia offensivo seppur abbastanza facile da fare c’è stato ed anche quello difensivo quelle rare volte che l’avversario recuperava palla e manovrava. La palla veniva fatta girare utilizzando uno o due tocchi come chiedeva il mister. Izzo e Buongiorno, ma anche Bremer con facilità riuscivano a proporsi in avanti. Mandragora in mezzo al campo ha dettato i tempi di gioco. Aina così come Vojvoda non si sono concessi pause. Verdi ha agito da trequartista ed è stato più volte imbeccato, come anche gli altri, da Juric che da bordo campo impartiva ordini, dava consigli, incitava e non mancava di elogiare quando vedeva che le cose erano fatte per bene. Juric vuole che in campo non ci siano punti di riferimento, che corra chi anche è senza palla, che i trequartisti affondino, che gli esterni spingano, che i difensori si proiettino in avanti alternativamente non lasciando sguarnite le retrovie.

Di certo ieri si è visto un Torino proiettato in avanti, meno si è potuta osservare la fase difensiva poiché l’avversario non ha creato quasi nulla. E tanto meno si sono visti all’opera i portieri Milinkovic-Savic e Berisha. Ma per questo dovrebbe essere più probante la prossima amichevole quella con il Bochum neo promosso in Bundesliga, gara in programma sabato 24 alle ore 17 a Bressanone. La nota negativa di certo è stata l’infortunio a Rauti, uscito dopo una mezz’ora a causa di un trauma contusivo al ginocchio sinistro che va a sommarsi al problema di Kone che sabato aveva accusato un interessamento distrattivo ai flessori della coscia sinistra che non gli hanno permesso di disputare l’amichevole.

Tutto bene per essere stato il primo test stagionale, ma in attesa di sapere se Belotti, che si gode le meritate vacanze dopo la disputa dell’Europeo, sarà ancora un giocatore del Torino non ci si può fare illudere da questo 11 a 0. Per il 3-4-2-1 Juric ha bisogno di rinforzi e almeno un trequartista serve subito, anzi sarebbe già dovuto arrivare, così come si deve avere la certezza di un attaccante in grado di andare abbondantemente in doppia cifra. Il gioco di Juric porta tanti giocatori a segnare, lo si è visto con il Verona, ma senza gli uomini giusti in ogni reparto non si può andare molto lontano: in Serie A nessuno fa sconti o concede facili goleade.