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Il Torino in gita al mare si sveglia tardi e perde con il Genoa

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Il ritiro punitivo non è servito al Torino che ha giocato un pochino meglio, ci voleva veramente pochissimo, rispetto a come aveva fatto una settimana fa con il Napoli, ma senza quell’ardore agonistico che avrebbe dovuto vedersi in campo al Luigi Ferraris per parlare di un immediato riscatto dei giocatori granata. Non può essere perdonato al Torino di non aver fatto nessun tiro nello specchio della porta del Genoa fino alla punizione di Ljajic allo scadere della gara, per l’esattezza all’ottantottesimo. Le motivazioni dei rossoblù, che dovevano chiudere il discorso salvezza, hanno fatto la differenza e la vittoria sui granata per due a uno è assolutamente meritata. Il Torino avrebbe dovuto e potuto fare di più, ormai la maggior parte dei giocatori si sente in vacanza e pesa a livello mentale che da troppo tempo i granata non hanno più nulla da chiedere al campionato.

Rigoni su Baselli e poi su Lukic poiché Baselli ha dovuto lasciare il campo per una botta al diciassettesimo, Cofie su Ljajic e Burdisso su Belotti le marcature che hanno impedito al Torino di rendersi pericoloso per quasi tutta la partita. In più sul “Gallo” c’è stato quasi sempre un raddoppio di marcatura da parte del Genoa. Simeone e Palladino, come chiedeva Juric, iniziavano subito il pressing sui portatori di palla del Torino. Laxalt e Palladino hanno messo un po’ in difficoltà i granata, anche perché Iturbe non dava una mano a De Silvestri in fase difensiva. Boyè è Iturbe erano ben marcati e hanno avuto così poco spazio di manovra, ma avrebbero potuto cercare di smarcarsi di più facendosi vedere maggiormente fra le linee e non si accentravano abbastanza. Belotti ha ricevuto troppi pochi palloni giocabili, è stato come sempre generoso, però, forse è un po’ stanco e non è più quello che fino a poco tempo fa era in vetta alla classifica marcatori. Ljajic, comunque il meno peggio in avanti, non ha saputo incidere adeguatamente se non nel finale, quando ormai il Genoa in vantaggio per due a uno ha pensato a difendersi lasciando al Torino l’iniziativa. A centrocampo Lukic si è smarcato poco e ha anche impostato poco e facendosi ammonire salterà la gara con il Sassuolo. Acquah non ha dato quella spinta decisiva che in altre occasioni è stato capace di dare e non ha fatto abbastanza in fase di copertura. Baselli, per quel poco che è stato in campo, almeno aveva dato l’illusione all’inizio che il Torino potesse sfoderare una buona grinta con il tiro da fuori area che dopo diciassette secondi era finito non molto distante dal palo. La difesa granata anche in questa partita ha subito gol e continua a essere l’unica della categoria che nel girone di ritorno è sempre stata violata e che finora ha subito sessantatré reti. Il Genoa passato in vantaggio ha continuato a essere aggressivo ricercando il secondo gol, anche se Rigoni e Simeone erano gli unici due che si proponevano con continuità e pur crossando parecchio i rossoblù in qualche occasione di troppo lo facevano senza grande precisione. Tutto questo, sommato anche al fatto che il ritmo è stato abbastanza sostenuto solo nei primi venti minuti, ha portato in vantaggio il Genoa e poi gli ha permesso di raddoppiare e spiega perché il Torino solo alla fine sia riuscito ad accorciare le distanze, quando ormai era troppo tardi. Non sono serviti neppure i cambi con l’ingresso di Maxi Lopez (61’) per Acquah e di Falque (68’) per Iturbe per incidere sul risultato. Il gol di Rigoni (32’) è scaturito da una punizione di Veloso molto ben calciata che forse avrebbe mandato la palla in rete, ma comunque Rigoni appostato sul primo palo, quasi sulla linea senza essere in fuorigioco, di testa ha spedito il pallone nella porta di Hart, che non ha potuto farci niente perché doveva stare attento che la sfera calciata da Veloso, da posizione laterale, non finisse a qualche altro giocatore in mezzo all’area o più vicino al secondo palo. Il secondo gol del Genoa (54’) è arrivato su un pasticcio in area dei granata, il cross dal fondo di Lazovic è arrivato all’accorrente Simeone dopo che Hart e Moretti si sono ostacolati a vicenda e il “Cholito”, senza essere marcato, ha facilità nel spedire la palla in rete. La punizione che ha permesso tardivamente al Torino di accorciare le distanze è stata battuta da Ljajic che si è ritrovato in una situazione molto simile a quella che gli aveva permesso di segnare nel derby, il tiro del serbo è stato ben calibrato e la deviazione di Veloso in barriera ha spiazzato Lamanna.

Juric ha di che essere soddisfatto e contento, semmai può recriminare sul fatto che se i suoi giocatori avessero fatto in tante altre occasioni quello che hanno dimostrato di saper fare con il Torino non si sarebbero ridotti alla penultima giornata a chiudere il discorso salvezza. Mihajlovic, invece, avrà costatato, non è la prima volta, che ai suoi manca il carattere e che ha una rosa inadeguata a certi traguardi per questo la squadra ha gettato alle ortiche tutti gli obiettivi stagionali dall’Europa League al fare più punti rispetto al girone d’andata. Il mister granata potrà assumersi tutte le colpe, come ha già fatto pubblicamente e dovrà rivedere la fase difensiva, ma i giocatori e la dirigenza non possono esimersi dal recitare il mea culpa, gli uni per quello che non hanno fatto in campo in parecchie occasioni e gli altri per non aver costruito una rosa all’altezza.


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