Il Torino nel primo tempo è surclassato dal Napoli e perde. Mertens poker
Fonte: Elena Rossin
Il pallonetto di Mertens al settantanovesimo ha fatto esplodere il San Paolo e molti partenopei avranno ripensato alle giocate e ai gol di Maradona, con questa sua quarta rete al Torino il belga in una settimana è andato a centro sette volte e ha suggellato una partita perfetta. La squadra di Mihajlovic nel primo tempo non è partita male, ma ha retto dieci minuti l’organizzazione di gioco e la quasi perfezione nei passaggi del Napoli che poi ha surclassato il Torino grazie anche a super Mertens che in nove minuti, dal tredicesimo al ventiduesimo, ha segnato tre gol. Sugli sviluppi di un calcio d'angolo su preciso invito di Callejon di controbalzo Mertens apre il suo personale show (13’). Barreca in area frana sul belga perché gli sta incollato nel tentativo di arginarlo ed è rigore che lo stesso Mertens realizza (18’). Tiro potente da fuori di Callejon Hart con la mano respinge compiendo un mezzo miracolo, ma la palla finisce a Mertens che si vede il primo toro respinto da Rossettini sulla linea di porta, ma al secondo tentativo segna la sua terza rete (22’). La botta è stata forte e un tiro di Belotti (16’) e un altro di Ljajic (21’) finiti fuori e uno di Baselli in bocca a Reina (26’) sono gli unici tentativi velleitari dei granata nella prima frazione di gioco. I tanti palloni persi e gli spazi concessi all’avversario hanno fatto pensare che il pomeriggio del Torino sarebbe stato un incubo. La squadra di Sarri era disposta in campo molto bene e dopo un inizio un po’ lento faceva delle accelerazioni le sue armi migliori risultando micidiale, anche perché i granata in difesa non erano impeccabili. Belotti era troppo isolato in attacco e molto distante dalla porta e non bastava che Ljajic avesse la possibilità di svariare - sfruttata male e per la seconda volta di seguito definito, dopo la partita con la Juventus, un disastro dal suo allenatore - poiché il Torino non agiva coralmente e si affidava a qualche giocata dei singoli. L’utilizzo di Zappacosta come esterno offensivo con alle spalle De Silvestri e Moretti al posto di Castan non sono bastati al Torino per arginare i partenopei. Le dormite in fase difensiva sono preoccupanti perché le giocate del Napoli non sono arrivate da invenzioni particolari, ma da movimenti che la squadra di Sarri fa abitualmente ed erano state analizzate in fase di preparazione della partita come ha confermato a fine match Mihajlovic.
Nella ripresa le cose sono un po’ cambiate, anche perché il Napoli ha creduto che ormai la partita fosse chiusa e si è un po’ seduto, facendo infuriare Sarri, e così ha permesso al Torino di essere più pericoloso, ma questo non è bastato per acciuffare il pareggio poiché, nonostante le distrazioni del Napoli, la gara non è mai stata riaperta dai granata. Gli ingressi di Lukic per Valdifiori (47’), Iago Falque per De Silvestri (58’) e Maxi Lopez per Baselli (68’) hanno reso un po’ più incisiva la squadra, però, il Napoli ha saputo amministrare il vantaggio, anche se Sarri non ha per nulla gradito, per usare un eufemismo, il calo di tensione dei suoi che ha portato il Torino a segnare tre gol. Ljajic e Falque dialogano e la palla arriva un po’ fortunosamente a Belotti che ad un passo da Reina insacca (58’). Punizione di Ljajic, il portiere del Napoli non trattiene e Rossettini ha solo da allungare la punta del piede per far superare al pallone la linea di porta (77’). Falque trasforma il rigore, dato per un calcio in faccia di Albiol a Rossettini, con un preciso tiro di destro che spiazza Reina (84’). Nel frattempo il Napoli aveva blindato il risultato portandosi sul quattro a uno: Mertens serve Callejon che a sua volta recapita la palla a Chiriches che si fa tutto il campo e di sinistro indirizza sul secondo palo (70’).
“La sconfitta è meritata e la partita è finita dopo i tre gol presi in nove minuti - ha detto Mihajlovic - e alle volte bisogna rompersi per sapere di quale materia si è fatti in modo da ricostruirsi ed essere più forti di prima”. Il Napoli battendo il Torino si è portato al terzo posto a un punto dalla Roma, mentre i granata sono scivolati al nono posto in attesa di sapere cosa farà il Genoa più tardi con il Palermo, rossoblù che saranno i prossimi avversari giovedì nell’ultima partita dell’anno. Le tre sconfitte consecutive del Torino pesano sulla classifica e hanno in parte vanificato il precedente periodo positivo, quando tra la quarta e la quattordicesima giornata la squadra di Mihajlovic ha collezionato ventidue punti tenendo una media di due a partita. Oggi l’Europa League sembra un po’ più lontana, ma nulla è perduto a patto che già con il Genoa arrivino i tre punti e che a gennaio la società non lesini nel prendere i rinforzi che servono: un difensore centrale, un terzino sinistro, almeno un centrocampista che coniughi fisico e abilità e un attaccante che quando subentra sia in grado di segnare gol influenti. La materia con la quale è fatto il Torino non ha una qualità uniforme ed è necessario che venga livellata verso l’alto, non si diventa squadre di caratura internazionale senza avere in ogni reparto pezzi pregiati e ricambi che non abbiano un divario eccessivo rispetto ai titolari.