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Il Torino non ha avuto la supremazia offensiva dell’Atalanta e ha perso

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Il Torino era partito bene, ma dopo dieci minuti ha palesato difficoltà e nel frattempo l’Atalanta progressivamente ha preso in pugno il gioco e si è bene disposta in campo facendo possesso palla e costruendo occasioni da gol. I granata hanno retto per il primo tempo, poi, pur entrando in campo nella ripresa più determinati sono andati in svantaggio e non è bastata l’immediata reazione che li ha portati al pareggio per avere la meglio sugli avversari che hanno ricercato e ottenuto il gol del nuovo vantaggio che ha sancito la vittoria finale e la conquista del sesto posto, scavalcando il Milan a quattro giornate dalla fine del campionato che li proietta in Europa League. La sconfitta della squadra di Mazzarri ha una parziale attenuante nelle tante assenze, quelle di De Silvestri e Baselli per un turno di squalifica e di Falque, Obi, Barreca e Lyanco per infortuni, però, questo non basta a spiegare perché oggi al confronto con l’Atalanta il Torino non sia riuscito a proporre di più il suo gioco. I giovani Bonifazi, utilizzato fuori ruolo da esterno al posto di De Silvestri, ed Edera hanno faticato e non sono stati aiutati nei loro compiti poiché tutta la squadra non ha girato come avrebbe dovuto tenuto anche conto della posta in palio: le sconfitte negli anticipi di ieri di Fiorentina e Milan e di oggi della Sampdoria avevano riaperto la corsa all’ultimo eventuale posto utile per l’Europa. In questa partita una volta di più è emerso che la rosa, che già alla chiusura del mercato estivo non era stata completata del tutto e anche non al meglio, per alcune difficilmente comprensibili scelte a gennaio non ha ricevuto nessun rinforzo e a gioco lungo questa decisone ha inciso e non è servito più di tanto il cambio d’allenatore nel girone di ritorno.

Il due a uno finale potrebbe far pensare che in campo non ci sia stato grande divario fra Torino e Atalanta, ma i padroni di casa hanno costruito la vittoria passo a passo alzando il baricentro, incrementando il ritmo, tessendo gioco e sfruttando le giocate di Freuler e Cristante sulla trequarti e la verve del Papu Gomez, la solita garanzia, e del giovane Barrow, non più un novità, in attacco. De Roon, il migliore in campo, ha corso e dato equilibrio tattico alla squadra. Toloi e Mancini hanno messo il giusto agonismo per fronteggiare gli avversari. Caldara in mezzo alla difesa ha ben figurato anche perché Belotti non l’ha più di tanto impensierito. Hateboer non ha disputato la sua migliore partita e, infatti, Gasperini l’ha lasciato negli spogliatoi dopo l’intervallo preferendogli Castagne che ha servito l’assist per il gol della vittoria ed è anche andato vicino a segnare. Freuler e Gosens, oltre a finire nel tabellino marcatori, hanno dato il loro contributo in termini di qualità e quantità. Cristante si è destreggiato più che bene fra le linee interpretando sia la fase difensiva sia quella offensiva. Bersha ha fatto praticamente lo spettatore nel primo tempo, ha poi rischiato di farsi beffare da Ljajic con un intervento da bradipo distratto, ma non gli si possono imputare colpe sul gol del serbo. Bastoni e Cornelius, entrati nel finale al posto di Mancini e Barrow, hanno assolto alle consegne.     
Il Torino ha faticato soprattutto in mezzo al campo e Rincon e Acquah in fase di costruzione sono stati evanescenti. Bonifazi pur patendo Gomez in fase difensiva ha provato ad impegnarsi nel compito da svolgere, ma gli manca ancora l’esperienza e l’astuzia nelle marcature e non ha spinto in fase offensiva perché non ha tali caratteristiche. Ansaldi anche lui ha spinto poco nel primo tempo, un po’ di più nella ripresa, ma di solito è più incisivo. Edera, alla sua prima da titolare in serie A, nel primo tempo è stato frenato dal mantenere la posizione, è migliorato nella ripresa quando sembrava più libero mentalmente ed è stato determinante nell’azione del momentaneo pareggio di Ljajic, però, anche per lui ci vogliono partite e partite per riuscire a interagire bene con compagni e saper leggere tutte le situazioni. Belotti è stato tenuto a freno da Caldara e Ljajic ha agito bene a folate. N’Koulou in più di un’occasione è arrivato in ritardo nelle chiusure e sta patendo l’aver tirato a lungo la caretta. Moretti e Burdisso hanno sfruttato gli anni di esperienza alternando interventi decisi ad altri in cui qualche difficoltà l’hanno palesata. Sirigu nel primo tempo è stato determinate in tre occasioni e sui gol subiti non ha particolari colpe. Molinaro, alla prima dopo l’infortunio, subentrato a Bonifazi ha un po’ sofferto in fase difensiva. Berenguer e Niang, mandati in campo a sostituire Acquah ed Edera, non hanno inciso e non ne hanno avuto neppure più di tanto il tempo.

L’Atalanta ha meritato la vittoria perché ha giocato meglio e creato di più rispetto al Torino. Nel primo tempo, infatti, a parte i due colpi di testa di Belotti (6’) e Burdisso (7’) finiti sopra la traversa e la mezza papera di Berisha che rinviando lentamente e male di piede si è fatto rimpallare dal reattivo Ljajic con la sfera che è finita fuori di poco (44’) non ci sono registrate altre occasioni del Torino. Mentre i nerazzurri si sono resi pericolosi con Gomez, diagonale terminato a lato (11’); Freuler, tiro da discreta distanza che ha sfiorato il palo alla sinistra di Sirigu (21’); Barrow, girata su cross di Hateboer con il portiere granata che ha agguantato il pallone (29’) e poi altro tiro respinto di piedi da Sirigu (31’); Hateboer, in scivolata ha calciato alto (sempre al 31’); ancora Barrow, su cross di Cristante ha costretto l’estremo difensore del Torino in tuffo a respingere (38’); Gomez, tiro di destro da una trentina di metri deviato sul fondo (45’).
Nel secondo tempo più di tanto la musica non è cambiata, anche se il Torino è migliorato un po’. Edera dopo un buon controllo ha tirato dai trenta metri, ma la palla è finita alta sulla traversa (52’). Barrow da pochi metri dalla linea di porta ha servito sul secondo palo Freuler che di testa l’ha appoggiata in rete (53’). Belotti ha innescato Edera che ha servito in profondità Ljajic, svelto nel bruciare il tempo a De Roon e attento a difendere la palla con il corpo, ha così battuto Berisha per il momentaneo pareggio (57’). Cristante su calcio piazzato di testa ha provato a riportare i sui in vantaggio, ma la palla è finita alta (58’). Ljajic dal limite ha strozzato un po’ troppo il tiro e sprecato un’occasione finendo per passare la palla al portiere avversario (64’). Gomez ha innescato Castagne che dopo essersi liberato sulla destra ha crossato con Bonifazi che in chiusura su Barrow non si è accorto che Gosens era smarcato e può facilmente segnare (65’). Il secondo gol dell’Atalanta è stato quasi una fotocopia del primo. La squadra di Gasperini ha poi creato anche più di un’occasione per blindare il risultato. Castagne, su cross di Gomez, di testa non è riuscito a sorprendere Sirigu attento a respingere (72’). Gomez con una conclusione a giro dal limite dell’area ha esaltato la reattività in tuffo del portiere del Torino (74’). Cristante dal limite si è visto alzare la palla sopra la traversa (79’). L’ultimo tentativo del Torino è stato opera di Ljajic che su punizione ha provato ad aggirare la barriera con un tiro forse fin troppo potente, ma la palla non si è abbassata (88’). L’Atalanta può essere più che orgogliosamente soddisfatta, il Torino resta con i soliti rimpianti e la delusione.