Il Torino per blindare i calciatori deve aumentare il tetto ingaggi
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Quella che da poco è iniziata è una stagione importante per il Torino, il calciomercato è quasi arrivato al termine e, salvo ribaltoni dell’ultima ora, Cairo ha mantenuto fede alla promessa di trattenere la maggior parte dei gioielli, avendo ceduto il solo Darmian. Il presidente ha consegnato a Ventura quasi tutti i giocatori per l’inizio del ritiro e ha preso rinforzi nei ruoli che servivano e di qualità oltre che di prospettiva, senza scordare che si è trattato di calciatori che già conoscono il campionato italiano e la serie A. La squadra è formata da un mix di giocatori esperti e giovani che possono ancora crescere e, forse per la prima volta, anche chi non parte titolare è un’alternativa che dà delle garanzie. Tutto questo crea aspettative e porta a chiedere che il Torino lotti con estrema convinzione per aggiudicarsi un posto in Europa League.
I conti della società sono in ordine e con i tempi che corrono vuol dire tanto, ma per avere un organico di livello non basta azzeccare le mosse di mercato e avere un pizzico di fortuna nell’arco della stagione, ci vuole sempre, è doveroso non solo avere giocatori di proprietà, come il Torino effettivamente ha, bisogna anche trattenerli e per riuscirci non è sufficiente far firmare contratti abbastanza lunghi e stimolare i giocatori con la prospettiva della crescita personale.
Per blindare realmente i calciatori ambiti da altre squadre è obbligatorio avere un tetto ingaggi non troppo basso. L’attuale tetto del Torino si aggira sugli 800 mila-1 milione, più qualche bonus. Cifre di questo tipo possono “blindare” o giocatori discreti o chi è molto giovane e deve dimostrare di valere oppure chi ormai si avvia a fine carriera e per motivi personali si trova bene e non vuole cambiare squadra e città. I forti sono destinati inevitabilmente ad andare via. Facendo un esempio concreto, a Maksimovic il Napoli ha offerto 2 milioni a stagione per quattro-cinque anni a fronte degli attuali 800 mila euro, per blindarlo il Torino, seppur forte di un contratto che lega il serbo alla società granata fino al 2018, deve proporgli un ingaggio molto differente perché se anche gli aumentasse lo stipendio di 400-500 mila euro sarebbe ancora molto distante da quello che avrebbe guadagnato se fosse andato al Napoli. E’ evidente che se s’inizia ad aumentare l’ingaggio di un calciatore poi anche gli altri chiederanno che i loro siano adeguati e s’innescherebbe un rialzo dei costi di gestione anche importante, ma l’alternativa è vedere ogni anno uno o più gioielli andare via.
Finora chi ha lasciato il Torino non ha creato rimpianti eccessivi, il primo potrebbe essere Darmian, e a fronte di cessioni anche eccellenti, soprattutto quest’estate, sono arrivati giocatori come Baselli, Zappacosta e Belotti, ma andrà sempre bene? Forse, o anche no. Baselli, ad esempio, è quello che sta già dimostrando che i 5-6 milioni che è costato sono stati soldi ben spesi e se continuerà così per tutta la stagione la prossima estate ci sarà la fila dei pretendenti, un contratto fino a giugno 2019 ne farà il centrocampista granata del futuro? Mah, il dubbio è legittimo e forte, se va bene resterà al Torino un paio d’anni e poi ciao ciao. La crescita e le ambizioni del club granata dovranno passare inevitabilmente dall’aumento del tetto ingaggi, Cairo sicuramente lo sa e sta a lui decidere che cosa fare.