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Il Torino puntualmente tradisce le speranze: la squadra non è all’altezza della maglia che indossa

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Ci risiamo, dopo aver disputato una partita come si doveva, quella con la Roma in Coppa Italia, il Torino è tornato ai soliti difetti con la Spal in campionato e ha dilapidato quanto aveva fatto di buono nei primi dieci minuti, vantaggio per due a zero grazie alla doppietta di Falque, e ha finito per tornare da Ferrara con solo un punticino. Manco a dirlo la partita era più che alla portata eppure per presunzione, indolenza, sottovalutazione dell’avversario, menefreghismo, ognuno utilizzi il termine che più gli sembra appropriato, i giocatori del Torino hanno smesso di giocare limitandosi a fare il minimo indispensabile fino a quando Antenucci su rigore ha riportato il risultato in parità al minuto sessantanove. Per cinquantanove minuti più i tre di recupero dati al termine del primo tempo il Torino ha reso molto meno di quello che poteva e che nessuno anche solo pensi di giustificare questa negligenza con il fatto che i granata avevano giocato in Coppa Italia mercoledì sera perché rispetto alla formazione che era scesa in campo all’Olimpico di Roma vi erano al Paolo Mazza ben quattro calciatori che non avevano disputato neppure un secondo con la Roma, Sirigu, N’Koulou, Baselli e Falque, e uno, Rincon, che era entrato solo al settantottesimo, mentre due giocatori, Valdifiori e Niang con i giallorossi erano stati in campo rispettivamente settantotto e settantadue minuti. Non si può, quindi, parlare di una squadra stanca per gli impegni di coppa. 

E’ incomprensibile come dei calciatori professionisti e che giocano in serie A non diano tutto per l’intero arco della partita. Com’è anche estremamente irritante, per usare un eufemismo, che ci sia qualcuno che seppur in campo è come se non ci fosse o quasi. Niang è stato accolto, coccolato, perdonato, pagato caro eppure, a parte qualche giocata di buon livello ogni tanto, è come se non ci fosse e lo si vede passeggiare per il campo con un’indolenza che farebbe sbottare anche un santo. I compagni per primi dovrebbero essere infastiditi, sempre per usare un eufemismo, da questo suo modo di fare. Mihajlovic poi si deve rendere conto che se continua ad avere giocatori che si accendono una tantum e che si spengono spesso e volentieri, un altri che fa così è Ljajic, è come se facesse giocare il Torino in dieci. Va bene proteggere calciatori che sono costati cari e che lui ha voluto, ma si rasenta il masochismo. Nessuno discute le capacità di Ljajic e anche di Niang, ma aspettando che facciano la differenza si diventa vecchi. Un discorso a parte va fatto per Belotti, va bene l’infortunio e l’aver affrettato i tempi di recupero, ma ormai tutto questo è alle spalle eppure lui è ancora anni luce distante da quello della scorsa stagione, per sbattersi si sbatte, ma non è più lo spauracchio dei portieri avversari.

Poca determinazione, passaggi sbagliati, falli evitabili che portano a punizioni e rigori per gli avversari spesso trasformati in gol, scarse idee nello sviluppo del gioco sono ormai pessime caratteristiche del Torino che puntualmente emergono. Ma tutto questo finora non ha compromesso la lotta per l’Europa League, anche se ha lasciato troppi punti per strada e quintali di rammarico. Infatti, la classifica, probabilmente in modo beffardo perché prima o poi il conto lo presenterà, annovera il Torino, che finora ha incamerato ventiquattro punti, al nono posto in coabitazione con Udinese, Milan e Bologna a due punti in meno dalla Fiorentina ottava e a tre da Sampdoria e Atalanta seste. Qualcuno dirà che il Torino non sta facendo male, anzi. Certo se si analizza la situazione con il paraocchi è vero, ma se solo si allarga un pochino la visuale si ha la sensazione che un’altra stagione si chiuderà senza aver raggiunto quanto auspicato. Quindi bando ai buonismi e ai facili ottimismi, il Torino deve immediatamente cambiare atteggiamento e rotta altrimenti rimarrà una squadretta da centro classifica. I tifosi non hanno ricevuto nessun regalo per Natale, sarebbe doveroso che i giocatori non rovinino loro anche il Capodanno visto che il trenta giocheranno, per giunta in casa, con il Genoa, altra formazione assolutamente alla portata che con i suoi diciassette punti se ne sta al quintultimo posto della classifica con il Cagliari. La maglia granata merita grande rispetto e chi getta punti al vento non è all’altezza di indossarla.