Il Torino regala qualche occasione di troppo alla Lazio e perde
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
I grandi campioni fanno sempre la differenza e Klose l’ha fatta permettendo alla Lazio di battere il Torino, che ha provato a strappare almeno un punto ai biancocelesti, ma non ci è riuscito un po’ perché nella prima mezzora di gioco ha tenuto il baricentro troppo basso e un po’ perché nel resto della partita non è riuscito a mettere più di tanto in difficoltà l’avversario finendo per soccombere. Il Torino in Europa è altra cosa anche perché di fronte ha squadre che tecnicamente e per qualità dei singoli giocatori non sono irresistibili, mentre in campionato fatica a trovare la via del gol non a causa di attaccanti scarsi, bensì per non aver ancora trovato un assetto ideale che riesca a supportarli di più. La squadra di Ventura sta pagando l’innesto in estate di dodici nuovi giocatori, parecchi dei quali stranieri e giovani che hanno bisogno di tempo per trasformare le loro qualità in azioni vincenti. Otto punti in otto partite sono pochi e rendono più difficile il cammino del Torino che si ritrova a stazionare nel nutrito gruppo di squadre che stanno appena sopra il fondo della classifica.
Ventura dovendo far fronte alle assenze a centrocampo di Gazzi, El Kaddouri e anche di Nocerino ha schierato la squadra inizialmente con una sola punta di ruolo, Quagliarella, mettendogli alle spalle Farnerud, sfruttando la capacità d’inserimento dello svedese. Nella prima mezzora però questa soluzione non ha dato frutti perché con un solo attaccante il Torino non riusciva ad essere pericoloso anche perché aveva il baricentro troppo basso e così la Lazio riusciva agevolmente a tenere i granata quasi costantemente nella propria metà campo. Oltre tutto il Torino le poche volte che si presentava dalle parti di Marchetti sbagliava il tiro finale non inquadrando lo specchio della porta: Sanchez Miño (4’), Farnerud (13’ e 33’), Moretti (25’) e Vives (46’). Nel primo tempo solo Quagliarella (35’) con una girata in area impegnava Marchetti che allungandosi riusciva a indirizzare la palla sul fondo. La Lazio dal canto suo teneva bene il campo e nonostante la densità creata dai granata riusciva a trovare gli spazi per inserirsi e portarsi a ridosso dell’area avversaria. E così facendo con una splendida punizione di Biglia (15’) si portava in vantaggio: esecuzione perfetta da parte dell’argentino con Gillet che non ha neppure provato a tuffarsi. Semmai la squadra di Pioli peccava nel non raccogliere quanto costruiva anche perché il Torino stava tutto a protezione della sua porta rendendo difficile arrivare al tiro finale e quando accadeva Gillet era sempre attento come sul tiro di Candreva (5’) e Parolo (32’), mentre non erano precisi nell’inquadrare lo specchio della porta Ciani (21’) e Felipe Anderson (44’). Dopo la mezzora la Lazio ha diminuito un po’ la pressione e il Torino dovendo rimontare ha preso maggior coraggio spingendo di più sulle fasce ed effettuando movimenti con i centrocampisti che mettevano un po’ d’apprensione alla Lazio riuscendo così a portarsi qualche volta in più dalle parti di Marchetti.
Nella ripresa Pioli ha cambiato assetto ai suoi inerendo Klose al posto del deludente Felipe Anderson, che ha doti, ma che fatica troppo a trovare la posizione in campo. La Lazio passava dal 4-3-3 a una sorta di 4-4-2 con i centrocampisti schierati a rombo e Candreva alle spalle delle due punte con libertà di fare il terzo attaccante. Il Torino si ripresentava in campo con lo stesso spirito con il quale aveva chiuso il primo tempo e con l’intenzione di pareggiare riuscendoci con Farnerud che si trovava al posto giusto nel momento giusto (53’) e che era lesto a raccogliere un involontario assist di Ciani che in scivolata voleva impedire che la palla finisse fra i piedi di Quagliarella e finiva per servire lo svedese che prontamente scagliava il pallone in porta con Marchetti che lo sfiorava, ma non riusciva ad impedire la rete del momentaneo pareggio. La Lazio risultava meno incisiva sulle fasce però il Torino non riusciva a sfruttare questa pecca e finiva per essere punito (60’): punizione da trentacinque metri di Candreva respinta non in modo impeccabile da Gillet e Klose piazzava il tap-in vincente. Così Ventura decideva di inserire una seconda punta, dentro Amauri per Benassi, come al solito in campionato meno incisivo che in coppa nonostante l’impegno che profonde. La mossa del mister granata però non sortiva particolari effetti anche perché la Lazio era attenta a non farsi sorprendere e andava persino vicina a chiudere definitivamente la partita con Klose (76’) che in mezzo all’area non era così lesto a controllare la palla e ha finito per vanificare il bel cross di Radu. I tentativi di Quagliarella (67’), Klose (79’) e Darmian (85’) non si trasformavano in gol perché non riuscivano a sorprendere i due portieri.
Sanchez Miño non è riuscito a fare la differenza perché troppe poche volte si è inserito in area e non è mai stato una spina nel fianco per la Lazio. Vives ha patito la qualità superiore di Biglia. Gillet non è stato impeccabile sui due gol come invece tantissime altre volte. Maksimovic ha faticato a contenere le incursioni di Candreva e non ha marcato Klose in occasione del gol. Benassi opaco, deve ancora farsi le ossa. Bene Glik che in più di un’occasione ha anticipato Djordjevic. Buona prova anche di Moretti che ha recuperato molti palloni e non si è fatto mettere in difficoltà da Radu. Farnerud alla prima dopo l’infortunio al legamento crociato ha faticato un po’, ma ha impreziosito la sua prestazione con il gol. Bene Bruno Peres e Darmian che hanno lottato e spinto sulle fasce. Quagliarella come sempre si è dato un gran da fare, ma è stato lasciato troppo solo e quindi non è riuscito ad incidere, ancora meno Amauri marcato stretto da De Vrji non ha avuto occasioni per mettersi in mostra e ha anche ricevuto pochi palloni giocabili. Non giudicabili Ruben Perez e Barreto entrati nel finale. Il Torino deve trovare al più presto una marcia differente in campionato, il gioco non è ancora convincente e si ripercuote sulla difficoltà ad andare in gol, sei reti segnate in otto partite sono troppo poche e rischiano di pesare enormemente sulla stagione. Già mercoledì con il Parma serve una svolta e si devono regalare meno occasioni agli avversari e essere più precisi nell’indirizzare la palla nello specchio della porta avversaria.