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Il Torino tra la Coppa Italia e un rilancio stabile in campionato

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Di che pasta sia fatto il Torino non è semplice dirlo perché continua a oscillare fra l’ambizione di una dimensione europea e l’incapacità a raggiungerla. Emblematica questa prima parte della stagione, da una parte le convincenti prestazioni con relativi risultati positivi con l’Inter, un pari, e la Lazio, una vittoria, e dall’altra i modestissimi pareggi con Hellas Verona e Crotone e non solo ed anche la vittoria con il Benevento agguantata all’ultimo dopo una gara nella quale i sanniti avevano tenuto testa ai granata. E poi anche le sconfitte che ci possono stare come risultato, ma non nella modalità con la quale sono arrivate con Juventus e Napoli, per quel che riguarda la prima mezz’ora decisiva per le sorti del Torino.

Adesso la Roma in Coppa Italia e poi in campionato la Spal, il Genoa e il Bologna prima della sosta invernale e quando riprenderà il torneo, il venti gennaio, Sassuolo, Benevento, Sampdoria, Udinese ed il derby, sempre che non ci sia prima un altro confronto con la Juventus, ma in Coppa Italia nel caso il Torino dovesse battere la Roma e i bianconeri il Genoa, confronto che potrebbe andare in onda, tra andata e ritorno, il ventisette dicembre e il tre gennaio. In due mesi si capirà di che pasta è fatto il Torino, sempre che la squadra di Mihajlovic non si faccia del male da sola escludendosi, soprattutto in campionato ma anche in Coppa Italia, dalla lotta per un posto in Europa.

La partita di domani, fischio d’inizio alle 17,30 e diretta su Rai 2, vedrà effettuare da Di Francesco e Mihajlovic un po’ di turnover, forse più da parte della Roma perché poi i giallorossi sabato sera in campionato affronteranno la Juventus all’Allianz Stadium. I granata dovranno fare i conti con le assenze forzate di Ansaldi, Ljajic e Bonifazi per infortunio, ma per onorare la Coppa Italia e soprattutto far dimenticare i trenta fatali minuti dell’inizio della partita con il Napoli, che hanno visto il Torino affondare sotto i gol di Koulibaly, Zielinski e Hamsik, dovranno schierare una formazione competitiva, a prescindere da chi sarà mandato in campo da Di Francesco. Mihajlovic ha l’occasione di testare giocatori che finora hanno reso meno delle aspettative o che hanno giocato, per motivi differenti, comunque meno. Dal portiere Milinkovic-Savic ai difensori Lyanco, Moretti e Barreca, a centrocampo Acquah, Obi, Valdifiori e Gustafson e in attacco Niang, Berenguer, Edera, Boyé e Sadiq. Non ci sarà posto per tutti ovviamente perché rinunciare anche solo per una parte della gara a Sirigu, N’Koulou, Burdisso, Rincon, Baselli, Falque e Belotti non è facile. Gli unici sicuri del posto sono De Silvestri e Molinaro a causa degli infortuni dei compagni di ruolo.

Da chi parteciperà alla partita, però, si pretende il massimo, che giochi un minuto oppure più di centoventi se si dovesse andare ai rigori, anche perché tutti i giocatori del Torino, chi più chi meno, hanno finora commesso qualche errore che ha contribuito all’andamento altalenante della squadra. E’ vero che si sono visti miglioramenti, ma è anche altrettanto vero che poi puntualmente qualche passo indietro è stato fatto. Gli infortuni e qualche decisione arbitrale hanno influito, ma non si può trasformare questi eventi in alibi. I giocatori del Torino dimostrino quanto valgono, altrimenti è inutile che Mihajlovic continui a difenderli passando lui per quello non del tutto competente, indubbiamente anche il mister ha le sue responsabilità, ma non ha bisogno di assumersi anche quelle degli altri, che siano giocatori o che siano dirigenti con scelte o non scelte che hanno fatto in sede di mercato. Dalla Roma si può essere eliminati dalla Coppa Italia, ma dipende sempre come, però, il Torino ha l’obbligo di provare ad arrivare ai quarti: su questo non ci sono margini di discussione.