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Il Torino tra la voglia d’Europa e la difficoltà a darsi un’identità all’altezza

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin

Rispetto allo scorso campionato il Torino ha sei punti in meno, venticinque a diciannove, ed è decimo in coabitazione con l’Atalanta che nel posticipo di ieri sera ha battuto il Benevento, mentre dopo quattordici giornate lo scorso anno era settimo e aveva realizzato trentuno gol ed oggi è a quota diciotto, ben tredici in meno, le reti subite erano diciassette e adesso sono venti, ovvero tre in meno e questo comporta una differenza reti che nella scorsa stagione era di più quattordici e in questa di meno due. A questo punto visto l’andamento ondivago che sta avendo la squadra sommato alla difficoltà che ha palesato nel segnare, pur creando occasioni da gol, e l’aver subito un numero di reti non in linea con l’obiettivo Europa League viene da pensare che o si era sopravalutato il potenziale del Torino oppure è stata allestita una squadra che di fatto è squilibrata, nel senso che una volta assemblati i singoli giocatori, a prescindere dal loro valore, non rendono per quello che sulla carta valgono.

Il problema potrebbe risolversi con il tempo tenuto conto che con il Milan il Torino non ha subito gol, cosa che non accadeva dal dieci di settembre ovvero dalla gara con il Benevento alla terza giornata, e che nelle precedenti tre partite le reti incassate sono state solo una a match, mentre prima in sei incontri su sette, a parte con la Roma, non erano mai state meno di due. Ma se anche la squadra di Mihajlovic avesse trovato un assetto difensivo migliore non è ancora risuscita a incrementare i gol realizzati, infatti, nelle ultime nove partite ne ha vinta solo una, quella con il Cagliari. Mihajlovic e anche Cairo continuano a ripetere che appena Belotti tornerà in forma e Niang ritroverà la migliore condizione inizieranno a segnare. Non ci sono dubbi che se accadrà il gol non sarà più un problema, sperando anche che Falque continui a farlo, ma deve essere schierato e non solo agire da subentrante come accaduto con il Milan, e che Ljajic non piombi in un periodo d’involuzione.

Ipotizzando e sperando che tutto vada per il verso giusto quando il Torino inizierà a girare come dovrebbe ci saranno le condizioni, in termini di tempo e di distacco dal sesto-settimo posto, per puntare all’Europa? Oggi il distacco dal settimo è di un solo punto e dal sesto sette, però, non va sottovalutato che a concorrere per due posti ci sono ben sei squadre (Sampdoria, Milan, Bologna, Chievo, Atalanta e Torino) e che la Fiorentina incalza solo a un punto di distacco. Pur cercando di essere ottimisti la situazione non è così semplice e se anche di tempo ce n’è, mancando alla fine del campionato ventiquattro giornate, la concorrenza è elevata e non è più possibile per il Torino commettere passi falsi, anzi è di fondamentale importanza che inanelli un filotto di vittorie per cercare di mettere il maggior numero di avversari alle spalle a iniziare dalla prossima partita con l’Atalanta, che oggi ha gli stessi punti. E nel frattempo deve anche liquidare la pratica Carpi in Coppa Italia in modo da accedere agli ottavi dove ad attendere i granata c’è la Roma.


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