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Il Toro e il salto di qualità: contro il Lecce per il primato e un tabù di 43 anni

di Emanuele Pastorella

Il definitivo salto di qualità non è ancora arrivato. E nel recente passato, di occasione mancate da parte del Toro ce ne sono a volontà: da Empoli, Parma e Bologna l’anno scorso, cadute inaspettate proprio nel momento in cui bisognava accelerare, o ancora la disfatta di Carpi del 2015, giusto per citare le più clamorose. Domani, Walter Mazzarri e i suoi compagni avranno l’occasione per riprovarci. Tra qualche ora la conferenza stampa del tecnico, lecito aspettarsi che batta proprio su questo tasto: perché una sfida del genere, in casa e contro una neopromossa e con la possibilità di fare un grande salto in alto, è il trappolone perfetto per i granata. Ma se da una parte c’è l’Olimpico Grande Torino diventato fortino, è da marzo scorso che Belotti e compagni non perdono tra le mura amiche, dall’altra c’è pure la possibilità di scrivere un pezzo di storia. E anche di staccare la Juventus in classifica, che di questi tempi sarebbe un evento più unico che raro.

Maledizione di 43 anni - L’Inter è volata in testa alla classifica in solitaria, tra la vittoria di San Siro e il pareggio bianconero nel pomeriggio a Firenze, ma c’è il terzo incomodo Torino, che nel Monday-Night può mantenere il passo dei nerazzurri. Servono i tre punti contro il Lecce, neopromossa che è ancora alla ricerca del primo gol in serie A. Oltre all’orgoglio del possibile primo posto in classifica, c’è la consapevolezza di poter centrare un piccolo record. E’ dal 1976, l’anno dopo l’ultimo scudetto, che il Toro non riesce a vincere le prime tre gare di campionato. All’epoca i ragazzi di Radice superarono Sampdoria, Bologna e Roma, fu l’ultimo caso in cui i granata arrivarono alla quarta giornata con un percorso netto. Sono passati 43 anni, un’eternità, e Belotti e compagni avranno l’occasione per aggiornare le statistiche. Servirà battere il Lecce, servirà fare quel salto di qualità che troppo spesso è stato mancato proprio sul più bello