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Il Toro perde il derby, vince la Juve con il minimo sforzo

di M. V.

Prosegue il periodo di sconfitte del Torino che inanella ko con una regolarità imbarazzante, facendolo di nuovo senza mai dare l'impressione di rappresentare al meglio questi colori, non tanto per i risultati, quanto per il modo di approcciare le partite e interpretarle sul lungo. Primo tempo nuovamente regalato, una fastidiosa abitudine da cui pare non si riesca più ad uscirne, ripresa con maggiore determinazione ma pur sempre senza creare nulla, mettendo in campo un gioco lento e sterile e subendo nel finale il raddoppio contro una Juventus che non ha dovuto neppure, come si suol dire, sporcarsi la maglietta. Nel finale l'occasione per riaprirla, ma il pallone è finito sui piedi di Sanabria che nel momento in cui dovrebbe dimostrare il ruolo che ricopre puntualmente si mostra inadeguato. A parte il gioco, sono tanti i difetti di questa squadra, uno su tutti la quasi inutilità delle fasce, con Pedersen che se con la Fiorentina si era mostrato il più vivace, oggi si è fatto risucchiare dalla consuetudinaria pochezza di Lazaro che pur di evitare di puntare l'uomo rimette il pallone sui piedi di Milinkovic-Savic. A tutto questo si aggiungono l'incredibile involuzione di Vlasic e l'infortunio di Ricci, per cui si spera non si tratti di nulla di grave. Intanto arriva la settima sconfitta in otto partite (l'ottava su nove, comprendendo la Coppa Italia), e per la seconda volta la terza di fila. 


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