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Immobile incide ora devono farlo anche gli altri nel Torino

di Elena Rossin
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it

Da quando è tornato al Torino, il 14 gennaio scorso, Ciro Immobile ha realizzato tre gol, due su calcio di rigore, sette assist, quattordici tiri, trentanove attacchi e diciannove occasioni da gol per un totale di sette presenze e cinquecentosessantasei minuti giocati. Senza ombra di dubbio la sua incidenza è evidente e comprovata dai numeri che sono riportati nel sito della Lega di serie A, quindi si tratta di dati ufficiali. In questo periodo il Torino ha vinto con il Frosinone, pareggiato nel recupero con il Sassuolo, perso con la Fiorentina, pareggiato con Verona e Sampdoria, perso con il Chievo e vinto con il Palermo incamerando nove punti, per la verità non un grande bottino visto che su sette avversari cinque al momento di affrontare il Torino si trovavano, e quattro tuttora si trovano, alle sue spalle in classifica.

Immobile da solo non può fare miracoli e ha bisogno del supporto di tutta la squadra. E’ evidente che se gli altri compagni avessero dato di più almeno nelle partite con Verona, Sampdoria e Chievo i punti conquistati non sarebbero stati solo due, ma qualcuno di più. Belotti che da quando ha come compagno d’attacco Immobile indubbiamente ne ha tratto grande giovamento, infatti, ha segnato cinque gol, mentre in precedenza solo uno in diciannove partite, continua a non avere una mira impeccabile sotto porta e prendendo solo in considerazione l’ultima gara disputata si è letteralmente mangiato due gol (23’ parte in velocità e scambia con Immobile che gli restituisce la palla, però, a porta vuota non insacca; al 28’ ruba il pallone ad Andelkovic e poi, a tu per tu con Sorrentino, sbaglia di nuovo il tiro) e non ha sfruttato al meglio un’altra occasione (85’ s’invola in contropiede, entra in area, viene lievemente spinto da Quaison e finisce per calciare altissimo).

Non è solo Belotti che deve rendere di più, ma tutti i granata. I difensori devono essere più attenti perché, sempre stando alla partita con il Palermo, in occasione del gol di Gilardino la retroguardia poteva essere più pronta a impedire l’inserimento del palermitano, una dormita generale c’è stata. Evitando situazioni di questo genere è certo che il Torino incamererebbe meno gol e questo andrebbe di pari passo con il conquistare più punti. Anche il centrocampo non è esente da colpe, troppe volte si sono visti passaggi sbagliati o duelli uno contro uno non vinti oppure, peggio ancora, movimenti non effettuati così il compagno che deteneva la palla era in difficoltà perché non sapeva a chi passarla, soprattutto quando gli avversari erano compatti nel chiudere gli spazi. Non va neppure dimenticato che il più delle volte il Torino manovra lentamente e diventa prevedibile e facile da tenere sotto controllo per gli avversari. Nel famoso percorso di crescita ci si aspetta che tutti questi difetti siano eliminati, con il Palermo a tratti ci sono stati, ma non in modo da compromettere il risultato. Ora si vedrà se con il Carpi e soprattutto nelle successive partite con Milan, Lazio, Genoa (l’unico avversario meno forte), Juventus e Inter, quando gli avversari avranno un tasso tecnico superiore, i difetti saranno stati limati.

Il presidente Cairo ieri a margine della presentazione del Premio Cairo ha detto di pensare a Ventura come a “un futurista, un Boccioni o un Balla, perché lui riesce molto a innovarsi e a vedere più in là. Nella sua carriera ormai credo trentennale - ha affermato - ha cambiato un sacco di moduli di gioco ed è sempre arrivato a proporre un modulo di gioco nuovo nel momento adatto”. Avendo un allenatore che vede più in là il Torino non avrà problemi a cancellare i difetti che lo hanno prima portato e adesso lo stanno trattenendo nella parte destra della graduatoria, tifosi e critici devono solo aspettare e prestissimo troveranno i granata nelle parti più nobili della classifica.