Immobile: “Non prometto niente ai tifosi, ma farò del mio meglio”
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Ha ereditato il numero nove da Rolando Bianchi, ne sente la responsabilità?
“No, non direi responsabilità, ma so che per la gente questo è un numero importante che era del capitano che è stato un calciatore importante per il Torino, però lui fa parte del passato ed io del presente. Il numero è lo stesso, ma i giocatori sono cambiati, quindi spero di meritarmi questo numero e di dare il meglio facendo il massimo”.
Nella prima amichevole ha realizzato quattro gol a questo punto i tifosi si aspettano che vada in doppia cifra, lo può promettere?
“Era la prima amichevole ed è diverso rispetto al campionato. Con tutto il rispetto per la Bormiese siamo alle prime partite e le gambe sono pesanti per i carichi di lavoro, dobbiamo allenarci tanto in modo da dare il massimo. Non ho mai promesso tanti gol o chissà che cosa, mi sento, però, di garantire tanto impegno e di uscire sempre dal campo con la maglia sudata, quello che verrà lo prenderò insieme alla squadra”.
Soddisfatto dell’intesa con Meggiorini?
“Sì, siamo un destro e un sinistro e quindi per tante cose andiamo bene. Lui conosce già i movimenti e mi sta aiutando a capire più velocemente quello che richiede il mister. Posso dire che ci siamo subito trovati, però la stessa cosa è accaduta con Barreto, anche se lui non potrà giocare fino a ottobre, ma sono sicuro che anche lui ci darà una mano”.
Il Torino avrà come modulo principale il 5-3-2 mentre in passato ha giocato in squadre che si schieravano in modo diverso. Qual è il modo di disporsi in campo che è più congeniale per lei?
“Quando giocavo in Primavera in attacco ero l’unica punta e lo stesso mi è capitato con il Pescara, però in nazionale sono stato sempre schierato con un compagno di reparto e mi sono trovato ugualmente bene. Al di là del modulo la cosa importante è capire i movimenti che sono abbastanza diversi da quelli che facevo in passato”.
Ha detto che in passato i movimenti che le venivano richiesti erano differenti, anche se è da pochi giorni che si allena alle direttive di Ventura come si trova?
“Piano piano capisco quello che vuole grazie anche a dei video che vediamo alla sera che ci servono per analizzare sia gli errori sia le giocate giuste e poi il giorno dopo proviamo le situazioni analizzate in campo. I movimenti sono sempre dettati dai tempi di gioco, quindi è importante capire quando bisogna muoversi e come poiché c’è l’esigenza di coordinarsi con il compagno di reparto e sapere sempre quale posizione sta assumendo. Tutte queste cose che il mister richiede cercherò piano piano di assimilarle”.
La stagione scorsa con il Genoa non è stata del tutto positiva, con il Torino potrebbe consacrarsi definitivamente, questa eventuale pressione le causa un po’ di timore?
“Timore no, mi piace e mi diverto giocare a calcio, anche se tra virgolette è un lavoro. Gioco a calcio dall’età di cinque anni e lo faccio con la massima serenità e impegno e, come dicevo prima, quello che verrà me lo prenderò come tutta la squadra. Sicuramente questo sarà un anno importante e quindi cercherò di dare il massimo per dimostrare il mio valore”.
Si dice che il grande attaccante non sbaglia mai due stagioni di fila, anche perché rischierebbe di finire nel dimenticatoio nonostante le reti che può aver segnato in passato. Il suo è un ruolo difficile?
“Il ruolo dell’attaccante, a mio parere, è il più bello perché dà la possibilità di segnare tanto e di essere apprezzato e ammirato da tutti, ma vale anche il contrario e se in una stagione si fa poco e male si scivola nel dimenticatoio. Al di là di queste considerazioni il Torino è una squadra che cerca di giocare bene a calcio sempre ed io avendo l’opportunità di stare nel vivo dell’azione posso sfruttare le occasioni che ci capitano e questo è un passo importante rispetto a ciò che ho avuto l’anno scorso”.
Qual è stato l’allenatore che le ha permesso di crescere di più?
“Un po’ tutti ed io ho appreso qualche cosa da ognuno di loro, senza lasciar sfuggire niente. Grazie ad ogni allenatore che ho avuto ho compiuto un passettino in avanti e farò la stessa cosa con Ventura, persona che vive nel mondo del calcio da tanti anni e di conseguenza da lui ho solo da imparare, anche perché sono ancora giovane”.
Quando era alla Juventus ha dichiarato che nonostante l’origine napoletana non tifava Napoli, è vero oppure erano frasi dettate dal momento e dall’indossare la maglia bianconera?
“Non mi sembra di avere mai detto frasi di questo tipo e quando mi sono state fatte domande del genere ho sempre cercato di dribblarle, all’epoca giocavo nella Juve e non potevo sbilanciarmi. Ho sempre cercato di fare il mio senza dire o stravolgere ciò che eseguivo in campo, alle volte si sbaglia a parlare e poi la testa va da un’altra parte e non si è più tranquilli e concentrati. Sono stato alla Juve e mi sono anche trovato bene, ma il mio presente è il Torino e cercherò di dare il massimo per riscattarmi da una stagione fallimentare e di portare in alto i colori granata perché adesso faccio parte di questa squadra”.
Ha definito la scorsa stagione fallimentare, ma è dipeso dalla situazione del Genoa o da problemi che ha avuto?
“I calciatori cercano alibi e di addossare le colpe a chi non ne ha o a chi ne ha meno. Sono sicuro al cento per cento di aver avuto tante colpe nella passata stagione, però anche di non essere stato aiutato dall’ambiente, infatti, quando andavo in Nazionale ero sempre uno dei migliori e giocavo bene, per questo motivo sono tranquillo. Alle volte per noi giovani è difficile esprimerci al meglio se ci ritroviamo in un ambiente con delle difficoltà. Al Torino cerco di stare tranquillo e il mister lo sa che ho bisogno di serenità e il gruppo mi sta aiutando, così come l’allenatore, tutto lo staff e l’ambiente. Per l’accoglienza ringrazio i tifosi che mi hanno dimostrato dal primo istante affetto, per me questo è molto importante per iniziare subito bene”.
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